LECCO – Sono iniziati in mattinata, a Lecco, i festeggiamenti per il 25 aprile: il 68esimo anniversario della Liberazione d’Italia, la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo dopo 20 anni di regime.
Un corteo ha animato le vie del capoluogo manzoniano, preceduto dalla S. Messa celebrata al Santuario della Vittoria dal prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, con canti del Coro Alpino Lecchese.
Intorno alle 10, da piazza Manzoni, si è mossa la processione accompagnata dal Corpo Musicale “Alessandro Manzoni” di Lecco e che ha visto partecipare cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali, delle forze dell’ordine, del mondo dei sindacati, dell’ANPI ma anche dei diversi comitati e associazioni che hanno portato in corteo le questioni che li hanno visti impegnati in questi mesi, dall’acqua pubblica alle cave, dalle aperture festive dei centri commerciali al fine vita.
La manifestazione ha attraversato viale Costituzione, piazza Mazzini, piazza Garibaldi, via Cavour, via Volta, per raggiungere il Monumento ai Caduti della Lotta di Liberazione in Largo Montenero, dove la folla si è raccolta in un momento di commemorazione.
Il Palazzo Comunale ha ospitato il momento ufficiale della celebrazione, con gli interventi del sindaco Virginio Brivio, del prefetto Antonia Bellomo, del vice presidente della Provincia, Stefano Simonetti e del presidente dell’ANPI provinciale, Enrico Avagnina.
Festeggiamenti, quelli odierni, che cadono in una fase critica, a livello economico e politico, in un’Italia sempre più spaesata e divisa:
“Ha ancora senso celebrare la Liberazione in un paese che oggi sembra aver smarrito ogni capacità di stare insieme nell’affrontare i problemi? Cosa penserebbero oggi quei giovani che, con scelte radicali e scelte eroiche, resero possibile, quasi settant’anni, fa il 25 aprile? – si è chiesto il sindaco Brivio – Proprio da questa delusione credo si debba ripartire, per dare un senso nuovo ed attuale della Liberazione, ritrovando forza ed energie per una nuova rinascita. I cittadini e i nostri giovani chiedono un cambiamento, senza il quale non potrà esserci futuro”.