Ponte di Paderno, il cantiere non si ferma: “Siamo solo a metà lavori”

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Venerdì la riapertura alle auto e l’annuncio che la circolazione ferroviaria verrà riattivata a settembre 2020

I tecnici della ditta Notari fanno il punto della situazione, precisando che gli ultimi interventi riguarderanno sabbiatura e verniciatura

PADERNO D’ADDA – “Siamo più o meno a metà lavori. Dobbiamo proseguire il rinforzo strutturale del ponte e poi effettuare i lavori di sabbiatura e verniciatura della struttura”. A parlare è Paolo Pancini, direttore del cantiere allestito da mesi per i lavori di riqualificazione dello storico viadotto che collega, da fine Ottocento, la sponda bergamasca con quella lecchese dell’Adda. Ieri, venerdì, la pioggia torrenziale ha battezzato la cerimonia di riapertura al traffico veicolare sul ponte, chiuso ad auto e moto dal 14 settembre 2018.

I lavori non sono finiti

Ma i lavori non si possono certo dire finiti. La struttura va consolidata per permettere di riattivare la circolazione ferroviaria e mettere così definitivamente fine ai disagi vissuti dai pendolari della Bergamo -Carnate – Milano. Non solo, ma vanno anche terminati i lunghi lavori di verniciatura e sabbiatura, quelli che dovrebbero dare un volto più fresco e pulito a un ponte che si candida a diventare patrimonio dell’Unesco. Proprio ieri, l’amministratore delegato delle ferrovie dello Stato Maurizio Gentile ha comunicato che il San Michele verrà riaperto alla circolazione ferroviaria a settembre, con due mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma previsto. “Vedo che mi state facendo i segni con le mani, ma credo che possiamo farcela” ha detto sorridendo da sotto il gazebo che lo proteggeva dalla pioggia scrosciante rivolgendosi ai tecnici e agli operai della ditta Notari.

Ingegneri, tecnici e operai al lavoro notte e giorno su un ponte, sospeso sull’Adda, di cui ormai conoscono ogni bullone e ogni inferriata e dal cui fascino sono rimasti stregati. “Riattivare la circolazione ferroviaria per settembre 2020 è fattibile – ha commentato Milo Francesco Carera, direttore tecnico della Notari, il primo sostenitore della superba bellezza architettonica del San Michele – . Ma non credo che per quella data finiremo tutto il lavoro di restauro conservativo”. Il che vuol dire che, molto probabilmente, bisognerà arrivare a novembre per terminare la fase di sabbiatura e verniciatura del viadotto. “I treni potranno tornare a circolare una volta terminati i rinforzi strutturali – ha aggiunto Pancini, direttore del cantiere – . Una volta terminata quella fase, il ponte potrà essere restituito anche ai pendolari mentre la ditta appaltatrice concluderà i lavori di sabbiatura e verniciatura, i più lunghi e anche quelli che più visibili a livello estetico e visivo”.

Le chiusure notturne del ponte

Si parla quindi ancora di un anno di cantiere, la cui presenza comporterà ancora qualche disagio. Già settimana prossima il ponte verrà chiuso di notte per esigenze di cantiere: “Lo dobbiamo fare perché attualmente l’approvvigionamento dei materiali lo facciamo dall’alto verso il basso. Il che vuol dire che quando avremo determinate necessità di lavorazione, dovremo chiudere il transito di notte”. Dalla mezzanotte di lunedì alle 4.30 di venerdì prossimo la strada sarà sbarrata per terminare i lavori al camminamento. “Poi dovremo farlo più avanti per spostare, ad esempio, i ponteggi. Cercheremo sempre di farlo evitando i fine settimana per ridurre i disagi”.

Il futuro del Ponte San Michele

E dopo? Quanta vita avrà questo ponte? Una domanda che in tanti ieri si sono fatti, guardando la piccola careggiata a senso unico alternato di circolazione e la velocità ridotta a 20 chilometri all’ora. “Sono valutazioni che dipendono da diversi fattori. Qualora venisse riservato solo al traffico ciclopedonale, potrebbe avere vita lunghissima. Certo è che il ponte non è eterno”. “Tutto dipende da quali sono le esigenze del territorio. Bisogna trovare un connubio tra le necessità dei residenti e i carichi strutturali che il ponte può ancora reggere” ha fatto eco il progettista Marcello Vaccarezza. Una riflessione condivisa anche dal ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, pronta a ribadire che nuove infrastrutture, come potrebbe essere il nuovo ponte sull’Adda, devono essere condivise da e con la comunità. Occhi puntati quindi sul nuovo ponte sull’Adda, destinato a non restare probabilmente soltanto un’ipotesi.