Da un lato il referendum e la consistente raccolta di firme che lo ha preceduto soprattutto a Lecco, con cui i cittadini hanno detto ai politici che la gestione dell’acqua deve essere pubblica e fuori dalle regole del mercato. Dall’altro una normativa a tratti lacunosa, che rende difficile la strada al governo dell’acqua. In questa situazione la politica, sindaci e Provincia stanno valutando quale modello debba essere adottato per il futuro. L’ipotesi votata da Lario reti Holding ieri è quella di valutare e studiare il modello che prevede la creazione all’interno di Lario Reti Holding di tre società ‘di scopo’, una che si occuperà di vendita di energia e gas, uan di reti di gas e una del servizio idrico integrato (acquedotti più depuratori). I nomi scelti sono Acel Service, Reti Gas e Idroservice. Questa operazione viene chiamata ‘Spin off service’ e lo hanno votato i 46 Comuni presenti giovedì sera in assemblea.
Le tre società ‘di scopo’ dovranno dotarsi di uno statuto per permettere il ‘controllo analogo’ ossia il controllo da parte della holding e dei soci pubblici che la possiedono. Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, ciò servirà per dare modo alla Autorità d’Ambito (Ato) ossia alla Provincia di affidarla ‘in house’ ossia senza una gara tra privati, ma in modo diretto. Rispettando in questo il mandato del risultato del referendum che ha chiesto che l’acqua non sia oggetto di mercato.
In tal senso Virginio Brivio, sindaco di Lecco, ha sottolineato come l’assemblea di ieri: “Non era chiamata a definire il modello idrico per tutta la provincia” ma di ripensare la composizione societaria in rispetto a quanto stabilito dall’Authority nel settore del gas nel settembre del 2010, quando venne deciso la creazione di un soggetto unico di scopo senza attività commerciali.
Come si vede c’è da imparare una lingua quasi straniera per seguire le vicende del più elementare e semplice composto in natura come l’acqua.
Alcuni però pensano che per quanto riguarda il servizio idrico, il soggetto con le credenziali a posto per gestirla in house esista già e sia Idrolario: è a proprietà completamente pubblica, possiede le reti idriche gli mancherebbe solo la struttura per la gestione. Di questo parere è ad esempio l’assessore provinciale all’ambiente Carlo Signorelli sotto il quale cadono le competenze dell’Ato (l’organismo che fino a ottobre del 2012 dà le indicazioni sugli investimenti e attribuirà la gestione in house). In tal senso vi è una coincidenza di vedute con Tiziana Rinaldi del Comitato lecchese Acqua pubblica e beni comuni. Non che i due si siano mai interfacciati, finora il Comitato a favore dell’acqua pubblica pare non sia mai stato consultato. Quest’ultimo infatti è contro la costituzione della nuova società Idroservice e avverso alla separazione tra proprietà della rete idrica e gestione, semplificando tra chi investe nella infrastruttura e chi incassa le tariffe. Signorelli ha comunque sottolineato che la gestione in house deve rispettare condizioni si sostenibilità economica e normativa.
Oggi venerdì Signorelli, il sindaco di Lecco Brivio e il presidente di LRH Proserpio hanno incontrato la stampa dopo il siparietto di ieri che l’ha tenuta fuori dell’assemblea, per illustrare le decisioni dei soci della Holding. In primo luogo è stata votata l’apertura all’entrata di nuovi soci ad esempio Cassina, Dervio ed Erve a condizioni che ne salvaguardino la rappresentanza, in modo che anche i piccoli soci possano contare soprattutto sulle decisioni che riguardano il loro specifico territorio.
E poi procedere con lo “Spin off Service”, sulla cui strada comunque vi sono non pochi guadi legali da superare, al punto che sono stati messi al lavoro due legali Giuri e Calzoni e annunciata la creazione di un tavolo tecnico giuridico.
Tutti comunque affermano di voler rispettare il risultato del referendum mantenendo l’acqua nell’ambito pubblico. Anche Signorelli che però afferma che le tariffe devono coprire le spese d’investimento sulla rete, con una pausa di riflessione di un anno in cui non vi saranno aumenti. Virginio Brivio, sindaco del Comune più grosso nel gruppo dei soci di LRH, ha affermato: “I privati non entreranno né nella holding e tanto meno nella gestione dell’acqua”, la porta è aperta al privato solo per l’energia e il gas.