MANDELLO – I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di San Donato Milanese, in collaborazione con i militari della Compagnia di Napoli, hanno individuato e arrestato i due malviventi responsabili di un assalto armato in un’importante gioielleria di Segrate lo scorso 18 maggio, riuscendo a impossessarsi di gioielli per un valore commerciale pari a 25.000 euro.
Si tratta di due pluripregiudicati napoletani, di cui uno già in arresto per altri reati. Quel giorno, il due rapinatori sono giunti presso la gioielleria di Segrate a bordo di una Fiat Uno rubata e, dopo averla parcheggiata poco distante, sono entrati separatamente nel negozio.
Il primo ad entrare mostra alla dipendente e coniuge del proprietario della gioielleria, un braccialetto tipo tennis, come scusa per attirare la sua attenzione.
La donna però chiede l’intervento del marito perché più pratico. Dopo qualche istante fa ingresso il complice con un tutore del tipo “polsiera” per coprire un tatuaggio. Quest’ultimo estrae subito dalla cinta dei pantaloni una pistola puntandola in direzione della dipendente che, spaventata, fugge nel retro del negozio venendo inseguita dal primo rapinatore.
In quei frangente l’altro si avventa sul marito (76enne), puntandogli prima la pistola sulla tempia per poi spingerlo con veemenza verso il retro del negozio ove c’era anche il complice che li teneva in ostaggio. Il complice ha estratto dalla cassaforte, già aperta, dei rotoli di bracciali, catenine in oro giallo e bianco e dei girocolli, mettendoli dentro una borsa da supermercato tipo shopper, per poi fuggire assieme al ‘collega’.
Dopo la rapina era stata rinvenuta dai Carabinieri la Fiat Uno provento di furto utilizzata dai rapinatori e con a bordo abbigliamento vario da loro abbandonato.
Le attività di indagine condotte dai Carabinieri, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Lodi, sono partite dalle analisi dei filmati di videosorveglianza, dai riscontri del DNA su alcuni capi di abbigliamento e dai riconoscimenti delle vittime: il ricordo dei rapinatori, durante quei momenti di terrore, è rimasto infatti inciso nella memoria degli anziani gioiellieri.
Attraverso l’acquisizione di una serie di registrazioni delle telecamere dei varchi, i Carabinieri sono riusciti a dimostrare che i rapinatori avevano una seconda vettura “pulita” d’appoggio, parcheggiata nelle vicinanze ed in precedenza già utilizzata per commettere il furto dell’auto utilizzata nella rapina. Questa seconda vettura, una Mercedes Classe C era stata noleggiata da uno dei due.
Gli arrestati, spiegano i carabinieri, prendevano di mira le più importanti gioiellerie di tutta Italia: i due, nel mese di marzo scorso, avrebbero anche rapinato una gioielleria a Follonica con lo stesso modus operandi ed un altro locale in provincia di Pesaro e Urbino.
A casa dell’indagato, nel corso della perquisizione, i militari hanno sequestrato anche parte dell’abbigliamento con cui è stata commessa la rapina. Dagli accertamenti tecnici biologici eseguiti dal RIS di Parma sui capi di abbigliamento utilizzati dai rapinatori sono emersi due profili di DNA corrispondenti ai due arrestati a conferma della loro colpevolezza.