Il CIF ricorda Alba Caprile Pasini, a lei intitolata un’aula del Bertacchi

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LECCO – Nel 2018 ricorre il decennale della scomparsa di Alba Caprile Pasini, insegnante lecchese originaria di Mandello, uno dei volti del Centro Femminile Italiano e consigliera per le Pari Opportunità.

In sua memoria, venerdì  mattina dalle ore 9, alI’istituto d’istruzione superiore “Bertacchi”, a suo nome sarà intitolata l’aula di Metodologie Operative, in segno di riconoscimento “della sua passione educativa della competenza professionale, dell’instancabile attività a favore della crescita culturale e sociale della città” spiegano dal CIF.

Una lettera di Fernanda Castellani Oggioni ricorda la figura di Alba Caprile:

“Dotata di lucida intelligenza, profonda cultura, capacità di tessere relazioni fondate sulla comunanza di interessi nel rispetto delle differenze, Alba Caprile ha messo tanta passione in tutto ciò in cui si è impegnata. Era determinata e coinvolgente, sempre ospitale: ai suoi inviti non era facile sottrarsi. Per tutta la vita ha dovuto combattere e insieme convivere con la malattia: tre volte ha subito operazioni a cuore aperto, che la riducevano al limite delle risorse vitali eppure la salvavano: mai fu sentita lamentarsi.

Agli amici che le chiedevano come stava, rispondeva sempre “Bene”, o al massimo “Che devo dire?” Al punto che non ci si rendeva mai veramente conto della gravità del suo male e certo non le si facevano sconti di nessun genere a causa di quello. Chi la conobbe come insegnante trovò in lei una collega convinta che solo nella collaborazione si potesse fare un lavoro proficuo, che coinvolgesse gli studenti nel loro camminino di crescita umana e culturale. Chi fu suo Preside, come il Professor Onorevole Lamberto Riva, l’apprezzò perché “si segnalava per la preparazione culturale, l’assiduità nello svolgere il “mestiere” di insegnante, che lei viveva di fatto come una missione a cui dedicare mente e cuore: era esigente con se stessa (non era certo suo costume fare assenze, nonostante i problemi di salute che l’hanno condizionata fin da giovane) prima che verso le sue alunne, alle quali si dedicava con attenzione premurosa, quasi con pedanteria, pur di promuovere la loro crescita culturale e insieme umana”.

Fu tra i primi aderenti all’AGE. Lavorò con passione per il Gruppo Confronto, partecipò alla Consulta Femminile della Città di Lecco. Iscritta al MEIC, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, dal 1965, fu nel Consiglio Direttivo dal 1989 al 2005, portandovi, senza mai demordere, la sua preoccupazione per la realtà ecclesiale e per la missione culturale del gruppo, rivolta anche alla società civile, sottolineando con attenzione e finezza di sensibilità e di intuito la funzione peculiare “propria” della donna. Fece parte del Circolo “La Pira” fin dalla fondazione nell’ottobre del 1982 e ne fu Presidente per due bienni consecutivi: 1994-97. Fu nella Commissione per le Pari Opportunità provinciale in rappresentanza del CIF, Centro Italiano Femminile. In questa associazione dette il meglio di sé, raggiungendo livelli dirigenziali: Presidente Regionale del CIF Lombardia per due trienni dal 1994 al 2000 e Membro del Consiglio Nazionale per quattro trienni dal 1994 al 2006.

Le donne le devono molto perché seppe, fin dall’inizio di una vita familiare intensamente vissuta (si fece sempre chiamare col cognome da sposata; Pasini era il suo cognome familiare), aprirsi all’impegno per le componenti più deboli della famiglia: le donne, i bambini, i giovani. Il Punto Gioco, lo Sportello Scuola Volontariato sono nati a Lecco per la sua ostinata volontà. La promozione della donna è stata la sua peculiare preoccupazione, non certo volta a un femminismo fine a se stesso, ma piuttosto all’affermazione di un ruolo attivo delle donne nella società: da quello ecclesiale, a quello civile, fino al politico.

In questo impegno era sempre discreta, ma assolutamente decisa. Dal 2001 al 2005, svolse il ruolo, prima in Provincia di Lecco, di Consigliera di Parità. Stimolante e critica sempre, ma anche aperta all’altro, Alba Caprile ha costituito un punto di riferimento affettivo ed intellettuale per un gran numero di persone, desiderose di non lasciarsi appiattire dalla cura degli interessi “particulari”; ma di restare vigilanti su tutto l’arco della realtà umana, da quello delle relazioni interpersonali più profonde a quello sociale e internazionale.

Il Comune di Lecco le ha attribuito, nello stesso anno della sua morte, la Medaglia d’oro alla memoria”.