Design ingannevole: come influenza le tue scelte online

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Stai prenotando un volo dal sito di una compagnia aerea: selezioni le date, scegli i posti e procedi verso il pagamento… quando ti accorgi che nel riepilogo è presente un servizio extra che non avevi scelto di acquistare. Ripercorri i passaggi a ritroso e trovi la responsabile: la casella per scegliere l’opzione facoltativa (a pagamento) era pre-selezionata di default! 

Ti sarà capitato di trovarti in una situazione del genere: a volte, le interfacce di siti e app nascondono trucchetti per forzare le tue interazioni e influenzare le tue scelte.
Quando questo avviene, si parla di design ingannevole, dall’inglese deceptive design, che influenza la tua esperienza digitale senza che tu te ne accorga: ma come funziona?

Che cos’è il deceptive design?

Il termine inglese deceptive design (da deceive: ingannare) indica la progettazione ingannevole di un’interfaccia utente, con lo scopo di fuorviarti durante la navigazione e trarre profitto dalla tua confusione o inconsapevolezza.

Il suo opposto è un design user-friendly, che supporta, tutela e risponde alle necessità degli utenti in modo semplice e intuitivo: è così che dovrebbe essere sempre!

Modelli e strategie ingannevoli

Immagina elementi familiari in una schermata:  una casella di selezione, un bottone, un link o un testo.

Il design ingannevole non è definito dal suo aspetto, ma dalle finalità con cui viene creato: confonderti attraverso un linguaggio ambiguo, mostrarti finte recensioni, metterti fretta nel completare un’azione. Tutto per farti credere che il tempo a tua disposizione stia per scadere, quando non è così!

Ci sono molte strategie che vengono utilizzate per influenzare le tue scelte, eccone alcune.

    • Fare ostruzionismo: renderti un’operazione più lunga e complicata del necessario per convincerti a non portarla a termine.
      Ad esempio: obbligarti a seguire un lungo e difficoltoso processo per disiscriverti da un servizio.
    • Assillare: interromperti di continuo, forzandoti a distogliere l’attenzione da ciò che stai facendo.
      Ad esempio: mostrarti continui pop-up per ottenere da te nuove autorizzazioni.
    • Agire furtivamente: nascondere, camuffare o mostrarti in ritardo informazioni rilevanti, per cercare di influenzare le tue scelte.
      Ad esempio: preselezionare caselle per servizi a pagamento, sperando che tu non te ne accorga.
    • Interferire nell’interfaccia: riorganizzare gli elementi interattivi in modo da rendere difficile vederli, oppure suggerire che alcuni elementi siano da preferire ad altri.
      Ad esempio: utilizzare colori che rendono poco visibile un bottone di disiscrizione, per renderti difficile trovarlo.
    • Forzare un’azione: obbligarti a fare qualcosa di non strettamente necessario per poter continuare ad accedere o fruire di un servizio.
      Ad esempio: obbligarti a inserire il tuo indirizzo e-mail, quando non sarebbe necessario.

I modelli ingannevoli giocano con le tue emozioni e con la tua percezione: mascherano la realtà, danno informazioni parziali, simulano un’urgenza che non c’è… e lo fanno per trarre profitto!

Effetti negativi

Perché si sono diffusi questi espedienti? Purtroppo, perché possono essere estremamente performanti!

Queste strategie scorrette riescono a danneggiare l’utente, carpendo da lui dati personali, consensi e profitto economico.

I modelli ingannevoli, però, possono diventare un’arma a doppio taglio per le aziende che li utilizzano nelle proprie piattaforme, infatti possono portare a:

    • Perdere la fiducia del proprio target, perché l’utente manipolato si potrebbe sentire tradito e potrebbe abbandonare o screditare pubblicamente l’azienda.
    • Incrinare la propria reputazione, se il proprio nome dovesse essere accostato a queste pratiche ambigue.
    • Diminuire il profitto, a causa delle conseguenze sul lungo periodo dei primi due punti, che porterebbero ad una riduzione di conversioni e vendite.
    • Incorrere in sanzioni legali: alcuni modelli ingannevoli sono illegali in Europa e adottarli significherebbe incorrere in sanzioni.

Cosa fare per riconoscerli?

I modelli ingannevoli, purtroppo, sono particolarmente abili nel passare inosservati e non sempre c’è un modo certo per individuarli. Il loro spiccato talento per l’ambiguità rende estremamente complicato, a volte quasi impossibile, identificarli con assoluta certezza!

Cosa posso fare, da utente

Le strategie ingannevoli si nutrono della tua fretta

Prenditi il tempo necessario per capire che richieste ti vengono fatte. Presta sempre attenzione a tutti i passaggi, soprattutto se stai inserendo dati personali o concludendo un pagamento.

Se incontri qualche ostacolo, puoi segnalare il problema all’Assistenza Clienti. Potrebbe trattarsi di un semplice errore, ma aiuterai comunque l’azienda a prendere consapevolezza e migliorare il servizio. 

Se dovessi aver bisogno di supporto per la tua privacy, rivolgiti al Garante per la Protezione dei Dati Personali.

Cosa posso fare, da azienda

Se con la tua azienda promuovi prodotti o servizi attraverso siti e app, non dimenticarti mai dei tuoi utenti! Buone pratiche come il test di usabilità sono un ottimo punto di partenza per tenere monitorata l’esperienza degli utenti, ascoltare le loro necessità e far emergere eventuali elementi ingannevoli indesiderati.

Vuoi saperne di più sul design etico? Esplora i nostri articoli sul blog di Creeo Studio e contattaci per una consulenza su come migliorare l’esperienza utente delle tue piattaforme.

 

Appuntamento al prossimo articolo con Alleanza Digitale a cura di Creeo Studio.

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Fonti aggiuntive:

Deceptive Patterns: www.deceptive.design/
Le strategie dei Dark Patterns: https://darkpatterns.uxp2.com/
“Deceptive Patterns in UX: How to Recognize and Avoid Them”: www.nngroup.com/articles/deceptive-patterns/
“The Dark Side of UX”: www.interaction-design.org/literature/article/the-dark-side-of-ux
Modelli di progettazione ingannevole, Garante per la Protezione dei Dati Personali: www.garanteprivacy.it/temi/internet-e-nuove-tecnologie/dark-pattern#:~:text=Con%20la%20definizione%20di%20%22modelli,ma%20favorevoli%20all%27interesse%20della