Fragilità e speranza, un’opera di Lorenzo Lotto a Palazzo delle Paure per Natale
Il bellissimo dipinto rinascimentale dialogherà con una serie di quadri dell’artista contemporaneo Giovanni Frangi
LECCO – Dopo il successo dello scorso anno con il Tintoretto, sarà l’artista Lorenzo Lotto, con l’opera “Madonna con il bambino, San Giovanni Battista e Santa Caterina” (1522), il protagonista della nuova esperienza di “Un capolavoro per Lecco”.
“Sentiamo dire da più parti che quest’anno non ci sarà natale, è questa l’idea che sta passando a causa pandemia. Invece Natale ci sarà, non perché è una data sul calendario, ma perché Dio ci ha fatto la promessa che ci viene a visitare. Natale ci sarà perché ci sono dei cittadini che lo aspettano e lo vogliono vivere. E proprio oggi come non mai c’è bisogno di quel messaggio di speranza che il Natale offre. Sentiamo tutti esigenza di una speranza, di futuro, perché il tempo non sia segnato solamente dai bollettini dei contagi. Abbiamo bisogno di una apertura perché questa fragilità che sentiamo non sia l’ultima parola”.
Parte proprio da questa riflessione del prevosto di Lecco monsignor Davide Milani il senso, che quest’anno è ancora più forte, dell’iniziativa “Un capolavoro per Lecco” promosso dalla Comunità pastorale Madonna del Rosario, Associazione culturale Madonna del Rosario, Fondazione comunitaria del Lecchese e Comune di Lecco. Un progetto pluriennale che si pone come obiettivo di interpretare il difficile tempo che tutti noi stiamo vivendo.
“Non vogliamo diventare soggetto promotore di mostre – continua monsignor Milani – ma abbiamo una speranza da condividere che vogliamo offrire anche al di fuori della chiesa. Riproponendo questa iniziativa non vogliamo solo ripetere la bella esperienza dello scorso anno, ma vogliamo adattarla al tempo di oggi. Proprio per questo abbiamo scelto un’opera che fosse in grado di interpretare questo tempo di fragilità e speranza. In più abbiamo chiesto a un artista contemporaneo di stare davanti a questa opera Rinascimentale e provare a continuare quel dialogo. Non ci sarà quindi un’opera solitaria come dietro a questo progetto non c’è una persona sola ma bensì una comunità di amici e una comunità di istituzioni”.
L’evento “Lotto. L’inquietudine della realtà. Lo sguardo di Giovanni Frangi” si aprirà il 5 dicembre, vigilia di San Nicolò, e si protrarrà fino al 6 aprile al piano terra di Palazzo delle Paure. Nel pomeriggio di oggi, venerdì, la nuova edizione di “Un capolavoro per Lecco” è stata presentata in videoconferenza.
Giovanni Valagussa (Curatore artistico dell’evento)
A Giovanni Valagussa, curatore artistico dell’evento, il compito di entrare nel merito della scelta di quest’opera e delle sue caratteristiche: “Un dipinto bellissimo e raro di Lorenzo Lotto. Appartiene a una collezione privata e si trova in un antico castello nei pressi di Bergamo. Un dipinto del rinascimento che si è visto poco negli ultimi tempi”.
“Lotto lavora per committenti importanti senza mai raggiungere il livello sommo di altri artisti il che diventa motivo di tormento nella sua attività. Proprio questo aspetto lo rende un pittore molto più moderno: per indole e temperamento, Lotto è particolarmente sensibile a tutte quelle che sono le minime mutazione della realtà che osserviamo ogni giorno. La sua pittura acquista questo senso di straordinaria delicatezza e umanità, anche nei personaggi sacri”.
“In questo quadro i personaggi dialogano tra loro e manifestano tutte le loro ansie. La scena è composta con l’anticonformismo caratteristico di Lorenzo Lotto che dispone i personaggi quasi in contrasto uno con l’altro, lungo linee diagonali che attraversano lo spazio. Il gruppo centrale di Maria con il Bambino risente probabilmente di lontane suggestioni raffaellesche, forse risalenti ancora al breve soggiorno romano attorno al 1509, ma più in generale ragiona sulla ricerca di espressione del movimento e sulle possibilità di rappresentare un gruppo in torsione che si costruisca su una struttura approssimativamente piramidale. Un tema cruciale in questi anni del Rinascimento, sul quale avevano già elaborato decisive riflessioni nei disegni e in pittura ad esempio sia Leonardo che Raffaello, per non citare che i maggiori.
Tipicamente lottesca è però la sconcertante soluzione della piccola bara in legno che sporge di sbieco in primo piano e che subito conferisce un brivido drammatico alla rappresentazione. Un riferimento alla futura morte del Bambino che diventa la chiave di lettura dell’intera scena, spiegando il moto di spavento che lo spinge verso la Madre, a sua volta preoccupata e protettiva. Sotto alla cassa si nota anche un tavolaccio pure in legno sul bordo del quale il pittore scrive firma e data, in una probabile identificazione nel comune destino che sembra evocare una prossima morte.
