LECCO – La targa repubblichina scalda ancora una volta gli animi in città: domenica infatti, sotto la pioggia scrosciante, alcuni giovani ed esponenti della destra lecchese si sono ritrovati in via Pascoli per commemorare i 16 ufficiali e sottufficiali della Repubblica Sociale fucilati allo Stadio Rigamonti-Ceppi.
Una cerimonia alla quale sono intervenuti anche politici locali come il consigliere provinciale Christian Malighetti, i consiglieri comunali Antonio Pasquini (PDL) e Giacomo Zamperini (FDI), il responsabile provinciale de “La Destra” Beppe Mambretti.
A soli tre giorni di distanza dal 25 aprile e sotto una nuova targhetta commemorativa, recentemente sostituita dopo le richieste avanzate da diverse parti politiche e cittadine, e dopo l’imbrattamento della sede dell’Anpi di Lecco con svastiche naziste proprio il giorno della Liberazione, inevitabilmente la questione ha riacceso dei contrasti che sembravano oramai sedati.
Nel consiglio comunale di lunedì Salvatore Rizzolino (PD) ha parlato di “Pseudo celebrazioni altrettanto pseudo istituzionali in via Pascoli” e si è congratulato con il sindaco Brivio per la non facile soluzione trovata in merito alla targa:
“Esprimo soddisfazione per l’operato del sindaco e allo stesso tempo per la commissione quarta nel quale si è concordato il testo della targa affissa – ha spiegato – Nonostante tutto mi fa piacere credere che il percorso intrapreso dall’amministrazione abbia prodotto il risultato importante di una bella giornata di coesione sociale, del 25 aprile, che auspico si consolidi nel tempo grazie all’impegno di tutti nell’isolare dalla politica e dalle istituzioni ogni forma di violenza , rancore ed espressione nazi –fascista”.
Dura la replica di Zamperini, che ha voluto rispondere al consigliere democratico: “Il percorso di sostituzione della targa non è stato assolutamente condiviso, avete dettato con la vostra arroganza la sostituzione di quella targa. Qualcuno forse pensava di aver tolto un simbolo alla destra lecchese, questo non è stato perché qualche decina di giovani si è trovata sotto un acquazzone per commemorare quei sedici ragazzi come eroi. Un gesto che non può essere cancellato dalle vostre targhe ne dalla vostra retorica partigiana”.