Consiglio straordinario a sei giorni dal voto per discutere la mozione del consigliere di maggioranza dissidente Giuseppe Valentino
Accusato di sottrarsi al confronto sul piano di via Giotto, Fumagalli replica: “Stiamo attuando semplicemente quanto previsto dal Pgt”
LOMAGNA – Da una parte la strenua richiesta di più confronto e trasparenza, dall’altra la continua sottolineatura di aver operato nel rispetto delle normative e delle procedure amministrative. Scintille ieri sera in consiglio comunale quando grazie all’unione tra i consiglieri comunale di minoranza di Impegno Lomagna e il consigliere dissidente di maggioranza Giuseppe Valentino è stato possibile convocare, a sei giorni dal voto, un consiglio comunale straordinario.
Due i punti all’ordine del giorno, ovvero una mozione di Valentino sul recupero dell’area ex Rdb di via Giotto e un’interpellanza di Sala sul recupero di via Roma.
Piena la sala consiliare
Partecipatissima la seduta di consiglio, con tutte le sedie occupate dal pubblico, intervenuto in maniera massiccia probabilmente anche in vista dell’imminente appuntamento con il voto di domenica 26 maggio. Un argomento, quello delle prossime elezioni, emerso a più riprese durante il serrato dibattito che ha visto contrapposti principalmente il sindaco Stefano Fumagalli, il consigliere Giuseppe Valentino e il capogruppo di minoranza Mauro Sala, con interventi anche dei consiglieri Alberto Bonanomi e Andrea Magella.
La discussione è partita dopo la lettura della mozione presentata da Valentino, convinto dell’importanza di coinvolgere maggiormente la cittadinanza su un intervento come quello previsto nell’ex area Rdb. Il progetto, inserito nel piano attuativo in fase di approvazione, prevede la realizzazione di un deposito di bossoli da parte della Fiocchi Munizioni in via Giotto, all’interno della vastissima area dove fino a poco tempo fa era attiva la Rdb, colosso nella produzione di cemento e asfalto. Un intervento, presentato per sommi capi in consiglio comunale alcuni mesi fa, che ha fatto storcere il naso a molti, contrari soprattutto per motivi etici a vedere localizzato, all’interno di un parco, un deposito di munizioni. E’ stata così promossa una raccolta firme, giunta quasi a 800 firme. Ed è proprio a queste firme che si è riferito Valentino, accusando il sindaco di poco confronto.
“Queste persone hanno firmato per dire che un deposito di armi in un parco non sarebbe stato il massimo. Ma nonostante questo lei va avanti, decidendo per altri. Il piano attuativo è stato adottato e andrà in approvazione senza che i cittadini si possano esprimere”. Eppure, sia per Valentino che per Sala, l’amministrazione comunale si era impegnata, capogruppo Cristina Citterio in testa, a redigere un volantino per illustrare quanto previsto dal piano attuativo di via Giotto. “Lo avevate promesso durante il consiglio del 5 aprile” l’accusa incrociata dai due banchi, di maggioranza e minoranza. Secca la risposta anche della stessa Citterio, pronta a ricordare di aver già detto che il volantino non sarebbe stato opportuno per via delle imminenti elezioni. Visioni contrapposte che non sono riuscite a trovare un punto di convergenza.
Fumagalli: “Una riqualificazione ambientale importante”
Il sindaco ha più volte ribadito come il piano attuativo di via Giotto rappresenti un’occasione per Lomagna di vedere riqualificata e bonificata un’area dismessa e abbandonata. “E’ un ottimo progetto dal punto di vista ambientale perché prevede la diminuzione della superficie impermeabile e tanti interventi di miglioramento anche dell’area esterna, come la sistemazione del Molgoretta. Sottolineo anche che questo intervento è stato sottoscritto anche dal Parco del Curone. Avremmo potuto portare avanti questa pratica come un semplice permesso a costruire invece abbiamo optato per un piano attuativo proprio per dare alla cittadinanza la possibilità di presentare, nei tempi previsti dalla normativa, delle osservazioni”.
Un punto, quest’ultimo, contestato a sua volta, con Valentino pronto a evidenziare l’assenza della convenzione tra i tre soggetti coinvolti all’albo pretorio del Comune: “Come può un cittadino informarsi se manca tutta la documentazione?” ha rimarcato il consigliere subentrato qualche mese fa al dimissionario Lorenzo Adorni che nella mozione aveva anche chiesto di allungare i tempi previsti per le osservazioni. Convinto di aver messo a disposizione dei cittadini tutti gli atti inerenti a questo piano attuativo, Fumagalli ha contrattaccato: “Invalidate pure questa adozione, se siete convinti. Non sono un giudice, ma l’interesse di Lomagna è un altro”.
Due visioni opposte e assolutamente non convergenti
In un clima crescente di tensione, il primo cittadino uscente ha ribadito la differenza tra programmare un intervento e attuarlo. “Durante la programmazione del Pgt non avete detto nulla e ora che si tratta solo di realizzare quanto previsto nel documento di programmazione del territorio avete da ridire e chiedete di coinvolgere le persone. Ma il cittadino lo incontri quando vuoi programmare. Questa è la base dell’amministrazione”.
Una “lezione” che non ha convinto gli “scolari” impenitenti pronti a sottolineare che uno strumento di programmazione possa anche essere rivisto quando cambiano gli scenari. “Non avevamo certo previsto che sarebbe arrivata un’azienda di questo tipo a Lomagna. E restiamo convinti che per temi importanti la cittadinanza vada sentita. Questo vuol dire sottrarsi al confronto”. Accuse che il sindaco ha respinto con un certo sarcasmo: “E’ lei che non è capace di confrontarsi – ha replicato a Valentino -. Infatti è rimasto solo nel gruppo”.
Un punto, quello del coinvolgimento della popolazione, utilizzato anche da Magella e da Bonanomi, che senza troppi giri di parole ha accusato la maggioranza di fare di testa propria su tutte le questioni importanti dalla centrale a biomasse (Fumagalli ha però ricordato il consiglio comunale aperto convocato prima della realizzazione, sottolineando “Mi scaldo quando le persone non dicono la verità”), al centro di accoglienza per i profughi passando per il piano attuativo di via Giotto e quello di via Roma. Un intervento corposo e importante che ha occupato l’ultima parte di consiglio. La minoranza ha etichettato come blitz elettorali lo sblocco di alcuni interventi, come l’area Jucker, da poco fatta ripulire o via Roma, fermi da anni. Anche qui, alla luce di quanto previsto dal prospetto planivolumetrico, Sala vorrebbe un maggior coinvolgimento della popolazione perché i primi disegni emersi rappresentano “un pugno nello stomaco” rispetto al contesto del centro storico di Lomagna. Per Fumagalli però questo non è il momento giusto.