Ai lati si affacciano due santi. Giovanni Battista che indica verso il Bambino e drammaticamente ne indica il futuro: Ecce agnus Dei. E Santa Caterina che nella tradizione dello sposalizio mistico rappresenta la Chiesa, continuatrice della presenza terrena di Cristo, ma accompagnata dal martirio ricordato dalla ruota uncinata. Una presenza rarissima è invece lo scoiattolo, dal quale il Bambino sembra ritrarsi terrorizzato: la spiegazione più probabile è che si pensava che lo scoiattolo fosse in grado di sentire in anticipo l’arrivo dei temporali, andando a rifugiarsi nella sua tana. Dunque se ne immaginava una sorta di capacità di previsione del futuro, che è dunque esattamente ciò da cui il Bambino prova a rifuggire, come in una previsione dell’Orazione nell’Orto”.
“Questa modernità – ha concluso Valagussa – abbiamo pensato di farla interpretare anche a un artista contemporaneo Giovanni Frangi. E proprio un artista del nostro tempo può essere lo sguardo giusto per rendercelo ancora più vicino ancora”.
L’artista contemporaneo Giovanni Frangi
“Ho sempre avuto una grandissima ammirazione per Lorenzo Lotto. Il mio avvicinamento a questa avventura è stato lento e non sapevo bene dove potevo arrivare. La chiave di volta nell’esercizio di lettura di questo artista è arrivata quando ho visto l’opera dal vivo, sono rimasto colpito dal cromatismo di alcuni dettagli. Il colore è sempre stato un elemento fondamentale del mio modo di esprimermi e nel quadro di Lotto ho trovato alcuni particolari in cui il cromatismo era fantastico e sudi me aveva un efficacia fortissima, Mi sono concentrato su questi particolari e ho iniziato a percorrere diverse strade”.
Un video realizzato dal regista Francesco Invernizzi, che farà parte del percorso espositivo, racconta proprio questo cammino: “Mi sono reso conto che non era bene pormi davanti al lavoro di Lotto con un solo quadro ma con una serie di opere, alla fine sette opere. Un esercizio che mi è servito per entrare dentro quadro di Lotto. Questa per me è stata una lezione: sono uscito dal mio campo protetto trovando un confine che per me era inedito”.
Il percorso di visita
La mostra, allestita dall’architetto Giorgio Melesi, troverà spazio al piano terra di Palazzo delle Paure nel pieno rispetto delle normative per il contenimento del covid. I gruppi di 6/8 persone entreranno ogni 15 minuti e si divideranno lungo il percorso che è costituito da tre diverse camere collegate da un corridoio che non svela fino all’ultimo la stanza successiva. Un allestimento stimolante che culmina con il dialogo tra l’opera di Lotto e le opere di Giovanni Frangi.
Come l’anno scorso a guidare i visitatori saranno i ragazzi delle scuole superiori del territorio oltre 260 studenti di 11 diversi istituti (64% ragazzi di quarta, 19% ragazzi di terza e 17% di quinta). Le prenotazione per la mostra sono on-line e nella prenotazione e c’è una segreteria che può rispondere a tutte le richieste. Il tutto sarà gestito in piena sicurezza le guide staranno in postazioni ben definite così come i visitatori.
E’ sempre attivo il crowdfunding con cui sono già stati raccolti circa 10 mila euro. Al raggiungimento di 50 mila euro la Fondazione Cariplo raddoppierà l’importo. Anche questo un modo per coinvolgere direttamente la comunità che può fare la propria parte anche con una piccolissima donazione.
Il sindaco Mauro Gattinoni e il vice sindaco Simona Piazza
“Il significato dell’arte è quello di parlare all’uomo e di parlare di un senso. E la comunità di Lecco è alla ricerca di un significato che passa dal ‘riconoscersi’, un momento di raccolta e di identificazione – ha detto il sindaco Mauro Gattinoni -. Consapevolezza e responsabilità diventano ingredienti di un agire comune. Ospitare questa iniziativa non solo dà un senso di speranza ma anche un senso di presenza: vivere davvero l’oggi con la volontà di dargli una direzione. Non possiamo essere indifferenti al momento che stiamo vivendo e non possiamo nemmeno rinunciare ad alimentare il nostro intelletto, il nostro spirito e anche la nostra fede. La cultura e il sapere sarà la cifra distintiva del saper fare, del saper agire con criteri moderni per affrontare le sfide, anche drammatiche, che ci attendono”.
“Attorno a questa iniziativa c’è una grandissima attesa – ha aggiunto il vice sindaco Simona Piazza-. Sono molto felice di questa rinnovata collaborazione con la Comunità Madonna del Rosario. Dal prossimo anno ‘Un capolavoro per Lecco’ troverà spazio nel percorso iniziato qualche anno fa per portare le grandi mostre a Lecco. Anche questo è un modo per far conoscere sempre di più la nostra città anche al di fuori dei nostri confini”.
Maria Grazia Nasazzi (Fondazione comunitaria del Lecchese)
“Il senso di comunità è il punto fondamentale che sostiene questa iniziativa. La nostra Fondazione incontra un territorio ricco e allenato a percorrere questi ambiziosi progetti che diventano un metodo, una didattica del fare del bene. Tutti noi siamo un capolavoro e quando ci incontriamo riusciamo a rispondere a un bisogno e questa iniziativa è un esempio. Ognuno di noi diventa domanda e risposta per se stessi e per gli altri”.