“Chi può continui a vivere, non bisogna cedere alla paura”
Gianola, ex barista di Pescarenico, da 15 giorni si è autorecluso
LECCO – “E’ giusto essere prudenti e seguire le precauzioni, ma non bisogna cedere alla paura”. Un messaggio semplice e sincero quello che ha voluto condividere Ferruccio Gianola, per tutti Cippo, molto conosciuto a Lecco dove per 33 anni è stato titolare del bar Oasi, nel rione di Pescarenico. Parole che arrivano proprio da una persona che, per problemi di salute importanti, è costretto a non uscire di casa.
Cippo, ormai da quindici giorni, vive da recluso nella sua abitazione: “Dopo aver chiuso l’attività nel settembre 2018, purtroppo, sono cominciati i problemi di salute: sono un paziente oncologico e cardiopatico. E’ ormai un anno che combatto contro il tumore, sto seguendo una terapia abbastanza pesante – racconta -. Senza aspettare nessuna direttiva, cosciente di essere un soggetto veramente a rischio, mi sono autorecluso in casa”.
Una situazione complicata, ma accanto c’è chi può dargli una mano: “Al mio fianco ho la fortuna di avere mia moglie. Vivere certe situazioni in prima persona non è come parlarne… Nella mia condizione, purtroppo, non mi fido a uscire di casa e soprattutto non vorrei compromettere un anno di battaglia contro contro il tumore. Non vado all’ospedale e posso curarmi da casa con delle pastiglie per la chemioterapia. Sono saltati tutti gli appuntamenti e le visite che avevo in programma. Sto vivendo una situazione difficile, sicuramente c’è chi sta peggio di me, ma il punto è un altro…”.
Cippo, infatti, ha voluto raccontare della sua situazione soprattutto per lanciare un messaggio: “Purtroppo stiamo vivendo un momento dove regnano paura e allarmismo. Io ho 62 anni e, anche se fossi sano, sarei già vicino alla fascia d’età a rischio, figuriamoci con le mie patologie… La situazione è difficile, ma almeno chi sta bene continui a vivere una vita il più possibile normale senza cedere alla paura. E’ giusto seguire tutte le precauzioni e indicazioni degli esperti, ci mancherebbe, ma non smettiamo di usare la testa, altrimenti mi chiedo dove si andrà a finire…”.