LECCO – Si dice che il postino suoni sempre due volte, ma potrebbe ben presto suonare a giorni alterni. Questo secondo quanto riferito dai sindacati Cisl Slp, Uil Poste, Confsal e Ugl, che nei giorni scorsi sono scesi in numerose piazze italiane, lamentando la carenza di personale, mezzi di trasporto obsoleti e per questo pericolosi, il disinteresse dell’azienda verso investimenti e sviluppo del sistema lavoro. I sindacati denunciano anche un progetto, al vaglio della dirigenza, che prevedrebbe consegne della posta a giorni alterni, nelle località a bassa densità abitativa, per risparmiarsi nuove assunzioni. Queste le ragioni che hanno spinto anche i portalettere lecchesi a manifestare, nella mattinata di sabato, nei pressi dell’area ex Piccola, a Lecco.
“Siamo qui per fare sentire la nostra voce contro un’azienda che purtroppo non fornisce il numero di persone necessario a coprire il fabbisogno del territorio – ha spiegato Mirco Gianni, vice-segretario di Confsal – questa mancanza comporta sacrifici, soprattutto nella copertura delle zone, che viene fatta tra mille difficoltà e completata in orario straordinario; tutto ciò non rappresenta l’accordo che ci si era prefissati, si sarebbe dovuti giungere ad un numero di persone congrue alle zone da coprire”.
“Oltre a questo – ha continuato il segretario Gianni – lamentiamo la fatiscenza di alcune strutture, come quelle di Merate e Barzanò, dove esistono tantissimi problemi; in ambito di sicurezza, sottolineiamo come i mezzi in nostra dotazione, spesso e volentieri, hanno con gomme lisce e scarsi di freni, risultando pericolosi per gli stessi portalettere e per i terzi. Siamo qui per manifestare e per far capire all’opinione pubblica che i disservizi postali non sono imputabili a qualche singolo postino, esiste un sistema che potrebbe funzionare bene, ma mancano le persone necessarie. Una vergogna, vista la disoccupazione del nostro territorio, che potrebbe essere tranquillamente colmata”.
“E’ da quasi un anno che l’azienda non ascolta minimamente le richieste sindacali, dalla carenza di personale ai motocicli insicuri – ha sottolineato il segretario Ugl, Dario Sbardella – L’azienda ci ha ignorati per mesi, ed ora che abbiamo re-iniziato ad avere un piccolo rapporto, ci fornisce statistiche sul personale in servizio del tutto astruse e non veritiere. Inoltre, a livello nazionale verrà presentato il nuovo piano di ristrutturazione, che prevedrebbe 10 mila esuberi in tutta Italia, e i primi a farne le spese saranno i piccoli paesi: i grandi tagli verranno infatti effettuati con il servizio giorni alterni nei comuni a bassa densità; quindi, in molte cittadine di montagna, sia nel lecchese che nella Valtellina e nell’Alto Lario, verrebbe eliminato personale, con il risultato che la posta arriverebbe un giorno sì e l’altro no”.
“E’ una scelta che non può andare bene – ribadisce su questo punto Antonio Pacifico, segretario Cisl Slp – se il servizio è universale, tale deve rimanere; la corrispondenza deve continuare ad arrivare a tutti, tutti i giorni. L’azienda sembra essersi dimenticata di stare sul mercato in modo efficiente, e quindi di cercare nuove commesse, creare servizi a valore aggiunto, e nuovi servizi in base a quella che è l’evoluzione tecnologica che stiamo vivendo in questi anni, ma soprattutto di contrastare l’azione di competitori stranieri, come la Tnt, che ci ha rubato completamente la commessa Enel. Il problema è che l’azienda è impegnata a far quadrare i propri conti, quindi nel momento in cui vede che ci sono troppe giornate di ferie da far smaltire ai colleghi, semplicemente mette in ferie queste persone, senza preoccuparsi di lasciare scoperta una zona e di creare un disservizio. Manca la sensibilità da parte dell’azienda, questa cosa non possiamo accettarla”.