Luci e ombre sulla salute dell’ambiente
in Provincia di Lecco

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Un lavoro mastodontico durato quasi due anni raccolto in un tomo di 230 pagine al quale è stato allegato un cd-rom. E’ il risultato del lavoro svolto dagli uffici provinciali in collaborazione con diversi enti, in primis Arpa e Asl, attraverso il quale è stata effettuata una relazione sullo stato dell’ambiente della nostra provincia.

L’assessore provinciale all’Ambiente Carlo Signorelli ha parlato di una “fotografia a 360° che presenta luci e ombre”.

Luci che riguardano settori come la fauna, la questione energetica, la raccolta rifiuti e la balneazione del nostro lago e ombre che si allungano su ambiti come quello dell’inquinamento dell’aria, specialmente in alcune zone della provincia, e del servizio idrico nel suo complesso.

Una pubblicazione, quella presentata martedì mattina con la partecipazione del presidente della Provincia Daniele Nava e del team di lavoro guidato dalla dottoressa Sara Berizzi e dal dottor Luciano Tovazzi, che è stata realizzata dopo otto anni dalla precedente Relazione analitica sullo Stato dell’Ambiente in provincia di Lecco.

Signorelli l’ha definita “un’ occasione per una riflessione a 360 gradi sulle principali problematiche ambientali locali, sulle eccellenze, sulle criticità e sulle reali possibilità e capacità delle amministrazioni locali (Provincia e Comuni) di poter intraprendere azioni efficaci nel campo delle politiche ambientali”.

Entrando nel merito dell’analisi e come già accennato, i dati sono complessivamente positivi per i rifiuti, per il settore faunistico (pesci, uccelli e mammiferi), per quello energetico e per le acque di balneazione, che registrano dati e trend complessivamente accettabili.

“Sono ormai consolidate le quote di raccolta differenziata (59,1% nel 2010) anche se per l’obiettivo di Piano del 62,2% bisogna ancora lavorare soprattutto in alcuni comuni del Lago e della Valsassina a forte valenza turistica – spiega Signorelli –  Il sacco viola, adottato da poche province italiane, e l’introduzione progressiva della raccolta porta a porta si sono rilevati ottimi sistemi per avvicinarsi agli obiettivi di eccellenza. I dati 2010 rivelano come i comuni più ricicloni siano Monticello Brianza (74,5%), Lierna (74%) e Airuno (73,3%), quelli meno virtuosi Sueglio (27,5%), Introzzo (24,8%) e Morterone (24,3%). Si tratta di differenze ancora troppo ampie tra vertice e fondo della graduatoria”.

Passando all’ambito energetico l’assessore spiega: “Sono significative l’adozione di un Piano Provinciale nel 2009 (peraltro non obbligatorio) e la rilevante metanizzazione del territorio grazie allo sforzo delle società partecipate (76mila su 117mila impianti censiti sono a metano); la produzione di energia idroelettrica risulta molto superiore alle medie nazionali e regionali con 18 impianti attivi e 27 domande in istruttoria; la produzione annua di 390GWh è in grado di soddisfare ben 130mila utenze, avvicinando la provincia di Lecco all’autosufficienza; significativo negli ultimi anni l’incremento del fotovoltaico (16.563 kW installati a oggi a fronte dei 1.451 kW del 2009)”.

Signorelli ha definito “efficace e capillare” il lavoro della Provincia nell’ambito dei controlli delle caldaie, “con l’obiettivo – ha aggiunto – di migliorare la sicurezza dei cittadini, di ridurre l’inquinamento e di ottenere risparmi energetici. Nel 2010 è stato introdotto un nuovo meccanismo a rotazione per sensibilizzare maggiormente cittadini ed enti locali. I controlli nel 2011 (al 30 settembre) sono stati circa 1.700 con previsione di ulteriori 800 accessi da effettuarsi entro la fine dell’anno. Anche per il 2012 la Provincia ha intenzione di sorteggiare 15 Comuni nei quali proporre una capillare campagna informativa prima dei controlli a domicilio da parte dei verificatori autorizzati”.

