Genghi’s Panda, missione compiuta: i lecchesi sono in Mongolia!

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Al traguardo (foto tratta da Facebook)

 

ULAN UDE – “Siamo arrivati. Ce l’abbiamo fatta. Ce l’abbiamo fatta. Dopo 14417 km (+2% per gomme maggiorate = 14705 km) passati a bordo della Panda più bella del mondo, 15 paesi (+1 non chiaro), 46 giorni, un range di temperatura tra 3 a 46 °C, altitudine da -28 a 4655 m s.l.m., più di 90° di longitudine, 8 fusi orari, un numero imprecisato di deserti e di passi, abbiamo concluso questa strabiliante avventura. Nonostante tutto non ci rendiamo minimamente conto che questo sia finito”.

Si è concluso il Mongol Rally 2016 per i giovani lecchesi Marzio Invernizzi, Lorenzo Biraghi e Leonardo Caprio, partiti lo scorso inizio luglio dall’Italia a bordo di una Fiat Panda 900 rossa, destinazione la Mongolia.

 

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Prima della partenza. Da sinistra Marzio Invernizzi, Leonardo Caprio e Lorenzo Biraghi

 

Un viaggio cominciato da Perledo e terminato nella città di Ulan Ude, dove i tre sono arrivati nella giornata di ieri, coronando il sogno del Mongol Rally tanto pianificato e dandone immediata notizia sulla pagina facebook e sul blog del viaggio.

 

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La bimba rossa ha retto benissimo, bisognerebbe farle una statua di marmo per ogni paese attraversato – hanno scritto – il primo ringraziamento va a lei, nostra casa, nostro cavallo, nostro letto, nostro ristorante, nostro argine di salvezza, nostro punto di riferimento in ogni situazione e luogo”.

La Genghi’s Panda ora si prepara per rientrare a casa, non senza ricordare e ringraziare tutti i sostenitori della loro iniziativa.

 

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Un super grazie a tutti nostri tifosi, amici, parenti e sconosciuti, che ci hanno sostenuto, ci hanno dato un in bocca al lupo, ci hanno chiesto, ci hanno dato consigli, ci hanno dato una mano economica, sono venuti a una Genghis’s Fest, e che sfoggiano orgogliosamente la Genghis’s Maglietta”.

“Infine un grazie alle nostre famiglie, che ci hanno supportato sin dall’inizio, che si sono preoccupate, che sono state in pena nei giorni di silenzio radio, ma che non sono mai state ansiogene e ci hanno permesso di raggiungere questo assurdo traguardo”.

Ora rimane solo una cosa da dire, dopo questa immensa quantità di posti che abbiamo visto, esperienze che abbiamo vissuto, cose che abbiamo mangiato, puzze che abbiamo annusato, lingue che abbiamo sentito, terre che abbiamo toccato: “E adesso?

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