Alla Casa sul Pozzo un ciliegio in memoria delle tre sorelline di Chiuso

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LECCO – “L’albero è un segno di vita, e questo segno sarà il simbolo della speranza e dell’impegno di tutti verso il futuro”, con queste parole lunedì don Angelo Cupini della Casa su Pozzo di Chiuso ha ricordato le tre sorelline Dobrushi: Simona, Keisi e Sidny uccise tre mesi fa dalla madre Eda in un raptus di follia.

Padre Angelo ha voluto rivolgere un pensiero anche alla madre Eda: “Spero che abbia un riequilibrio, che senta il desiderio delle figlie, che le hanno sempre voluto bene. Questo è il mistero della grazia e della fede, di qualsiasi fede.”

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La serata è iniziata con il violino di Elisa Biagi e le struggenti note dell’Ave Maria di Schubert che hanno anticipato le parole di Padre Angelo Cupini che ha tenuto a sottolineare: “il grande esempio che ci ha dato questa famiglia albanese. I giorni duri non sono passati, i giorni duri continuano a essere ogni giorno. Attraverso l’energia positiva il bene riduce il male, rendendoci ogni giorno più umani. Queste due famiglie anziché dividersi si sono saldate ulteriormente.”

A dimostrazione delle parole di Padre Angelo, il padre delle tre ragazze Dobrushi e il fratello di sua moglie hanno piantato insieme il ciliegio della speranza, aiutati dai numerosi bambini presenti. Una scena che ha commosso il padre e molte delle persone presenti.

Ciliegio_chiuso_ autorita_famiglia_ Dobrushi

La chiusura dell’incontro è stato affidato ancora a Padre Cupini, che ha recitato un pezzo di Rumi, mistico persiano del XIII° secolo e ha dichiarato quest’albero “un patrimonio di tutti.”

Baskim Dobrushi non se l’è sentita di fare una dichiarazione ufficiale, lasciando il compito a un parente. L’uomo ha tenuto a ringraziare tutte le persone che sono state vicine alla famiglia.

“Questo ciliegio sarà un luogo fisico dove poter ritrovare e tener vivo il ricordo di queste tre bambine”, ha dichiarato il sindaco di Lecco Virginio Brivio, anch’egli presente alla Casa sul Pozzo. Mentre don Adriano, parroco di Chiuso, riferendosi alla situazione nella sua parrocchia scossa dalla tragedia, spiega: “C’è voglia di ricostruire, voglia di vivere, senza poter dimenticare. Progettiamo la realtà sulla forza dei ricordi.”

Alla fine dell’incontro, alcuni bambini hanno distribuito delle ciliegie ai presenti, nuovo simbolo della speranza di una comunità che ha sofferto, si è stretta intorno a una famiglia in difficoltà e ne è uscita più forte, nell’animo e nello spirito.

Ciliegio_Chiuso_Elisa Biagi e il suo violini

Ciliegio_Chiuso_Don Adriano, Padre Angelo sindaco Brivio