Un’estate andata anche oltre le previsioni degli albergatori lecchesi, superati i livelli del 2019
Tanti stranieri, il ritorno degli americani e a settembre ‘sold out’ per Motoraduno. Restano i problemi di personale e per il caro energia
LECCO / LAGO – “Una stagione da incorniciare”. Non ha dubbi Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco, raccontando l’estate 2022 che sta proseguendo all’insegna degli arrivi turistici sul territorio lecchese:
“Abbiamo superato i livelli del 2019, prima del Covid, e siamo sopra ogni previsione. Non ci aspettavamo una stagione così’ positiva – spiega Beri che a Varenna dirige il Royal Victoria e Villa Cipressi – tanti sono i turisti, tanti gli stranieri: a Varenna sono sempre stati la maggioranza ma quest’anno il turismo estero ha ripreso ad essere circa il 90%. Sono tornati gli americani che erano praticamente spariti nei due anni precedenti, ma anche gli australiani, i turisti del Sud Est Asiatico, al contrario sono assenti i russi e in generale il turismo russofono per motivi noti”.
Una stagione che non si è esaurita e che, anzi, promette bene anche per il mese di settembre: “E’ un mese ‘clou’, perché oltre ai turisti riprenderanno anche i matrimoni, i meeting aziendali, c’è tanta domanda e tanti eventi che si accavallano in quel periodo, come il Gran Premio di Monza e il Motoraduno di Mandello” e nella città della Moto Guzzi ci si prepara al pienone, con il ‘sold out’ delle strutture ricettive:
“Ormai da tempo è tutto esaurito e non solo a Mandello – ci spiega Silvia Nessi, assessore comunale e albergatrice – un cliente, qualche giorno fa, ci diceva che aveva tentato di prenotare nelle date dell’evento ma non c’era una camera libera se non in provincia di Bergamo. La stagione nel suo complesso, è iniziata presto e molto bene. Per quanto ci riguarda abbiamo fatto il tutto esaurito da Pasqua a settembre, con risultati superiori a quelli del 2019”.
Più turisti, più posti letto
Una crescita, quella del turismo, che ha fatto breccia a Mandello: “In due anni, le case vacanze sono quasi raddoppiate – spiega l’assessore Nessi – dalle 70 circa del 2019 alle oltre 120 attuali, segno che la cittadinanza sta capendo l’opportunità rappresentata dai turisti. Complessivamente a Mandello contiamo più di mille posti letto”.
Positivi anche i riscontri in Alto Lago come ci spiega Noemi Sandonini dell’Hotel Risi di Colico: “L’estate è andata molto bene, sicuramente meglio dell’anno precedente. Con meno restrizioni, la gente evidentemente si è sentita più libera e sono tornati anche i turisti stranieri, non solo i nostri ‘vicini’ come francesi, svizzeri e tedeschi, ma anche da oltre oceano. A Colico c’è anche una parte di turismo legato alla bicicletta, ma tante sono le attività: dalla vela al kite surf sul lago alle passeggiate in montagna”.
Anche la città è più turistica
Non solo lago: anche in città l’aumento dei turisti è stato evidente. “Decisamente – ci racconta Alessandra Giovanniello, direttore dell’NH Hotel Ponte Vecchio – abbiamo riscontrato livelli di fatturato più alti rispetto agli anni precedenti, anche i prezzi sono saliti e si sono adeguati a quello che è il livello turistico della città, sottostimato in passato rispetto a quello che invece questo territorio può offrire al turista in termini di esperienze. E’ un territorio che merita molto”.
“La maggior parte dei nostri ospiti sono stranieri, in particolare provenienti dal Nord Europa, dalla Francia e dal Portogallo, ma anche gli americani sono tornati e apprezzano molto il lago – spiega Giovanniello – il rovescio della medaglia sono i problemi strutturali del nostro settore, dalla mancanza di personale alle difficoltà di reperimento delle forniture, ai rincari dei costi energetici. Essere inseriti in una grande compagnia per noi è sicuramente un vantaggio, c’è un ‘plus’ che ci sostiene e che ci fornisce delle chiavi di lettura alle problematiche”.
Difficoltà confermate dal presidente degli albergatori lecchesi: “Purtroppo sì, è stato un anno fantastico ma altrettanto faticoso per il reclutamento di nuovi addetti e per i costi in bolletta già triplicati – spiega Severino Beri – se oggi gongoliamo per la bella stagione, rischiamo di non essere così soddisfatti il prossimo inverno: molti sul lago, da novembre, chiuderanno per riaprire in primavera ma il problema più grave riguarda i colleghi della Valsassina la cui stagione è legata allo sci e che, con tariffe sul riscaldamento quintuplicate, sono in serissima difficoltà e alcuni potrebbero rinunciare ad aprire”.