Stavano neri al lume della luna
gli erti cipressi, guglie di basalto,
quando tra l’ombre svolò rapida una
ombra dall’alto:
orma sognata d’un volar di piume,
orma di un soffio molle di velluto,
che passò l’ombre e scivolò nel lume
pallido e muto;
ed i cipressi sul deserto lido
stavano come un nero colonnato,
rigidi, ognuno con tra i rami un nido
addormentato.
E sopra tanta vita addormentata
dentro i cipressi, in mezzo alla brughiera
sonare, ecco, una stridula risata
di fattucchiera:
una minaccia stridula seguita,
forse, da brevi pigolii sommessi,
dal palpitar di tutta quella vita
dentro i cipressi.
Morte, che passi per il ciel profondo,
passi con ali molli come fiato,
con gli occhi aperti sopra il triste mondo
addormentato;
Morte, lo squillo acuto del tuo riso
unico muove l’ombra che ci occulta
silenziosa, e, desta all’improvviso
squillo, sussulta;
e quando taci, e par che tutto dorma
nel cipresseto, trema ancora il nido
d’ogni vivente: ancor, nell’aria, l’orma
c’è del tuo grido.
Giovanni Pascoli con la sua poetica ha contribuito ad alimentare la nomea di uccello del malaugurio che circonda la Civetta. Questa poesia è una chiara rappresentazione in chiave simbolica della Morte; essa è paragonata a una civetta con una metafora, che nel corso della poesia diventa sempre più profonda finché i due esseri vengono a coincidere.
In realtà la Civetta, Athene noctua, è un simpatico rapace notturno che risulta essere il più comune in Europa e non porta affatto sfortuna!
Quest’uccello ha una corporatura tozza ed è di piccole dimensioni avendo una lunghezza di circa 22 cm e una apertura alare pari a circa 55-60 cm.
La Civetta è un uccello sedentario e territoriale che vive solitario o in coppia.
Ha abitudini crepuscolari, pertanto è possibile osservarla prevalentemente durante le prime ore del mattino o le ultime della sera. Talvolta, specie d’inverno, o durante l’allevamento dei piccoli che richiedono continuamente di essere sfamati, è possibile scorgerla mentre si riscalda ai primi raggi del sole appollaiata sul suo abituale punto di osservazione da cui controlla il suo territorio.
Essendo un rapace, la Civetta si nutre cacciando le sue prede costituite generalmente di micro mammiferi, di piccoli roditori e grossi insetti come locuste e cavallette che localizza grazie al suo udito finissimo.
Il piumaggio della civetta è bruno macchiettato di bianco, colori che gli permettono di mimetizzarsi tra i sassi e la vegetazione.
La testa è caratterizzata dalla presenza dei grandi occhi gialli ornati da sopraccigli bianchi.
Come accade per tutti i rapaci notturni, le penne e le piume della Civetta sono molto morbide per permettere di avere un volo estremamente silenzioso che gli permette di sorprendere le prede più attente.
La Civetta ha saputo sfruttare l’uomo occupando i casolari e sottotetti abbandonati all’interno dei quali spesso trova riparo durante il giorno e riparo per la costruzione del suo nido.
Questo è un uccello che è possibile trovare ovunque, in montagna come al mare, in città come in campagna.
Francesco Renzi
www.francescorenzi.com
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