Problemi con la procedura ora telematizzata di richiesta degli assegni famigliari
Il patronato: “L’esito non viene comunicato agli utenti, così lavoriamo al buio”
LECCO – Ogni cambiamento non è mai indolore e così anche la telematizzazione delle pratiche di assegni familiari per i lavoratori del settore privato, attiva dal 1 aprile, sta creando non pochi grattacapi.
E’ il patronato Inca Cgil a rendere nota la situazione. “Siamo sicuramente favorevoli alla telematicità dei procedimenti, utile a snellire i tempi di lavorazione delle richieste e in grado di offrire maggiore trasparenza, ma i lavoratori si trovano oggi nell’incertezza, non sanno se le loro richieste siano andate o meno a buon fine. Parliamo di 2 mila persone che chiedono assistenza al nostro patronato” spiega Diego Riva, segretario generale della Cgil di Lecco.
Cinzia Gandolfi, responsabile del patronato Inca, entra nel dettaglio: “Dal primo aprile non è più utilizzabile il modello cartaceo per i dipendenti del settore privato, la richiesta va compilata attraverso il portale dell’Inps che la lavora in automatico. L’utente lo può fare in autonomia, con il proprio codice Inps, oppure tramite i patronati. Molti hanno scelto di rivolgersi a noi perché meno avvezzi alle procedure informatiche o comunque sapendo di trovare al patronato persone competenti. Nel momento della richiesta, il sistema restituisce a noi una ricevuta che diamo al lavoratore da presentare in azienda”.
Le richieste vengono quindi spedite attraverso il portale dell’ente previdenziale, lavorate in automatico nel giro di 24 ore e inviate all’azienda del dipendente, al ‘cassetto bidirezionale’ in uso al datore di lavoro, con l’importo che dovrà essere aggiunto alla busta paga del lavoratore.
Tanti gli utenti in difficoltà
L’incremento delle persone che, in difficoltà con la nuova procedura si sono rivolte al patronato è nei numeri: 1467 pratiche trattate da Inca nel 2018, 2010 quelle lavorate quest’anno.
“Il problema si pone quando l’importo risulta non corretto oppure non se la cifra non compare nello stipendio, di norma nel mese successivo alla richiesta – spiega la referente del patronato – l’utente, in caso di non accettazione, dovrebbe ricevere comunicazione da parte dell’Inps, cosa che ad oggi non sta accadendo. Solo dal portale Inps, entrando nella domanda dopo diversi passaggi, è possibile individuare esito e motivazioni di eventuali problematiche riscontrate”.
C’è chi tenta di verificare in autonomia l’esito della propria domanda, altri si rivolgono nuovamente al patronato: il risultato è l’aumento del 40% dell’utenza in queste settimane allo sportello Inca.
Altra questione riguarda le autorizzazioni alla domanda di assegni famigliari richiesta a conviventi, separati o divorziati, “che, al contrario del passato, oggi non producono più un esito riportante la scadenza dell’autorizzazione. In questo modo- prosegue la referente del patronato – anche noi operatori lavoriamo al buio”.
Inca: “Se possibile, rivolgevi all’Inps”
Quello di agosto sarà il mese più critico, il periodo di decorrenza degli assegni familiari va infatti dal 1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo, e molti attendono di conoscere, dalla busta paga, se la propria richiesta sia andata a buon fine.
“Purtroppo i nostri uffici non saranno disponibili ad agosto per lavori interni già programmati da tempo – conclude Gandolfi – invitiamo quindi l’utenza, in caso di problemi, di rivolgersi direttamente all’Inps”