Cala il sipario sul festival “Lecco Città dei Promessi Sposi”

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Un viaggio nella cultura e nella letteratura: il festival celebra il legame tra Manzoni e i suoi contemporanei

“Il festival si è svolto in diverse sedi, offrendo l’opportunità di approfondire i legami tra Manzoni e altri illustri cittadini lecchesi”

LECCO – L’edizione di “Lecco Città dei Promessi Sposi” si è conclusa con grande successo, portando un’ondata di entusiasmo e partecipazione tra i cittadini e i visitatori. Quest’anno, per la prima volta, la rassegna ha dovuto adattarsi alle circostanze, rinunciando alla sua storica sede di Villa Manzoni, attualmente interessata da importanti lavori di restauro.

Nonostante questo cambiamento, il festival ha saputo reinventarsi, trasformandosi in un evento diffuso che ha illuminato vari angoli della città. Attraverso una serie di attività, spettacoli e incontri, “Lecco Città dei Promessi Sposi” ha celebrato la cultura e la letteratura manzoniana, coinvolgendo la comunità in un’esperienza unica e memorabile.

Il Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Simona Piazza, dichiara: “Quella di quest’anno è stata un’edizione particolare. Il festival Lecco Città dei Promessi Sposi è uscito la prima volta dalla sua sede storica, Villa Manzoni, ed è stato ospitato da altri luoghi che ci hanno permesso approfondire l’indagine dei rapporti tra Manzoni ed altri lecchesi illustri come Stoppani e Ghislanzoni, scoprendo altri tesori che la nostra città possiede”.

“In questo contesto, è emersa ancora una volta l’importanza dell’interazione tra pubblico e privato e le sue potenzialità. Quest’anno, infatti, la collaborazione non si è limitata alle preziose sponsorizzazioni, ma ha visto alcuni generosi contributi, come quello della famiglia Invernizzi, che ringrazio sinceramente per aver messo a disposizione della comunità Villa Ghislanzoni” ha concluso Simona Piazza.

Il festival si è concluso in un’atmosfera festosa a Villa Gomes, sede della civica scuola di musica, che per una sera si è trasformata in un “cenacolo letterario”, un luogo di conversazione, musica e performance teatrali, arricchito da delizie gastronomiche. La serata è stata orchestrata da Mauro Rossetto, direttore del S.I.M.U.L. e direttore artistico del festival, che ha introdotto l’intervento di Andrea Bienati, docente universitario, il quale ha parlato di “Fratture e permanenze nella cultura lombarda di fine secolo”.

Il fulcro della conversazione è stato rappresentato dagli Scapigliati e dalla loro attenzione all’individuo, alla singolarità della percezione e all’altro che è sempre un altrove. È emerso un parallelo quasi provocatorio che accosta questi intellettuali ai creatori di podcast: “L’obiettivo non è essere esaustivi o sviscerare un argomento, ma piuttosto avvicinare i partecipanti ai temi trattati. Abbiamo la convinzione che l’uomo desideri migliorarsi e che spetti alla società offrire le condizioni per farlo liberamente, seguendo il proprio talento e realizzando il proprio potenziale”.

La serata è proseguita nei vari ambienti della villa con suggestivi interventi artistici e musicali. Si sono esibiti Davide Besana al violino e Andrea Dellavedova al pianoforte, insieme a Fatih Murat Belli alla chitarra e a Luca Redaelli con Giusy Vassena.

Infine, era presente anche la video installazione “Reverie Op 2. n.1” di Chiara Vitali, un’opera che esplora le permanenze materiali e immateriali attraverso elementi visivi e sonori.