Per quanto concerne i Piani acustici comunali Signorelli confessa: “Non sono ancora ottimali, anche se in sensibile miglioramento rispetto al rilevamento del 2003 con 51 Comuni al 30 giugno 2010 che li hanno adottati a fronte dei 27 Comuni del 2003. Così come per i Piani comunali di illuminazione (al 30 giugno 2010 i Comuni privi di piano di illuminazione risultavano 55 a fronte dei 76 del 2003). In questi ambiti gioca negativamente l’alto numero di Comuni piccoli e piccolissimi con gravi problemi di bilancio e scarse propensioni all’investimento”.

Dove si evidenziano maggiore criticità sono i settori inerenti all’aria atmosferica e al servizio idrico.

“Per gli inquinamenti dell’aria distinguiamo tre aree territoriali con problematiche diverse – spiega Signorelli – la Brianza, con una situazione molto critica praticamente sovrapponibile ai Comuni dell’hinterland milanese, tanto che 13 Comuni figurano in zona A1 (nel 2010 a Merate ci sono stati 89 superamenti del valore limite per il PM10);  Lecco e cintura, con una situazione leggermente migliore grazie alla maggior ventilazione e un numero di superamenti annui inferiori (nel 2010, per il PM10 sono stati 36 per la stazione di via Amendola e 40 per la stazione di via Sora vicini, ma ancora superiori al limite massimo di 35 stabilito dal DM 60/2002) e infine la zona lago e Valsassina, con una situazione decisamente migliore, fatto salvo il problema dell’ozono nelle giornate calde della stagione estiva, problema presente su tutto l’arco delle Prealpi e dell’Appennino originato da precursori chimici immessi nell’atmosfera anche a molti chilometri di distanza. Quanto alle iniziative della Provincia in questo ambito, non avendo strumenti per interventi infrastrutturali che spettano a enti superiori, il controllo degli impianti termici, il rilascio di autorizzazioni alle emissioni, le attività di vigilanza e le eventuali attività di coordinamento (riunioni annuali e in caso di emergenze con i sindaci delle aree critiche, anche se poi le decisioni finali sono della Regione e dei Comuni) costituiscono i principali compiti istituzionali”.

Sempre in tema di qualità dell’aria non appaiono risolti i problemi della rimozione dell’amianto, che la Provincia di Lecco assieme ad ASL e ARPA vorrebbe affrontare con un progetto ad hoc e della presenza del radon nel terreno “con un valore medio provinciale di 116 Bq/m3 contro una media nazionale di 70 Bq/m3”, ha puntualizzato Signorelli.

Sul fronte acqua non ci sono note positive: “La situazione del servizio idrico provinciale deve essere discussa premettendo che è una delle realtà più complicate d’Italia: territorio con bassa densità demografica al nord, orografia complessa, reti e impianti spesso obsoleti, molti acquedotti con sistema a caduta, comuni turistici con notevoli oscillazioni di consumi, scarichi artigianali e industriali, pregresse gestioni frammentate, oltre 40 procedure di infrazioni UE aperte e una situazione molto critica col depuratore del Capoluogo. In questo contesto – prosegue l’assessore – le azioni non possono che tendere al medio e al lungo termine con una programmazione di ammodernamento delle infrastrutture. Il primo passo è stato fatto nel 2010 con l’approvazione del Piano d’ambito, il successivo affidamento della gestione del servizio idrico alla società Idrolario s.r.l. e l’approvazione del piano triennale delle opere che prevede investimenti per oltre 40milioni di Euro. Il bilancio di 11 mesi di servizio unico provinciale è soddisfacente anche se c’è ancora molta strada da fare, incluso il riassetto societario per consentire l’affidamento definitivo che i Comuni della provincia, praticamente all’unanimità, hanno deciso essere in house anche per il futuro”.

In conclusione Signorelli ha spiegato: “Parte dei problemi ambientali trovano ragione nell’eccessiva frammentazione amministrativa (come le problematiche del servizio idrico e le diseconomie di scala in ambito energetico e di pianificazione urbanistica). In questo senso il prospettato accorpamento di tutte funzioni dei piccoli Comuni potrebbe favorire azioni a più ampia portata: progetti europei, patto dei sindaci, finanziamenti per politiche di sostenibilità ambientale e risparmio energetico. A tutt’oggi il ruolo nel settore Ambiente della Provincia di Lecco appare comunque strategico e insostituibile, come i dati e il riassunto delle attività istituzionali contenute in questa Relazione dimostrano ampiamente”.