ABBADIA LARIANA – Biblioteca civica e assessorato alla Cultura di Abbadia Lariana insieme per la Giornata mondiale della poesia.
Quest’ anno la significativa ricorrenza sarà incentrata sulla figura di Antonia Pozzi (1912-1938), poetessa italiana le cui spoglie riposano nel piccolo cimitero di Pasturo, in Valsassina, terra che ha ispirato tanta parte della sua produzione poetica.
Le sue poesie rimarranno esposte per tutto il pomeriggio di lunedì 21 marzo in Biblioteca e in piazza Carlo Guzzi, di fronte al municipio.
“L’esposizione – spiega Laura Mandelli, assessore alla Cultura – è propedeutica alla serata di mercoledì 23, quando in sala civica “Don Gnocchi”, con inizio alle ore 20.45, proietteremo il film-documentario “Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa. Antonia Pozzi (1912-1938)” per la regia della lecchese Sabrina Bonaiti e di Marco Ongania”.
“Il film – ricorda sempre l’assessore – ripercorre le tappe più significative della vita della poetessa, la sua intensità e profondità spirituale. Avremo il piacere di avere con noi, durante la serata, i registi del film, con i quali sarà possibile dialogare e approfondire l’argomento. Ongania, tra l’altro, è nostro concittadino e ha dato la sua disponibilità con l’entusiasmo di chi è orgoglioso del proprio lavoro”.
Laura Mandelli aggiunge: “Ogni anno celebriamo anche ad Abbadia questa giornata lasciando poesie in paese o proponendo autori vari, nella consapevolezza che fermarsi un momento, leggere e pensare è importante. Il fatto poi che questa giornata coincida con il primo giorno di primavera è già, di per sé, ancor più significativo e poetico”.
Il lavoro di progettazione del film-documentario “Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa” dedicato ad Antonia Pozzi era iniziato nel gennaio 2012. Le riprese, terminate a fine novembre 2013, hanno interessato Pasturo e la Valsassina, oltre a Milano, Chiaravalle e la Zelata di Bereguardo, vicino a Pavia.
Numerose scene sono state girate nel centro storico di Pasturo, a Baiedo, a Vimogno, a Primaluna e lungo la strada sterrata che collega Introbio a Barzio.
La ricostruzione degli anni dell’infanzia di Antonia ha avuto Villa Pozzi a Pasturo e il suo giardino come cornice privilegiata, mentre alcuni momenti significativi vissuti durante gli anni dell’università e durante la frequentazione con il gruppo Banfi sono stati ricostruiti a Milano e nello storico chalet di casa Pozzi a Pasturo.
Il rapporto di Antonia Pozzi con la montagna è stato ampiamente trattato e nel film le scene più importanti sono state girate al Pialeral e agli Scudi, con immagini in quota. Alcune riprese sono state effettuate all’interno dello storico rifugio Porta, ai Resinelli.
Il richiamo a Pasturo come “luogo dell’anima” di Antonia e alle “mamme montagne” della Valsassina è costante e costituisce un fil rouge fondamentale nella trama narrativa e visiva del film.