A luglio scorso gli stranieri nella nostra provincia erano 31.100. Di questi, l’85% è residente, una cifra che comunque ci mette tra le quattro province lombarde con minor numero d’immigrati. Prevalentemente sono maschi (53%) con età media di 33 anni, le donne (47%) invece hanno, sempre mediamente, 29 anni, con diploma o titolo di scuola obbligatoria (79%); solo il 95 è senza titolo, mentre i laureati rappresentano il 12%.
E non mancano le sorprese a guardare il quadro del XII Rapporto sull’immigrazione in provincia di Lecco stilato dalla Fondazione ISMU per conto dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione (ORIM). Il gruppo più numeroso è europeo. La numerosità est-europea è passata da 3.200 a 11.900 unità (con una leggera flessione della nazionalità romena). Gli africani del Nord sono passati da 2.700 a 6.700 unità, mentre quelli dell’Africa Centro-sud da 2.700 a 6.500.
Più di un terzo degli immigrati residenti a Lecco vive in Italia da 5-10 anni, mentre il 31% vive in Italia da più di 10 anni. Per quanto concerne l’anzianità in provincia quasi il 43% e presente da 5-10 anni, mentre il 20% è presente da più di un decennio. Uno sguardo ad alcune nazionalità mostra come sia l’Egitto a registrare l’anzianità della presenza più alta (9,9 anni) seguito da Marocco (9,4), Romania (9,4), Burkina Faso (8,6) e Albania (8,3).
La condizione lavorativa mostra come quasi un immigrato lavoratore su due è occupato in maniera regolare a tempo indeterminato. Lecco, inoltre, ha il secondo tasso più basso di occupazione per quanto riguarda il lavoro irregolare.
Si osserva un incremento nel livello di integrazione all’aumentare dell’anzianità della presenza. Lo stato civile caratterizzato dalla più alta integrazione è quello dei coniugati. Anche le donne nubili hanno un’alta integrazione. Gli immigrati laureati e diplomati sono in possesso di un livello di integrazione più elevato, mentre chi non possiede alcun titolo formale ha l’integrazione più bassa. Gli immigrati di religione sikh risultano quelli maggiormente integrati. Seguono quelli che professano la religione cattolica, ortodossa, induista e musulmana con un livello di integrazione soddisfacente.
Il rapporto il cui abstract pubblichiamo in coda all’articolo è stato presentato stamane durante un convegno in sala Ticozzi, popolata da tanti ragazzi delle scuole superiori del capoluogo.
Il saluto della Provincia di Lecco è stato portato dall’assessore allo sport Antonio Rossi che ha ricordato come lo sport sia un valido strumento d’integrazione, grazie al valore del rispetto che si esercita a partire dall’avversario.