LECCO – Dall’anno prossimo anche la Provincia di Lecco assolderà i “cecchini” per ridurre la popolazione dei piccioni. Questo è quanto emerso durante il Consiglio provinciale di giovedì sera, quando l’assessore con delega all’agricoltura Fabio Dadati ha confermato che “essendo stati vani i sistemi ecologici di controllo dei piccioni, si sta mettendo in atto la procedura che porterà alla nomina dei coadiutori nel controllo numerico”, ovvero quei cacciatori che avranno la licenza di sparare anche ai piccioni.
L’iter burocratico dovrebbe portare all’attivazione dei corsi per i “coadiutori nel controllo numerico” in modo che possano essere pronti per la prossima stagione venatoria. A marzo anche la provincia di Como aveva preso la stessa decisione, decidendo di attivare i corsi per avere sul proprio territorio 80 cacciatori, pronti a sparare ai piccioni, ponendo come limite il numero di 7mila capi all’anno. È plausibile che nella nostra provincia il numero di “cecchini” si aggirerà attorno alla settantina.
La situazione ormai è ai limiti della sostenibilità, in special modo nel meratese, la Culumba livia, presente in grandi numeri, non solo mette in difficoltà gli agricoltori, soprattutto mangiando le sementi, ma è anche un’emergenza sanitaria, per colpa delle grandi quantità di guano prodotte. Generalmente per difendersi dai piccioni, gli agricoltori applicano i “sistemi ecologici” a cui si riferiva l’assessore: ovvero proteggono coltivazioni, stalle e magazzini con apposite reti, e ricorrono alla “concia” delle sementi con prodotti repellenti a base di antraquinone. È lo stesso ISPRA, ovvero l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che, nel piano quinquennale di controllo numerico di specie definite “problematiche”, prevede l’abbattimento di questi volatili che non creano fastidi e danni solo nei campi, basta fare tappa in centro Lecco per vedere come sono ridotti alcuni monumenti e alcuni angoli della città.