Il corteo in centro e gli interventi istituzionali in Sala Ticozzi
Brivio: “Le polemiche non svuoteranno di senso il 25 Aprile”
LECCO – “Ioggi non celebriamo un rito, ma ricordiamo una storia ed i suoi valori. Perché è il senso del rito nella sua accezione più piena a legarci ogni anno, in pubblico ed in una data precisa. Da chiarire c’è invece che non è un rito vuoto e che non viene svuotato certamente dalle polemiche di questi giorni. E’ ozioso e pretestuoso legare questo momento al tifo per l’una o l’altra fazione. L’Italia non può dividersi davanti alle sfide che la attendono”.
Il sindaco Virginio Brivio interviene alle celebrazioni di un 25 Aprile che quest’anno più di altri anni è segnato da malumori e scontri nella politica nazionale, con la Lega nel mirino delle critiche anche dei suoi allegati di Governo, dopo le prese di posizione del leader del Carroccio, il vicepremier Matteo Salvini.
I riflessi territoriali non sono mancati, tanto che alle celebrazioni nel capoluogo non si sono notate presenze di esponenti del Carroccio, nonostante le dichiarazioni alla vigilia dei festeggiamenti (vedi articolo) che avevano fatto intendere la partecipazione dei leghisti al momento istituzionale.
Un 25 Aprile che, a dispetto della mancanza di una parte, ha visto quest’anno più di altri la partecipazione dei cittadini, che hanno sfilato in corteo per le strade di Lecco, al termine della santa messa celebrata dal prevosto, mons. Davide Milani, alla Chiesa della Vittoria.
La parata, aperta dal Corpo Musicale A. Manzoni, ha percorso le vie del centro per raggiungere il monumento a Largo Montenegro, per l’omaggio ai caduti. Poi gli interventi istituzionali in Sala Don Ticozzi.
“La libertà è di tutti”
Il sindaco Brivio ha ricordato la medaglia d’argento alla Resistenza assegnata a Lecco. “I valori di questa festa non possono evaporare per miopia o calcoli di parte – ha proseguito il primo cittadino, con implicito riferimento alle politiche del Governo, in particolare in materia di immigrazione – la libertà è di tutti, non c’è diritto di qualcuno che venga prima del diritto di altri. Il senso di appartenenza, che oggi sentiamo venir meno, è colpa di una mancanza del senso politico di costruire insieme”.
Un Paese, l’Italia, che oggi “ha l’esigenza di un riscatto culturale – è intervenuto il prefetto Michele Formiglio – di una nuova resistenza etica contro la corruzione e la criminalità organizzata”.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati” la frase di Calamadrei è stata rievocata dal prefetto Formiglio.
Le montagne e la resistenza
Lecco conosce bene quelle montagne, scenario delle storie della Resistenza. “Vera Ciceri e il suo compagno Invernizzi furono i primi, nel 1942, dopo la prigionia, a salire in Erna e iniziare la lotta armata al fascismo – ha ricordato Enrico Avagnina, presidenti dell’Anpi di Lecco – loro come altri, avevano iniziato il loro impegno, la loro opposizione al regime, ancora prima dell’occupazione tedesca del 1943. C’era chi aveva rifiutato la guerra armata ma diede il suo fondamentale contributo: come i medici che soccorrevano i partigiani feriti, i sacerdoti, le staffette”.
ANPI contro le manifestazioni dei neofascisti
Avagnina ha commentato con amarezza “certe manifestazioni nostalgiche” e “i fascisti del 3° millennio” (solo ieri il flashmob neofascista a Milano) chiedendo che le autorità intervengano.
“Gli strumenti, al contrario di quel che si dice, esistono – ha proseguito il presidente dell’Anpi di Lecco – la legge Scelba prima, la legge Mancino poi, ma basterebbe applicare la Costituzione, fin dal suo primo articolo. ‘L’italia è una repubblica democratica’ e la democrazia è inconciliabile con il razzismo e il fascismo”.
“Il 25 Aprile – ha commentato il presidente della Provincia, Claudio Usuelli – ci lascia un’eredità da difendere a tutti i costi. E’ la festa di tutti i cittadini italiani”.