Sporcizia e incuria… queste sarebbero spiagge?

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LECCO – Erbacce, rifiuti, bisce e topi… benvenuti a Caviate Beach! Stiamo parlando della spiaggetta situata subito dopo la stazione di servizio contrassegnata con la sigla Lc3 e segnalata da un apposito cartello informativo del Consorzio del Lario e dei Laghi minori posto all’ ingresso di quello che dovrebbe essere un luogo sicuro e pulito, una delle poche aree adibite a zona di balneazione lecchese, patria anche dei windsurf e kitesurf. A segnalare la situazione di degrado è una nostra lettrice che ci ha fatto pervenire una buona documentazione fotografica oltre a una descrizione puntuale della condizione in cui versa la spiaggia.


“Scendendo dal marciapiede incontriamo dei gradini che dovrebbero collegarsi al pietrame sottostante invece troviamo una vegetazione incolta che ostruisce e blocca il passaggio, perciò chi volesse accedere a questa cosiddetta spiaggia è costretto a farsi largo tra le erbacce camminando su una passerella larga circa 30 centimetri addossata al muro – spiega la nostra lettrice – superare questa selva, diventa un’impresa ardua e per coraggiosi da cui non se ne esce incolumi: le ortiche pungono le gambe, i rovi le graffiano, insetti e animali trovano in questo luogo il loro perfetto habitat naturale per riprodursi e moltiplicarsi, mi riferisco a zanzare, bisce e soprattutto topi. Dopo aver superato il fronte spinoso, si arriva ai sassi che dovrebbero essere utilizzati per prendere il sole. Ma chi sceglierebbe di sdraiarsi su uno di questi “splendidi” massi? Forse qualcuno che si fa pochi scrupoli sulle condizioni igienico- sanitarie di questo posto. Si perché, appena sorpassata la vegetazione, la condizione di degrado peggiora: rifiuti abbandonati, bottiglie di plastica incastonate tra un sasso e l’altro e per finire fazzoletti di carta, utilizzati per coprire gli escrementi, sicuramente umani, abbandonati qui. Finalmente si arriva all’acqua, su questo nulla da dire, quest’anno è pulita e cristallina molto meno melmosa del solito. Forse, sarebbe meglio sostituire il cartello in vietato l’accesso, zona pericolosa!”.

Versa in condizioni migliori la seconda spiaggetta situata poco più avanti, anch’essa contrassegnata con la sigla LC3, tuttavia l’angolo del “peccato” non manca senza contare i due alberi rinsecchiti che campeggiano poco prima della scaletta che porta alla microspiaggia.

Come suggerisce la nostra lettrice: “Basterebbe poco per valorizzare e sfruttare al meglio il patrimonio naturale, paesaggistico e turistico della nostra città”. Già, basterebbe poco, e invece…