“Ciao Luigi, ora sei con Gildo e con gli alpini che sono andati avanti”

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Rina Compagnoni e Luigi conato nel giugno 2013 al Teatro San Lorenzo di Mandello. Al centro la madre di Luigi Pascazio, l'alpino pugliese ucciso da una bomba in Afghanistan nel 2013.
Rina Compagnoni e Luigi Conato nel giugno 2013 al Teatro San Lorenzo di Mandello. Al centro, la madre di Luigi Pascazio, l’alpino pugliese ucciso da una bomba in Afghanistan nel 2010.

 

MANDELLO – Con Luigi Conato ha condiviso una vita di lavoro e di passioni comuni, molte volte discutendo anche animatamente, ma sempre collaborando su svariati fronti: dalla Moto Guzzi agli Alpini, dal Soccorso fino alle ricerche storiche e, in questi ultimi anni, anche per l’Archivio comunale della memoria locale, perché il ventaglio dei loro interessi si apriva a questo vasto panorama di ambiti.

Ora Rina Compagnoni, moglie dell’indimenticato Gildo Molteni che fu presidente della sezione Ana di Lecco e al quale è intitolato il Soccorso degli alpini di Mandello, indirizza a Luigi Conato questo significativo e toccante commiato:

Ciao, caro Luigi.

Con questo ultimo semplice saluto desideriamo esprimerti la nostra riconoscenza e un sentito grazie! L’istituzione del Soccorso degli Alpini è la testimonianza del tuo altruismo e della tua abnegazione. Ogni difficoltà che hai incontrato nel suo avvio e nella successiva conduzione servivano da sprone, da sfide che dovevi superare a ogni costo.

Rina Compagnoni e Luigi Conato nel settembre dello scorso anno in occasione dell'inaugurazione della nuova autorimessa del Soccorso degli alpini.
Rina Compagnoni e Luigi Conato nel settembre dello scorso anno in occasione dell’inaugurazione della nuova autorimessa del Soccorso degli alpini.

Sei riuscito negli intenti per la tua forza di volontà e per la tenacia del tuo carattere, non facile, tuttavia schietto. In un attimo ti accendevi ma, se necessario, sapevi poi chiedere scusa. Anche con me quante discussioni, quanti “non telefono più”, salvo poi richiamarmi subito dopo aver riattaccato.

Una vita densa, la tua, spesa per il lavoro: prima a Mandello, poi ad Asti quindi a Vimercate.

Come dirigente di un’azienda che aveva rapporti internazionali, hai effettuato numerosi viaggi all’estero, che sono stati occasione per creare nuove amicizie, alcune delle quali tuttora vive: mi riferisco agli amici della Croce Maltese di Siegburg in Germania, che hanno offerto la loro collaborazione al Soccorso degli Alpini nella fase del suo avvio.

Una vita dedicata allo studio. Hai realizzato una decina di pubblicazioni e  collaborato con riviste e giornali. Prediligevi la storia, quella locale in particolare.

A fine anni Settanta, giunto in possesso di alcune copie dei disegni del Codice Windsor, rilevando in essi i familiari profili delle casalinghe montagne lecchesi, che ben conoscevi essendo nato e cresciuto ai loro piedi, iniziavi la ricerca su Leonardo. Il contatto con amici portava ‘alla luce’ il tuo lavoro con una mostra tenutasi presso l’Università Cattolica di Brescia. Successivamente sei pure stato chiamato per una mostra al Castello Sforzesco di Milano.

Hai presentato la tua ricerca leonardiana moltissime volte in tutto il territorio lombardo e anche in Svizzera, ricevendone meritati apprezzamenti. Hai poi fatto seguito con una pubblicazione di notevole prestigio e successo.

Geloso e orgoglioso della tua biblioteca arricchita negli anni: “Non dovrà mai essere smembrata”, ti sentivamo ripetere. 

Che dire poi degli alpini! Da “alpino di tre giorni” – così dicevi tu – ti sentivi fiero di essere stato accolto come membro dell’Ana nientemeno che dal presidente nazionale  Ugo Merlini. Anche con gli alpini non ti sei risparmiato: eri sempre disponibile a fornire la tua collaborazione e i tuoi suggerimenti. In questo contesto è nato il Soccorso, proprio con il sostegno del Gruppo Alpini di Mandello, con il caro Renzo che li guidava in quel momento. Quel Soccorso per il quale hai speso tanto tempo e tante energie.

Sono certa che oggi sarai in festa con i volontari e con gli Alpini che sono andati avanti: Gildo fra loro.

Un pensiero a tua moglie Bruna, che ti ha sempre supportato e qualche volta sopportato nelle tue molteplici attività.

Ora ti trovi nella beatitudine con lei, con la tua piccola Federica, con tuo fratello Enrico e con i tuoi genitori.

Lasci un grande, incolmabile vuoto! Siamo consapevoli che il percorso, senza la tua presenza, si presenterà per noi più difficoltoso, ma il tuo esempio sarà la nostra guida. Ancora grazie, Luigi. E arrivederci.

Rina e famiglia