Era impegnato in una battuta di caccia al fagiano nei boschi sopra Montalbano insieme al suo cane, quando all’improvviso si è trovato davanti a un grosso cinghiale. L’animale, una femmina con al seguito i piccoli, si è sentito in pericolo ed ha attaccato prima il cane e poi l’uomo, il quale non ha esitato a caricare il fucile e abbatterlo.
Questa è stata la versione raccolta dagli agenti di Polizia Provinciale, chiamati sul posto dallo stesso cacciatore, dopo aver constato il decesso dell’animale. Tuttavia, durante gli accertamenti, gli agenti hanno rilevato che l’uomo era in possesso di munizioni non regolari. Ora tutta la vicenda è finita negli uffici della Procura che dovrà esprimersi in merito, come ha confermato anche la comandante della Polizia provinciale Raffaella Forni.
Nell’ambiente della caccia l’episodio ha destato qualche perplessità, proprio per via munizioni irregolari, di certo sottolineano gli appassionati non adatte alla caccia al fagiano. E’ comunque bene fermarsi ai fatti, anche se la domanda che circola è: sarà stata veramente legittima difesa?
Sulla questione la comandante Forni spiega: “Di per sé il cinghiale non è una specie pericolosa, la presunta aggressività è data dalle circostanze dei fatti, in questo caso la madre con i cuccioli può aver reagito in modo aggressivo al fine di proteggere i piccoli a fronte di una situazione che ha ritenuto essere minacciosa”.
Comunque siano andati i fatti il povero animale, le cui carni come risaputo sono prelibate, la scorsa settimana è finito all’asta e venduto al miglior offerente.