Caos viabilità. Redaelli (Consaut): “Serve una gestione più flessibile”

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Marcello Redaelli
Marcello Redaelli presidente di Consault Lecco

La chiusura del tunnel del Monte Barro ha provocato ore di code e disagi: “Si poteva lasciare una corsia aperta?”

LECCO – Un’altra mattinata di caos viabilistico ha messo in ginocchio le strade lecchesi, con pesanti ripercussioni sul traffico e sull’economia locale. Marcello Redaelli, presidente del Consorzio Servizi Per L’Autotrasporto (Consaut), che rappresenta 370 consorziati con un parco veicolare di circa 2000 mezzi, ha espresso preoccupazione per la fragilità delle infrastrutture del territorio.

L’incidente è avvenuto all’alba all’interno del tunnel del Monte Barro lungo la SS36 in direzione Milano, dove un mezzo pesante è rimasto incastrato, causando la chiusura della galleria per diverse ore. La situazione ha provocato lunghe code e disagi per gli automobilisti, con ripercussioni significative sul traffico locale.

Redaelli ha sottolineato come anche un piccolo imprevisto possa paralizzare l’intera rete viaria, causando danni economici e disagi per cittadini e autotrasportatori. “Ho apprezzato il tempestivo intervento del Comune di Lecco, con la Polizia Locale che ha gestito l’apertura del Ponte Vecchio per agevolare il deflusso del traffico, e per l’operato della Polizia Stradale e dei Vigili del Fuoco all’interno del tunnel del Monte Barro”.

Tuttavia, il presidente di Consaut ha sollevato interrogativi sulle modalità di gestione dell’emergenza. “Non sarebbe stato possibile mantenere aperto il tunnel in direzione Milano con una sola corsia, come avviene in occasione di lavori stradali, e intervenire alla rimozione del mezzo in serata? – chiede Redaelli – Io sono passato intorno alle 5.30 del mattino e il mezzo era già fermo. Non trasportava merce pericolosa e non mi è parso di notare particolari sversamenti di liquidi. Sarebbe stato sufficiente chiudere solo il tratto di corsia necessario, lasciando libera e transitabile quella di sorpasso, evitando così una chiusura totale di cinque ore in piena ora di punta. Credo che questa sarebbe stata una soluzione meno drastica”.

Un’altra questione sollevata da Redaelli riguarda la gestione della viabilità nei punti nevralgici. “In situazioni simili, non si potrebbe spegnere il semaforo di Vercurago e gestire l’incrocio con un agente di Polizia Locale? In tarda mattinata la coda verso Bergamo partiva già dal Bione e il semaforo, invece di agevolare il flusso, aggravava il congestionamento. Una regolazione manuale avrebbe probabilmente ridotto i disagi”.

Il tema della viabilità resta dunque centrale per il territorio lecchese, dove ogni minimo intoppo si trasforma in una paralisi totale. L’appello di Redaelli va nella direzione di una gestione più flessibile delle emergenze per evitare che la città e il suo hinterland si trasformino in un imbuto insostenibile per il traffico.

“Bene la reazione di oggi – conclude Redaelli – ma servono interventi più mirati a seconda degli scenari che si presentano. Oggi, ad esempio, una soluzione a mio avviso poteva essere quella di lasciare una corsia aperta nel tunnel e intervenire con la rimozione in un momento meno critico per la viabilità. È su questo tipo di scelte che bisogna ragionare per il futuro. data la conformazione del nostro territorio”.