Firenze – Capo Nord in 15 giorni, l’avventura in bici di Mattia Biffi

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Mattia Biffi (a sinistra) sotto il monumento del Globo, uno dei simboli di Capo Nord

 

LECCO – “La premessa al mio racconto? Consiglio a tutti di fare un’esperienza del genere almeno una volta nella vita”. Mattia Biffi sorride, stanco ma soddisfatto. Dopotutto ha appena macinato più di 4 mila chilometri in bicicletta, da Firenze a Capo Nord, in Norvegia.  E’ la NC4000, randonnee estrema ideata da due ragazzi toscani quest’anno corsa per la prima volta. Un percorso di 4.500 km (di cui 4 mila effettivi in bicicletta) dal capoluogo toscano all’estremo nord del continente europeo.

Tra gli oltre 60 partecipanti partiti da Firenze lo scorso 29 luglio c’erano anche Mattia Biffi e Alberto Varni, del team il Pedale Lecchese. Due ‘addetti ai lavori’ potremmo dire – lo scorso anno vi avevamo raccontato della loro avventurosa traversata d’Europa dal Belgio a Istanbul (è la famosa Transcontinental Race) – che hanno deciso di misurarsi con una nuova ed entusiasmante sfida. Correndo però separati.

“Quest’anno ci eravamo già accordati – ci racconta – ci siamo trovati alla partenza e subito staccati. Avevo un obiettivo personale e ho tirato fino all’ultimo chilometro per raggiungerlo. Ce l’ho fatta e sono davvero soddisfatto. Ma Alberto – sorride – rimane il mio capitano, non dimenticherò mai l’esperienza dello scorso anno alla TCR!”.

Mattia è rientrato a Lecco il giorno di Ferragosto, dopo aver raggiunto Capo Nord in 15 giorni di pedalata. L’entusiasmo è alle stelle: “Un’esperienza diversissima da quella vissuta alla Transcontinental Race, a partire dal percorso, più lungo ma meno severo, con meno dislivello, ma non solo. Lo scorso anno con Alberto ho preso l’esperienza meno come una gara e  più come un’avventura-vacanza, l’obiettivo era quello di arrivare in Turchia nel mese di tempo a disposizione. Quest’anno come detto avevo un obiettivo personale, oltre che meno ferie, e ho corso anche se di fatto essendo la prima edizione non c’era un tempo massimo in cui giungere a Capo Nord”.

I ciclisti hanno attraversato senza assistenza sette paesi: Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia. Quattro i ‘gate’ (check point, ndr) da raggiungere e superare durante la gara. Un viaggio verso il nord, segnato da scenari selvaggi e un meteo spesso avverso come raccontato: “Gli ultimi 170 km per me sono stati davvero duri, tra il freddo, l’acqua e il vento. Ma alla fine sono arrivato sotto la statua del Globo: non si vedeva niente, ma ero arrivato!”.

Un traguardo che Mattia non ha raggiungo da solo come spiegato: “A inizio gara ho incontrato uno spagnolo, Javier, abbiamo pedalato per parecchi chilometri insieme poi ci siamo staccati. A Dachau in Germania ho conosciuto un ragazzo italiano di Pinerolo, Andrea, con il quale ho corso gran parte della randonnee. In Svezia abbiamo rincontrato Javier e siamo dunque arrivati a Capo Nord insieme”.

Lungo il percorso tanti incontri, anche se non sono mancate le disavventure: “Fortunatamente non ho avuto inconvenienti con la bici, non ho mai forato, non si è mai rotto niente – ha raccontato Mattia – ma in Svezia un errore di orientamento ci ha portati a pedalare in autostrada. 100 metri prima dell’uscita per riportarci sul tracciato normale abbiamo incontrato la polizia, non una grande esperienza devo ammettere, ci hanno letteralmente cacciati, costringendoci a portare la bici in spalla. Ce la siamo comunque cavata, senza multa” (ride, ndr)”.

Partito con un bagaglio ‘minimal’, “appesantito da due capi pesanti per affrontare il clima del nord” come specificato, Mattia ha pernottato alla ventura: “Qualche notte l’ho trascorsa in albergo ma in linea generale erano bivacchi di fortuna, come campi o altri posti all’aperto ma riparati. Sono anche stato ospite in casa di qualche amico. Quello che posso dire, come lo scorso anno durante la TCR, è che quando la gente ti vede arrivare in bici si illumina e diventa estremamente gentile e ospitale. Anche all’estremo nord, dove non l’avremmo mai detto”.

Mattia e i suoi compagni di viaggio hanno persino sostato presso la tenda di un Sami in Lapponia: “Ci ha offerto tea e zuppa di renna, buona, sembra un nostro bollito”. E proprio le renne sono state (più o meno) silenziose compagne degli ultimi chilometri di gara: “Pedalavamo su questa strada, ad un certo punto abbiamo dovuto fermarci perchè un branco di renne ci ha attraversato davanti. Erano tantissime, troppo bello”.

A Rovaniem, foto ricordo con Babbo Natale per Mattia (al centro con gli occhiali), Andrea (a sinistra) e Javier (a destra)

 

Il momento più emozionante? Chiediamo a Mattia. Ci pensa un attimo ma poi risponde sicuro: “Incontrare Babbo Natale!”. Tra le soste il lecchese si è infatti fermato a Rovaniem sede del villaggio di Babbo Natale. “Siamo stati a visitarlo, poi io avevo da recapitargli la letterina di mia nipote, era il secondo obiettivo del mio viaggio! Babbo Natale è molto gentile, parla diverse lingue, anche l’italiano. Abbiamo scattato una foto ricordo, ho cercato di fargliela fare con i miei occhiali ma non c’è stato verso…”.

Arrivati a Capo Nord i tre amici hanno festeggiato a dovere per poi fermarsi due giorni in Norvegia, in attesa di rientrare. “Sono davvero contento, della mia performance, dei luoghi visitati, del bagaglio di esperienze che mi sono riportato a casa. E’ soprattutto per questo che consiglio a tutti, anche a chi non va in bici di solito, di fare un’esperienza del genere. Basta un po’ di allenamento e avere la voglia!”.

Programmi per il prossimo anno? “Ancora non so bene, ma sicuramente non farò niente in bici, stavo pensando a qualche cima in montagna…” ha concluso Mattia sorridendo.

In dirittura d’arrivo a Capo Nord c’è anche Alberto Varni che proprio in questi giorni sta percorrendo gli ultimi chilometri: il suo traguardo è oramai questione di pochissimo!

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