La Protezione Civile
a Varenna: “Mai più
un altro Vajont”

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VARENNA – Un convegno voluto dalla Provincia di Lecco in tema di protezione civile e una serie di riflessioni – nei giorni dedicati al ricordo delle vittime della tragedia del Vajont dell’ottobre 1963- su come scongiurare, fin dove possibile, il “rischio emergenze”.

Un appello all’unità di intenti e il riconoscimento dell’esigenza di monitorare il territorio e di attuare una corretta pianificazione e un’adeguata programmazione degli interventi. Poi un auspicio: ricordare per non dimenticare.

E in questo scorcio d’autunno a dominare l’appuntamento di giovedì 10 ottobre a Varenna è stata la memoria di quanti persero la vita, esattamente cinquant’anni fa, nel disastro del Vajont, quando una frana staccatasi dal pendio montuoso e la conseguente tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso sottostante provocarono distruzione e morte, cancellando Longarone e altri borghi situati lungo le sponde del lago.

Così nella Sala Fermi di Villa Monastero le istituzioni provinciali e regionali hanno consegnato un attestato a quattro lecchesi e a un comasco che in quei drammatici giorni furono tra i primi ad accorrere sui luoghi della tragedia per prestare soccorso ai superstiti.

A ricevere il riconoscimento e l’ideale ringraziamento delle comunità lariane sono stati Giovanni Borroni, Giuseppe Dell’Oro, Valerio Spreafico, Gianni Spreafico (i primi tre di Lecco, il quarto di Garlate) e Giorgio Zennaro, attuale coordinatore del Nucleo comunale volontari di Protezione civile di Lomazzo e componente della consulta regionale del volontariato. Un attestato consegnato loro dall’assessore regionale alla Protezione civile Simona Bordonali, dall’assessore provinciale Franco De Poi e dal prefetto di Lecco, Antonia Bellomo.

“Anche se sono passati 50 anni abbiamo ancora negli occhi quelle immagini – ha detto Giovanni Borroni – e nei nostri cuori c’è la devastazione di quelle terre. Quando siamo arrivati lassù, non c’era più nulla. Non c’erano più le case, non c’era più alcuna forma di vita, ma non potevamo perderci d’animo perché i pochi superstiti avevano bisogno di noi”.

“Io avevo soltanto 21 anni – ha aggiunto Giorgio Zennaro – e ricordo che ci siamo trovati nel caos più totale. Ricordo anche che toglievano i cadaveri addirittura dagli alberi, tanto era stata la violenza della frana. No, non la dimenticherò mai, quella terribile esperienza…”.

Prima di loro a introdurre il convegno, quest’anno alla sedicesima edizione, era stato l’assessore Franco De Poi. Questi aveva innanzitutto ricordato che il “convegno vuole evidenziare l’importanza del ruolo delle Province in relazione alla gestione, al coordinamento e all’impiego di quell’autentica risorsa che è il volontariato”. “Ogni azione – ha detto – va peraltro attuata in sinergia con gli enti locali e le forze istituzionali, in un sistema complessivo di collaborazione e con l’obiettivo di costituire una rete che funzioni non esclusivamente nel ristretto ambito territoriale ma anche a un livello più ampio”.

“Le difficoltà finanziarie e il patto di stabilità – ha aggiunto – non ci consentono di dare attuazione a tutte le opere che vorremmo e potremmo realizzare e tuttavia l’impegno sul fronte della protezione civile non può e non deve venir meno, perché anche se molta strada è stata fatta per quanto riguarda il monitoraggio, la pianificazione e la prevenzione non siamo ancora al traguardo”. “E la sfida del futuro – ha concluso De Poi – dev’essere il coinvolgimento della popolazione, così da limitare il più possibile l’impatto di eventi estremi”.

Carlo Molteni, sindaco di Varenna, ha sottolineato la validità dell’iniziativa, “cresciuta – ha detto – anno dopo anno”. “Noi vogliamo continuare a convivere con questo territorio – ha specificato il primo cittadino della “perla del Centrolago” – perciò dobbiamo renderlo sempre più sicuro, lavorando in sinergia e tenendo sempre in grande considerazione il ruolo dei volontari, che costituiscono un autentico tesoro da non disperdere e anzi da valorizzare”.

Sull’importanza del ruolo dei volontari ha insistito anche Simona Bordonali. L’assessore regionale alla Sicurezza, alla protezione civile e all’immigrazione ha ricordato in proposito che “i momenti di confronto e di scambio di opinioni sono sempre più essenziali, anche e soprattutto quando non vi sono emergenze da gestire”. “Noi come Regione – ha aggiunto – vogliamo fare fino in fondo la nostra parte e ho già constatato che anche gli assessori delle province lombarde credono molto in ciò che fanno. Ecco perché auspico che proprio le Province possano continuare a gestire le eventuali emergenze, così com’è essenziale il rapporto con i sindaci del territorio”.

Quindi una constatazione che non nascondeva una punta di amarezza: “Una tragedia come quella del Vajont ha certamente sensibilizzato le coscienze, ma anche il nostro territorio continua a essere eccessivamente sfruttato”.

Poi la consegna degli attestati e l’applauso ai testimoni del dramma di Longarone. Un dramma che non deve più ripetersi.