Il presidio permanente rimarrà attivo almeno fino a martedì 11 febbraio
I lavoratori: “Chiediamo un passo indietro”
BOSISIO PARINI – “Noi il bene lo facciamo bene. Voi lo pagate male”. È questo lo slogan lanciato dai lavoratori della Nostra Famiglia di Bosisio Parini che alle 11.30 di questa mattina, lunedì, si sono riuniti in presidio davanti ai cancelli della struttura a seguito della comunicazione di disdetta unilaterale dei contratti applicati ai lavoratori da parte dell’azienda.
La notizia o la “pugnalata”, come è stata definita dai lavoratori, è arrivata lo scorso martedì 28 gennaio nelle caselle di posta elettronica di tutti i dipendenti.
Con una lettera alle segreterie nazionali e territoriali Cgil, Cisl e Uil inviata lunedì 27 gennaio e con una mail ai lavoratori, la Nostra Famiglia avrebbe infatti fatto sapere che dal 1° febbraio 2020 sarebbe stato applicato un nuovo contratto che prevede, tra gli altri, l’aumento di due ore del monte ore settimanale a parità di salario.
Decisione che ha destato il malcontento non solo perché arrivata “senza una preventiva consultazione e senza un’esplicita motivazione”, ma anche perché si aggiunge al mancato rinnovo del contratto Aris sanità privata scaduto da 13 anni, per il quale era stato aperto un tavolo di discussione “ora naufragato”, come hanno precisato i dipendenti.
In risposta a questa “perdita in termini contrattuali, non soltanto economica, ma anche normativa”, è sorto il presidio di questa mattina, deciso lo scorso 30 gennaio dalle Segreterie territoriali Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fp di Lecco e dai dipendenti della Nostra Famiglia di Bosisio Parini e delle sedi lombarde riuniti in assemblea generale.
Un presidio che, assicurano i presenti, durerà almeno fino al prossimo 11 febbraio data in cui è stato fissato un incontro a Roma dove i vertici dell’azienda dovranno dare spiegazioni di questa scelta unilaterale, diffidata dalle segreterie nazionali.
“Siamo qui in presidio permanente, cosa che non accadeva da anni, perché siamo arrivati a un punto di non ritorno con il nostro ente – ha spiegato in rappresentanza dei lavoratori Flavio Concil, impiegato presso la Nostra Famiglia di Bosisio – Dopo tredici anni di mancati rinnovi contrattuali, ci viene chiesto addirittura di vederci ridurre gli stipendi. Tutte le persone che lavorano qui tutti i giorni non si meritano un trattamento di questo tipo e comunicazioni dell’ultimo minuto. C’è sempre stato un buon rapporto e per questo siamo ancor più basiti: il sentimento di appartenenza a questa struttura è sempre stato molto forte, ma ora, come diciamo da qualche giorno, non ci sentiamo più parte della Nostra Famiglia”.
“Non eravamo preparati a questa comunicazione, ma lo eravamo per presentare il nuovo contratto nazionale di lavoro – ha aggiunto Catello Tramparulo, segretario generale Fp Cgil Lecco – Le strutture nazionali hanno diffidato formalmente l’applicazione di questo contratto che cambierebbe le regole e i diritti in capo ai lavoratori assunti con un altro contratto. Per ora non c’è stata alcuna risposta e abbiamo chiesto un incontro. Per noi la discussione parte nel momento in cui Nostra Famiglia si ferma e ritira quella comunicazione. I lavoratori sono assolutamente arrabbiati e sappiamo di proteste in tutta Italia e attendiamo che Nostra Famiglia apra un tavolo per capire se ci sono margini su cui discutere”.
I lavoratori uniti davanti alla sede di Bosisio questa mattina hanno quindi voluto dare segno di questa volontà affiggendo e mostrando agli utenti di passaggio cartelli e striscioni.
“Abbiamo scelto questa frase ‘Noi il bene lo facciamo bene. Voi lo pagate male’ riprendendo una citazione di don Luigi Monza, ‘Il bene va fatto bene’ – hanno spiegato i lavoratori – I questionari di gradimento degli utenti dimostrano come i professionisti della struttura garantiscano la qualità dei servizi per cui la Nostra Famiglia è conosciuta in tutta Italia e vorremmo che questo fosse riconosciuto. E ci rammarica ancor di più dover arrivare a questo punto anche perché tutti abbiamo sempre creduto nella missione della struttura”.
I dipendenti hanno organizzato turni per assicurare il presidio durante tutta la prossima settimana: “Non faremo mancare il servizio ai nostri utenti, ma manterremo il presidio e non escludiamo di indire scioperi nei prossimi giorni”, hanno concluso. Domani, martedì, verrà inoltre distribuita una lettera che spieghi le ragioni di questa scelta.