Feste magre per i ristoratori: “sempre meno lavoro”

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LECCO – Quest’anno, solo il 15% degli italiani ha scelto di trascorrere Natale in un pubblico esercizio, un dato in flessione rispetto al 2011, quando invece la percentuale superava il 23%; nonostante ciò, a Natale l’80% dei ristoranti è rimasto aperto e di questi il 26,3% ha ridotto i prezzi spesso e volentieri (70% degli intervistati).

Le statistiche emergono dalla relazione del centro studi di Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, sull’indagine Format-Research, che ha inquadrato il difficile periodo vissuto dai propri associati; una situazione che non risparmia l’area lecchese, come confermato dal presidente di Fipe Lecco, Marco Caterisano:

“Rispetto al passato, la gente sembra optare verso soluzioni più economiche, festeggiando in famiglia o in casa di amici; il ristorante sta divenendo un lusso. Inoltre – spiega Caterisano – ogni anno assistiamo sempre più al diminuire del cosiddetto ‘periodo natalizio’: se una volta si iniziava a lavorare intesamente già dall’8 di dicembre, tra aperitivi e cene di lavoro, ora invece questo intervallo si è ristretto fino al 22-23 dicembre”.

Lasciato il Natale si avvicina il Capodanno, ma le prenotazioni tardano ad arrivare: “Negli anni precedenti, se si decideva di prenotare a inizio dicembre si faceva fatica a trovare posto – sottolinea il presidente di Fipe Lecco – ora si prenota qualche giorno prima se non il giorno stesso della festa, sinonimo anche questo di un mercato in difficoltà”.

Ma il vero segnale della crisi è rappresentato dalle chiusure di attività che a Lecco, come confermato da Caterisano, seguono il trend nazionale e superano numericamente le nuove aperture.

“Nel centro storico il momento è particolarmente difficile – conclude Caterisano – Stiamo ancora attendendo piani di rilancio turistico, insieme a tutte quelle piccole grandi manovre di cui avremmo bisogno e che, al momento, restano solo parole nei tavoli di confronto”.