Il Premio Manzoni 2016 allo scrittore Andrea Tarabbia

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Eugenio Milani e Andrea Tarabbia

 

LECCO – E’ Andrea Tarabbia, scrittore 38enne nativo di Saronno, il vincitore del “Premio Manzoni” al romanzo storico 2016. L’autore de “Il giardino delle mosche” ha ricevuto il riconoscimento, sabato sera, al Teatro della Società nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni Città di Lecco.
La giuria popolare, composta da 100 lettori segnalati grazie alla collaborazione delle librerie Cattaneo, Ibs-Libraccio, Libreria Volante, Parole nel Tempo di Lecco, Perego Libri di Barzanò e La Torre di Merate e delle biblioteche di Valmadrera, Costa Masnaga e Sirone, ha decretato la vittoria del giovane scrittore esprimendo ben 48 preferenze, 33 voti sono andati a Loriano Macchiavelli con “Noi che gridammo al vento”, mentre il terzo classificato, Eraldo Affinati con “L’uomo del futuro”, ha totalizzato 18 voti, una scheda è stata annullata.

 

In prima fila: Ermanno Paccanini, Andrea Tarabbia, Loiano Macchiavelli, Eraldo Affianati, Stefano Motta. In piedi da sinistra: Giovanni Priore, Simona Piazza, Antonio Peccati ed Eugenio Milani
In prima fila: Ermanno Paccanini, Andrea Tarabbia, Loiano Macchiavelli, Eraldo Affianati, Stefano Motta.
In piedi da sinistra: Giovanni Priore, Simona Piazza, Antonio Peccati ed Eugenio Milani

 

“Un libro che, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento (Andrej Cikatilo ) attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all’arresto – ha scritto la critica – E fa di più. Osa raccontare l’orrore e il fallimento in prima persona, un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un’anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male”.

 

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Un romanzo, quello di Tarabbia, che ha risentito di forti “influssi manzoniani”, come dichiarato dall’autore stesso: “ Fino a qualche anno fa odiavo i “Promessi Sposi”, riuscivo a vederli solo come la lettura obbligata delle scuole medie, in questi ultimi anni invece – ha spiegato Andrea Tarabbia – ho riscoperto l’opera, l’ho riletta e l’ho rivalutata. Quando scrivo un’opera gli ultimi libri che leggo prima della sua stesura influiscono molto sul risultato finale e, guarda a caso, durante la stesura de “I giardini delle mosche” l’ultima opera che ho letto è stata la “Colonna infame” di Manzoni e questo saggio ha influenzato molto sul risultato finale del mio romanzo” una sorta di segno del destino.

 

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Durante la serata anche gli altri due autori finalisti, durante una lunga intervista “condotta” da Ermanno Paccanini, presidente della giuria e Stefano Motta, hanno spiegato il loro rapporto con Manzoni: un rapporto legato all’insegnamento per Eraldo Affinati che ha dichiarato di essersi emozionato quando ha visto il luogo dell’addio ai monti posto di fronte ad un centro di accoglienza, poiché ha ricordato all’autore “la sua esperienza di insegnante in un centro di prima accoglienza e come questi ragazzi siano al centro del sentimento manzoniano, anche se loro non ne sono consapevoli, poiché l’autore è colui che dà voce agli emarginati”. Un rapporto più personale invece quello descritto da Loriano Macchiavelli: “ Quando scrivo i miei romanzi – ha spiegato l’autore di ‘noi che gridammo al vento’ – ho sempre in mente Manzoni, è un insegnamento che viene a galla inconsciamente in tutti coloro che sono venuti a contatto con l’autore dei ‘Promessi Sposi, il Manzoni è padre di ognuno di noi’”.

 

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i tre scrittori finalisti

 

Il premio è stato consegnato al giovane scrittore da Eugenio Milani, presidente dell’Associazione 50&più di Confcommercio, organizzatrice dell’evento, affiancato dall’assessore alla Cultura, Simona Piazza, dal presidente di Confcommercio, Antonio Peccati e dal presidente di Acel Service, Giovanni Priore. Alla consegna del premio, Andrea Tarabbia ha ringraziato “la giuria e la giuria popolare per aver letto e premiato il suo romanzo” e ha salutato i presenti con un arrivederci “al prossimo romanzo”. Il secondo e ultimo appuntamento del premio Manzoni sarà sabato 19 novembre con la consegna del premio alla carriera alla scrittrice Dacia Maraini.

 

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Andrea Tarabbia

 

Di seguito la trama del romanzo vincitore del Premio Manzoni “Il giardino delle mosche”.
Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, uccideva nei modi più orrendi quasi 60 persone. Le sue vittime avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell’Idea comunista, sintomi dell’imminente crollo del Socialismo reale.

 

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