Il presidente Nava apre il 58esimo Convegno di Varenna

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VARENNA – Si è aperto giovedì il 58esimo Convegno di Studi Amministrativi di Varenna, l’appuntamento annuale nella splendida cornice di Villa Monastero, che da sempre ospita importati personaggi dal mondo delle istituzioni, giuridico, amministrativo, scientifico. Ad aprire i lavori l’intervento del presidente della Provincia di Lecco, Daniele Nava, che vi proponiamo nella sua interezza:

A nome della Provincia di Lecco, porgo il benvenuto a tutti i partecipanti a questo cinquantottesimo Convegno di Studi Amministrativi, con il vivo e sentito augurio che questa Villa, patrimonio della nostra Amministrazione, e gli stupendi scorci di paesaggio che la ospitano possano allietarne i lavori.

L’edizione di quest’anno si arricchisce di prestigio con la presenza di ben due Ministri della Repubblica: il qui presente Enzo Moavero Milanesi, Ministro per gli Affari Europei e Anna Maria Cancellieri, Ministro dell’Interno, attesa nei prossimi giorni. Ringrazio la Corte dei Conti e il suo Presidente Luigi Giampaolino che, come da consuetudine consolidata, è partner della Provincia di Lecco con il contributo della direzione scientifica di questo tradizionale appuntamento.

Il programma di quest’anno è particolarmente ricco di interventi di illustri relatori e il titolo del Convegno “Dalla crisi economica al pareggio di bilancio” è più che mai attuale, richiamando espressamente la difficile (e, spesso, drammatica) attualità, costituita dalla grave crisi economica che si snoda – come noto – ben al di là anche dei confini del nostro Paese, e il necessario e ormai indifferibile percorso di riforma intrapreso dalle istituzioni, quello della razionalizzazione della spesa pubblica.

L’importanza e le difficoltà del momento impongono alla politica responsabilità e, dunque, anzitutto, astensione da ogni facile e comoda inclinazione demagogica e populista; ma la responsabilità, a sua volta, impone alla politica di esprimere il proprio fermo dissenso rispetto a scelte che, nella propria coscienza, si ritengono inique: è nella coscienza che ciascuno di noi difenda la nazione nel momento delle difficoltà e, proprio nella coscienza, non possiamo non avvertire che la libertà senza la giustizia non è vera libertà.

Da amministratore di un ente locale voglio rimarcare con fermezza la necessità di un serio, concreto e incisivo percorso di razionalizzazione della spesa pubblica: razionalizzare la spesa pubblica significa eliminare e ripudiare gli sprechi e la mala gestio, non già per comprimere gli standard di efficienza delle strutture, ma per implementarli laddove dette strutture devono realmente soddisfare le prioritarie e irrinunciabili esigenze di una comunità. Uno Stato che funziona è garanzia di libertà per i suoi cittadini.

Ma la libertà, come accennato, deve coniugarsi con la giustizia. Dunque, nella disciplina del percorso di razionalizzazione della spesa, teso al miglioramento dell’efficienza delle strutture pubbliche, non può essere omessa – come invece è largamente accaduto sino ad ora – la ragionevole ed equa discriminazione fra enti cosiddetti “virtuosi” ed enti che tali non possono considerarsi: risulta, infatti, così violata l’aspirazione alla meritocrazia e pure inferto qualche sfregio addirittura al principio di eguaglianza sostanziale.

Questa omissione è stata nettamente avvertita già a fronte dei provvedimenti sul patto di stabilità, si è riconfermata e accentuata nell’ambito della novella spending review, e da Presidente di una Provincia – dico – si è insinuata anche nella disciplina sul riordino delle Province, che, nella assoluta rigidità dei criteri convenuti, non tiene nella debita considerazione quelle che possono essere le effettive specificità delle realtà locali.

Gli Enti Locali “virtuosi” sono pronti a fare la loro parte nel percorso di razionalizzazione della spesa pubblica, recependolo quale obiettivo, anzitutto, nell’interesse proprio: una più diffusa e marcata razionalizzazione della spesa pubblica, infatti, è avvertita, in prospettiva, come garanzia per una più equa distribuzione di fondi e trasferimenti da impiegare nelle prestazioni strategiche e prioritarie a favore dei cittadini. Ma se ciò è vero nella prospettiva futura, altrettanto vero è che, guardando al presente e al passato, non può valere il principio del “chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto”: non tutti gli Enti locali hanno concorso al dissesto finanziario pubblico generale e non tutti vi hanno concorso allo stesso modo; dunque, l’eterogeneità del grado delle colpe nel concorso del dissesto non può giustificare l’omogeneità della misura con cui ciascuno oggi è chiamato a far fronte al dissesto medesimo.

Lo scorso anno, il Consiglio della Provincia di Lecco, all’unanimità, ha convenuto sulla necessità di procedere allo sforamento del patto di stabilità. Si è trattato di una decisione meditata e sofferta, ma d’uopo per uscire da una situazione a dir poco paradossale: l’Ente, infatti, era in grado di fare fronte ai necessari impegni di spesa assunti (così da dare respiro anche a molte imprese del territorio), senza pregiudicare gli apprezzabili equilibri di bilancio consolidati nel corso degli anni; tuttavia, i vincoli del patto di stabilità gli impedivano di mettere mano alle casse.

In definitiva, allora, l’auspicio di raggiungere l’ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio non è in discussione; in discussione sono, semmai, le modalità e i parametri attraverso cui lo si intende perseguire.

Partendo da tali considerazioni sono certo che il Convegno di Studi Amministrativi rappresenti per ognuno di noi un momento di riflessione e di confronto, oltre che di eccellente e utile studio per una crescita professionale, nella cornice di questo meraviglioso angolo della provincia di Lecco.

Buon lavoro!”