Fondazione Borsieri, a casa 27 lavoratori della cooperativa

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LECCO – Ben 27 lavoratori licenziati, dichiarati esuberi non collocabili. Questa è la decisione comunicata durante l’ultimo tavolo di martedì alle rappresentanze sindacali riguardo ai dipendenti di una cooperativa impiegati presso la RSA Borsieri di Lecco.

“Da un lato la posizione assunta dalla Fondazione Sacra Famiglia, una delle più importanti realtà della sanità religiosa lombarda, è internalizzare il servizio sociosanitario della struttura lecchese, escludendo di fatto i lavoratori della cooperativa per fare spazio a nuove assunzioni – spiegano dai sindacati – Dall’altro la cooperativa sociale KCS Caregiver, alla cui dipendenze risultano i 27 lavoratori, dichiara l’impossibilità di ricollocare presso altri appalti, comunicando di fatto l’intenzione di risolvere i rapporti di lavoro alla scadenza dell’appalto (30 giugno 2017) In mezzo ci sono i 27 lavoratori della cooperativa che, nonostante l’esperienza acquisita nella struttura lecchese, il possesso dei titoli previsti dalle norme di accreditamento regionale per le residenze sanitarie assistenziali RSA, si ritroveranno senza lavoro”.

Fp Cgil, Fisascat Cisl e Fpl Uil definiscono la vicenda “incredibile, una vera e propria beffa per i lavoratori, inizialmente invitati da Fondazione Sacra Famiglia a presentare titoli e curricula, poi l’amaro verdetto, l’espulsione di fatto di tutti dal posto di lavoro”.

“Altrettanto inaccettabile – proseguono le organizzazioni sindacali – la posizione assunta da Fondazione Sacra Famiglia che da un lato conferma i numeri dell’organico addetto all’assistenza ma dall’altro intende non avvalersi dello storico il personale della cooperativa. Come organizzazioni sindacali abbiamo chiarito alle parti che l’obiettivo primario è il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e che il riassorbimento del personale della cooperativa sarebbe stato l’unica soluzione percorribile”.

“Purtroppo abbiamo assistito al solito scaricabarile tra Fondazione e Cooperativa sulle responsabilità, peccato che a pagare saranno 27 lavoratori, in maggioranza donne, che dopo anni di onesto lavoro si ritroveranno in mezzo a una strada”.

Per tali ragioni, i sindacati lanciano un appello a tutte le istituzioni politiche e sociali, “perché 27 famiglie del nostro territorio si troveranno nei prossimi mesi in grave difficoltà economica e sociale. Un ultimo appello alle autorità ecclesiali, a partire dall’arcivescovo di Milano Angelo Scola, ricordando le parole di Papa Francesco “Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese e toglie il lavoro agli uomini fa un peccato gravissimo”, crediamo che una Fondazione come Sacra Famiglia non possa ignorare queste parole”.

Martedì il personale riunito in assemblea ha deliberato all’unanimità la decisioni di proclamare lo stato di agitazione, l’assemblea ha inoltro dato mandato ai sindacati di perseguire ogni percorso di lotta e protesta per difendere i posti di lavoro.