Sindacati contro la Manovra, In 600 da Lecco per manifestare a Roma

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Cgil, Cisl e Uil spiegano perché la manovra economica non va

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LECCO – Si preannuncia una grande adesione al corteo che sabato sfilerà per le strade della Capitale contro la legge di Bilancio varata dal Governo: è l’iniziativa unitaria di Cgil, Cisl e Uil che hanno già espresso la loro bocciatura nei confronti di una manovra che, per i sindacati, dà risposte insufficienti al Paese.

“E’ una manovra di tipo recessivo, che non crea lavoro e non investe sullo sviluppo” commenta Rita Pavan, segretaria della Cisl Monza Brianza Lecco.

Rita Pavan (Cisl)
Rita Pavan (Cisl)

“Mancano investimenti sulle infrastrutture di cui il nostro Paese, così come il territorio lecchese, ha estremamente bisogno. Intanto continua il balletto sulle grandi opere con posizioni diverse tra i partiti al governo. Si taglia sull’innovazione, su Industria 4.0, sull’alternanza scuola-lavoro. Ma senza investimenti, questo Paese è destinato a decrescere”.

Le stime sul PIL non sono incoraggianti: “Saremo in recessione tecnica per il secondo semestre consecutivo”.

“Il Governo oggi dà una risposta parziale, con una politica emergenziale e non strutturale – sottolinea Salvatore Monteduro, segretario della Uil del Lario – alcuni provvedimenti, presi singolarmente, ci possono trovare d’accordo ma sono inseriti nel complesso di una manovra che non li rende efficaci”.

La Cgil è sulla stessa linea degli altri due sindacati: “In questo periodo le disuguaglianze sono aumentate e continueranno ad aumentare – spiega Diego Riva segretario della Camera del Lavoro –  è necessario che tutti possano stare meglio e non serve inventarsi grandi cose. Dovremmo garantire i pilastri fondamentali: la sanità, l’uguaglianza fiscale, le pensioni e il sistema di istruzione. In questa manovra tutto questo non c’è”.

Pensioni e “Quota 100”

“La legge Fornero non è stata superata – spiega Pavan della Cisl – Quota 100 è un primo passo ma non dà risposte a tutti, penalizzando soprattutto le donne. Va detto che metà della spesa per questa misura deriva dal taglio alla rivalutazione delle pensioni, quindi a pagare sono quindi ancora una volta i pensionati”.

Salvatore Monteduro (UIL)

Anche i giovani, spiegano i sindacati, pagano lo ‘scotto’ perché non vedrà la luce la pensione di garanzia, “provvedimento su cui si era trovato accordo nel precedente Governo e che avrebbe dovuto attuarsi, ma questo esecutivo non l’ha considerata” continua Pavan.

La proposta avanzata dai sindacati è quella del pensionamento al 41esimo anno di contributi, senza prendere in considerazione l’età anagrafica. “Avevamo chiesto al Governo di detassare il Tfr destinato ad accantonamento nei fondi di previdenza complementare” ha ricordato Monteduro della Uil.

Reddito di Cittadinanza

“Al di la di alcune stima comparse sulla stampa, oggi nessuno sa quantificare la platea di persone che potranno usufruire del Reddito di Cittadinanza. Come sindacato avremmo preferito ampliare il reddito di inclusione, uno strumento che già funzionava e che noi avevamo proposto, anziché un nuovo strumento tutto da costruire”.

I dubbi sono sull’effettiva capacità dei centri dell’impiego di avanzare tre proposte lavorative per ogni disoccupato. “Credo che oggi per i centri dell’impiego sia difficile avanzare anche solo una proposta di lavoro” dice Pavan.

“Se non crei lavoro come puoi garantire offerte di lavoro e sconfiggere la povertà? – si chiede Monteduro – Asistiamo ad un lavoro precario che mette in difficoltà soprattutto i giovani”

Diego Riva (Cgil)

Flat Tax partite Iva

Critiche dai sindacati anche per il taglio fiscale alle partite Iva, con l’aliquota al 15% fino ai 65 mila euro di ricavi.

“Creerà trattamenti differenti rispetto ai lavoratori dipendenti, che invece vengono tassati al 22-23%, rendendo più conveniente il lavoro autonomo. E’ un fattore che stiamo monitorando – spiega Diego Riva – i dipendenti, insieme ai pensionati, sono quelli che maggiormente contribuiscono con le proprie tasse al sistema Paese. Non siamo contrari ad una rivisitazione degli strumenti fiscali ma serve equità. Basterebbe applicare i principi della Costituzione, chi guadagna di più deve pagare qualcosa di più”.