Intervista al dottore lecchese di ritorno dalle Olimpiadi di Tokyo
“E’ un grande orgoglio aver fatto parte di un team che ha conquistato così tanto”
LECCO – Non si è ancora spenta l’eco delle bellissime imprese degli azzurri dell’atletica alle recenti Olimpiadi: cinque medaglie d’oro, una cosa mai successa nella storia della nostra nazionale in quella che viene definita la regina di tutti gli sport. E sì, perché di una vera regina si tratta, a prescindere da qualsiasi sport si faccia infatti, la preparazione atletica è fondamentale. E quindi puoi lottare, sparare al bersaglio, tirare con l’arco, andare a cavallo, giocare con la palla, nuotare ma…. alla base c’è sempre la preparazione atletica.
Sabato scorso, ai Pian delle Betulle, c’era il traguardo del campionato italiano di corsa in montagna, e subito dopo l’arrivo, c’erano un gazebo, un tavolo e due panchine e dietro lo staff medico pronto a testare i migliori atleti della corsa in montagna. Ad effettuare i prelievi ematici per il successivo test del lattato, c’era il lecchese Stefano Righetti, medico al servizio della Fidal reduce dalla bellissima esperienza Olimpica e non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di farci raccontare la sua avventura a cinque cerchi.
“E’ stata una esperienza molto positiva dal punto di vista personale e, visti i risultati, direi anche molto fortunata – racconta Righetti -. Seguo questi ragazzi ormai da parecchi anni, ad esempio con Massimo Stano (vincitore della 20km di marcia), grazie anche all’amicizia con la moglie Fatima, carissima amica di mia sorella Maria, lavoro dal 2013, mentre è quasi tre anni che sono al fianco di Antonella Palmisano (a sua volta oro nella 20km di marcia al femminile). E’ stato molto bello e gratificante aver contribuito a portarli a vincere l’oro Olimpico. E’ chiaro che i meriti più grandi sono dell’atleta e dell’allenatore, ma far parte di un team di persone che contribuiscono al risultato, ti rende orgoglioso perché sei consapevole che il risultato finale è il frutto del lavoro di tutti e la soddisfazione alla fine è stata tanta”.
Un’esperienza gratificante sia dal punto di vista professionale ma anche dal lato umano: “Far parte di un gruppo, essere a stretto contatto con atleti e tecnici con cui avevo già avuto modo di collaborare nel corso degli anni ai vari raduni e condividere l’esperienza Olimpica: già questo, indipendentemente dal risultato sportivo, è stata una cosa fantastica, poi sono arrivati anche questi risultati, cosa si può aggiungere… Per quanto riguarda il mio futuro dovrò attendere le valutazioni del settore tecnico che poi assegnerà i vari incarichi e in base a quello si potranno fare i vari programmi di lavoro”.
Secondo te, quale è stato il segreto di questi inaspettati risultati, ma per questo ancora più belli e gratificanti sia per tutto il settore che per i semplici appassionati? “Sicuramente in questi anni c’è stata una modalità di lavoro molto serena, con un gruppo di persone che hanno lavorato tutti in un’unica direzione, con i ragazzi che a loro volta hanno lavorato senza voler essere protagonisti: tutto questo ha influito positivamente. E poi, le prime medaglie vinte hanno sicuramente influenzato il morale di tutti. Al di là delle medaglie poi ci sono stati primati italiani e tantissimi primati personali o stagionali”.
Ringraziamo il dottor Stefano Righetti per questa chiacchierata e lo lasciamo con l’augurio di poterlo rivedere alle Olimpiadi di Parigi 2024 e, perché no, commentare insieme altri successi degli atleti azzurri…