Ponte di Paderno, oggi la prova del nove per pendolari e auto: ecco come è andata

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Auto sul ponte San Michele

Situazione sotto controllo a Paderno, con il nuovo parcheggio in via dei Roncà di fatto inutilizzato

Pendolari alle prese con le nuove possibilità per raggiungere la stazione di Paderno, ma il vero nodo restano i treni: troppi i ritardi e i convogli cancellati

PADERNO – Il vero test era questa mattina, lunedì, con il flusso di automobilisti, pronti nuovamente a percorrere il ponte per andare al lavoro o a scuola, oppure per raggiungere, come nel caso dei pendolari, la stazione di Paderno per poi andare a Milano. A tre giorni dalla cerimonia di riapertura al traffico veicolare del San Michele, avvenuta nel primo pomeriggio di venerdì, gli occhi erano tutti puntati su Paderno d’Adda. Un Comune tornato a essere ancora a portata di mano per i tanti pendolari bergamaschi che, complice la chiusura della linea ferroviaria (i lavori al Ponte San Michele sono ancora in corso e la linea ferroviaria verrà riattivata solo nel settembre 2020), potevano decidere di arrivare direttamente qui con la propria auto per prendere il treno.

La stazione di Paderno

Ponte chiuso ai treni: le alternative per i pendolari

Un’eventualità, quest’ultima, che Comuni, Regione e Trenord hanno cercato di rendere meno appetibile (per non congestionare il traffico) potenziando i servizi di mobilità alternativi finora in funzione. Ai bus che effettuano il giro lungo passando da Brivio e alle navette circolari che raccolgono i pendolari alle sponde del San Michele, sono stati aggiunti dei minibus della capienza di circa 20 persone che portano, da stazione a stazione i pendolari, transitando sul ponte. Proprio in vista di un boom di pendolari automuniti su Paderno, Comune e Rfi hanno anche allestito un parcheggio provvisorio in via dei Roncà, con accesso diretto al secondo binario.

La cronistoria di questa mattina

Questa mattina anche noi abbiamo preso l’auto e siamo andati a testare il nuovo ponte per toccare con mano la situazione. Un giro prima sul San Michele con andata e ritorno da Calusco e poi tappa in stazione per raccogliere le testimonianze dei pendolari.
Arriviamo in via Edison a Paderno intorno alle 7.30.

Coda al semaforo del ponte

Il semaforo sul ponte è rosso e abbiamo un po’ di auto davanti a noi. C’è coda insomma. Ma nulla di così diverso da quanto accadeva prima della fatidica data del 14 settembre 2018, quando imbroccare il verde al ponte di Paderno era come giocare alla roulette russa. Aspettiamo con pazienza che la lampada si colori a nostro favore e ci incolonniamo per varcare il San Michele. In senso opposto al nostro, le altre macchine, quelle che arrivano da Verderio che devono svoltare sul ponte oppure proseguire dritte. Si crea un po’ di tappo, con l’inevitabile sfida a chi ha più malizia alla guida, ma poi imbocchiamo il ponte.

Sul ponte a 20 km all’ora

Velocità di marcia 20 chilometri all’ora. Intorno a noi lo splendore della valle dell’Adda che ci traghetta da una sponda all’altra del fiume. Arriviamo sul suolo bergamasco.

Più lunga la coda sul versante caluschese

La colonna delle auto in coda arriva quasi fino alla rotonda dello Spaccio Dolci. Svoltiamo a sinistra alla francesina per tornare a Paderno e ci mettiamo in coda pensando: “Da questa parte non ce la faremo mai a passare sul ponte con un semaforo solo”. E invece, il verde ci aspetta e riusciamo a tornare sul suolo lecchese più velocemente del previsto.

Parcheggio deserto in via dei Roncà

Non ci resta che andare in stazione, passando prima a dare una sbirciatina al nuovo posteggio realizzato in via dei Roncà. In pochi hanno avuto la nostra stessa idea. Il parcheggio è di fatto deserto. Le uniche auto in sosta sono sul posteggio asfaltato realizzato già da tempo. Delle due l’una: o sono venuti tutti con le navette, oppure i pendolari non sapevano di questo parcheggio e si sono arrangiati in altro modo con qualche parcheggio creativo non proprio in linea con il codice della strada (soprattutto in via delle Brigole).

Deserto il parcheggio di via dei Roncà

I commenti dei pendolari

In stazione i nostri dubbi vengono quasi del tutto dissipati. In pochi sapevano del nuovo posteggio realizzato che dà accesso direttamente sul secondo binario. “Abbiamo preso le navette sperimentali perché altrimenti non avremmo saputo dove parcheggiare qui a Paderno” ci hanno confermato Pierluigi, Giacomo, Amedeo e Vincenzo, lavoratori caluschesi diretti a Milano. “Sono comode, ma stamattina erano in ritardo rispetto all’orario previsto. Ormai noi pendolari siamo abituati a muoverci in anticipo, ma qualcosa va aggiustato”. Il servizio è nuovo e verrà testato per le prossime cinque settimane.

Pendolari in attesa sulle banchine a Paderno

Navette sperimentali: un servizio usato

Anche perché la vera incognita era (e resta) il traffico veicolare sul ponte e quindi i tempi di percorrenza tra le due stazioni. “Ci abbiamo messo solo 8 minuti, rispetto ai 25 preventivati – ci ha confermato Sara, studentessa di Medicina alla Statale di Milano – Abito a Suisio e oggi ho provato le nuove navette salendo in stazione a Calusco. Fino a venerdì, invece usavo quelle circolari, lasciando sempre l’auto a Calusco”. Seppur non ufficiali, i primi dati, circolati di pendolare in pendolare, sull’utilizzo delle nuove navette sono buoni: piena quella in partenza alle 6.22 da Calusco e affollata anche quella delle 7.27. Soppresse invece quelle delle 6.38 e 8.38, dal momento che sono stati cancellati i treni corrispondenti.

Il lungo viaggio per arrivare in stazione. E poi? Treni soppressi

Un problema, quello della circolazione ferroviaria, che rappresenta la vera spina nel fianco per i tanti pendolari che, oltre alla chiusura del ponte, devono convivere ogni giorno con le troppe incognite del servizio ferroviario. “E’ una vergogna – sbotta Michele, a dir poco arrabbiato per questa ennesima giornata nera per il trasporto pubblico locale -. Il treno delle 7.52 da Paderno è partito con quasi 30 minuti di ritardo alle 8.19. Se avesse aspettato 3 minuti, avrebbe potuto caricare le persone che volevano prendere 8.22, a sua volta in ritardo di 20 minuti e arrivato a Monza con 37 minuti di ritardo. Il treno successivo 8.52 è stato soppresso senza preavviso. Assurdo. I pendolari sono merce a perdere”.