Poste sott’organico, sciopero degli straordinari e sit-in

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LECCO- “Dopo un anno di vertenza, iniziata proprio dalla Lombardia e poi estesasi a tutto il territorio nazionale, l’azienda non ha posto alcun correttivo alla disastrosa riorganizzazione del recapito messa in atto con l’introduzione delle consegne a giorni alterni, che sta penalizzando cittadini ed imprese in ogni realtà, grande e piccola, di tutta la regione”.

E’ la denuncia dei sindacati dei lavoratori delle Poste (SLP-CISL, SLC-CGIL, FAILP-CISAL, CONFASAL-COM e UGL-COM) che hanno proclamato in tutta la regione lo sciopero generale con astensione per un mese dagli straordinari in Poste Italiane dal 13 marzo al 12 aprile.

A sostegno dell’iniziativa verranno effettuati dei presidi (in date differenti che verranno comunicate in seguito) nelle piazze e davanti ai palazzi delle sedi provinciali delle Filiali di Poste, dove è prevista la partecipazione delle istituzioni locali, delle associazioni dei consumatori e dei pensionati per un coinvolgimento attivo della cittadinanza. Previsto un presidio davanti alla direzione di Filiale di Lecco  mercoledì 15 marzo dalle 14.30 alle 17.30

“Anche i servizi offerti negli uffici postali – spiegano i sindacati – risultano sempre meno efficienti e di bassa qualità per carenza di personale e per una formazione sempre più approssimativa e confusionaria che mette sempre più in difficoltà gli incolpevoli impiegati, consulenti e direttori che devono interfacciarsi con una clientela sempre più informata ed esigente”.

In provincia di Lecco, secondo la denuncia dell’associazioni dei lavoratori, mancano oltre 40 impiegati negli uffici postali, mentre i portalettere sono ormai in numero insufficiente e con mezzi privi di manutenzione.
“Mentre per precise e documentate responsabilità aziendali i servizi offerti sono sempre più in difficoltà, il Governo e l’AD di Poste sembrano essere solo concentrati nella ulteriore collocazione in Borsa del restante 30% di quote azionarie che muta definitivamente gli assetti societari ed il controllo pubblico in Poste Italiane: la più grande azienda di rete del Paese che, oltre a garantire la socialità e l’universalità del recapito, raccoglie il risparmio di milioni di cittadini che chiedono sicurezza e garanzie a fronte dei rischi di perdita del capitale. Il Sindacato ritiene estremamente grave e antieconomica l’intera operazione di dismissione da parte dello Stato, in considerazione anche che dal 2002 ad oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi versando consistenti dividendi al Ministero dell’Economia, quindi alla collettività”.