LECCO – Ci scrive Giorgio Buizza, agronomo ed ex consigliere comunale. Il tema è il riordino del parcheggio di via Sassi e le sorti del vecchio olmo che potrebbe essere tagliato per far spazio alla nuova conformazione del parcheggio.
Buizza era già intervenuto sulla questione ma il suo contributo è ancora più significativo ora, portando all’attenzione dei lettori un’immagine storica dell’area oggi parcheggio, una foto in bianco e nero datata 1938, confrontata con una dei giorni nostri.
“A testimoniare l’evoluzione dell’area di Via Sassi può essere utile un raffronto tra una vecchia immagine aerea del 1938 con l’attuale situazione (2017). È evidente la coincidenza di Palazzo Bovara dalla caratteristica pianta a corte quadrata chiusa.
A lato ci sono gli edifici che in parte sono mutati rispetto al 1938 avendo subito ampliamenti per adeguare gli spazi degli uffici comunali. Più oltre è evidente un’area a sagoma triangolare perimetrata da filari di alberi adulti; pare una pertinenza verde, un giardino per intendersi, risalente forse alle origini di Palazzo Bovara per la sua posizione e per il suo evidente ingresso dal centro del lato corto del triangolo.
Altri documenti d’epoca, di cui non ho la disponibilità, potrebbero approfondire e chiarire tutti questi aspetti. Sarà un’altra coincidenza, ma nella stessa posizione dell’olmo attuale, ben evidente per la sua ampia chioma, c’è nella foto del 1938 un albero (le distanze dai manufatti coincidono).
Dalla immagine in bianco e nero e dalla riproduzione digitalizzata non è possibile determinare con certezza che l’albero sia un olmo, ma non si può neppure affermare con sicurezza che l’albero sia diverso.
Sarebbe necessario scovare un documento o una immagine che attesti che in un certo periodo successivo al 1938 l’area di via Sassi sia stata liberata da tutti gli alberi. Cosa molto improbabile data la dimensione attuale del fusto (95 cm di diametro) dell’olmo.
Se l’olmo attuale fosse lo stesso raffigurato insieme ad altri alberi (probabilmente della medesima specie) potremmo ipotizzare che:
- L’albero era già adulto nel 1938 quindi la sua età potrebbe essere più vicina ai 100 anni che agli 80.
- Che l’olmo è l’ultimo di una grande famiglia di non meno di 20 alberi che nobilitavano di verde l’area del triangolo quando ancora, intorno al centro di Lecco, vi erano, prati, campi coltivati, frutteti, orti e boschetti. Oggi che intorno è tutto costruito i nostri amministratori progettano di eliminare anche l’ultimo testimone sopravvissuto.
- Un progetto di riqualificazione di un pezzo importante del centro città avrebbe dovuto tenere conto delle origini e dell’evoluzione del sito e soprattutto considerare che l’olmo, dopo essere sopravvissuto all’epidemia di grafiosi, alla 2^ guerra mondiale, allo sviluppo massiccio dell’edificazione della 2^ meta del 900, non merita di finire sotto la ghigliottina allestita da chi non vede altra dimensione salvo quella dell’automobile e nessun altra gestione dello spazio pubblico se non la sua messa a reddito fino all’ultimo metro quadrato”.
Giorgio Buizza
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