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LECCO – Che sia stata un’estate pessima quella lecchese dal punto di vista meteorologico se n’è accorto chiunque, ma i dati in possesso della Protezione Civile ci permettono di capire quanto significativo sia stato questo periodo riguardo alle precipitazioni, soprattutto nei giorni dei “disastri” che si sono verificati in città, tra allagamenti e addirittura una tromba d’aria a provocare danni e disagi.
Nei circa tre mesi in esame dal personale della Protezione Civile (dal 22 maggio al 16 agosto) si sono avuti ben 59 giorni di precipitazioni e solo 24 di sole, per un totale di oltre 820 millimetri di pioggia caduti in città; un quantitativo impressionante se pensiamo che in un intero anno a Lecco si registra una media che va da un minimo di 1.150 millimetri ad un massimo di 2.250 mm di pioggia.
I giorni peggiori sono stati quelli del 29 giugno (75 mm di precipitazioni registrati dalla centralina del Bione e 61,8 mm da quella di Malnago), l’8 luglio (42,8 mm al Bione e 34,2 mm a Malnago), il 26 luglio (44 mm al Bione e 39,8 a Malnago) e le giornate dei veri e propri nubifragi di agosto ovvero domenica 10 (con 54,2 mm caduti in zona Bione e 34 mm a Malnago) nella notte in cui si è scatenata la tromba d’aria, martedì 12 e mercoledì 13 agosto (con valore massimo di 46,8 mm registrato a Malnago) e di Ferragosto (dove si sono toccati addirittura i 69,8 mm al Bione).
L’evento più devastante per la città è stata senza dubbio la tromba d’aria che si è scatenata in modo particolare nel rione di Maggianico, sradicando diversi alberi al parco di Villa Gomes e di villa Ponchielli, oltre che piante in terreni privati.
“Si è trattato di un fenomeno localizzato – spiega l’assessore comunale alla Protezione Civile, Ivano Donato – non riguardava il territorio provinciale ma solo alcune aree circoscritte della città, tanto che non è stata inoltrata alcuna allerta da Regione Lombardia”.
La forza del vento, intorno alle 2 della notte del 10 agosto, ha raggiunto circa i 90 km orari (24,8 m/s). Il tutto in pochissimi minuti ma sufficienti per creare danni stimati in circa 400 mila euro.
“Quella notte – racconta il responsabile cittadino della Protezione Civile, Antonio Schiripo – ho ricevuto intorno alle 2 il primo messaggio automatico di allarme dalla centralina del Bione e dì li a poco sono giunte le chiamate dai tendoni dove erano ospitati gli atleti del frisbee che hanno avvertito le forti raffiche di vento. Solo all’alba, però, è stato chiaro il disastro causato dalla tromba d’aria”.
Tre giorni più tardi, sempre nel rione di Maggianico, si sono dovuti invece fronteggiare gli allagamenti causati da un violento nubifragio che quel mercoledì ha riversato tra le 11 e 13 ben 39 mm di pioggia, facendo scattare l’allerta massima (codice 4 sulla scala delle precipitazioni). Nessuna criticità nel capoluogo invece per la giornata di Ferragosto, nonostante l’elevato valore di piogge registrato e a differenza dell’hinterland dove la grandinata ha “regalato” un 15 agosto “in bianco”.
“Poteva andare molto peggio – sottolinea l’assessore – se non si fosse attuata nei mesi scorsi la pulizia della vasche posizionate lungo i fiumi e i torrenti che scorrono in città; vasche che sono state ripulite nuovamente in somma urgenza il 13 agosto a seguito dell’eccezionale quantità di pioggia che ha trascinato verso valle detriti che rischiavano di fare da tappo al passaggio dell’acqua”.
L’invito ai cittadini, ribadito nuovamente da Donato, è quello di fare ognuno la propria parte: “In certi casi gli allagamenti sono dovuti al fogliame che chiude i tombini e non permette all’acqua di defluire; nel caso si vedano situazioni di questo tipo è necessario rimuovere il fogliame, un piccolo gesto di civiltà che però può fare molto”.
I DATI DELLA PROTEZIONE CIVILE (clicca per ingrandire):
