Premio Paolo Cereda per le scuole. “Facciamo cultura della legalità”

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LECCO – La premiazione di un concorso, il primo rivolto alla scuole a portare il nome di Paolo Cereda, ma anche un’occasione per celebrare la figura di un uomo, del suo impegno contro le mafie e dell’esempio lasciato dal coordinatore di Libera Lecco alle nuove generazione, quegli studenti che Paolo incontrava nelle scuole, quei giovani a cui ha guardato l’iniziativa lanciata dall’associazione insieme alla Fondazione Comunitaria del Lecchese e l’Ufficio Scolastico Provinciale.

“Segni e parole per la Legalità” è il titolo dato al bando che ha visto partecipare diversi istituti scolastici, le scuole secondarie di primo e di secondo grado di Lecco e provincia.

La premiazione degli studenti del Liceo Leopardi

 

Un premio consegnato martedì sera nella cerimonia che si è tenuta nell’aula magna dell’istituto Fiocchi, alla presenza dei familiari di Cereda, della moglie Antonia, dei figli Luca e Silvia e degli anziani genitori di Paolo, scomparso improvvisamente per un grave malore nel settembre dello scorso anno.

Sul palco, i cartelli riportanti le scritte legalità e memoria, accanto alla bandiera di Libera, a ricordare i valori dell’associazione, i principi che hanno guidato il lavoro degli studenti nei loro elaborati sull’antimafia.

I familiari di Paolo Cereda, i genitori, la figlia Silvia e la moglie Antonia

 

Un trittico di parole fondamentale – ha sottolineato nel suo intervento Riccardo Mariani, assessore alle politiche sociali del Comune di Lecco – la memoria ci ricorda le vittime della mafia ma anche gli uomini che sono ancora in prima linea contro questo fenomeno; la libertà di combatterlo per affermare la legalità. E che cos’è la legalità? Il rispetto per la legge, ma ancora prima di questo viene l’etica dei comportamenti, perché senza di questa la legalità non avrebbe la sua forza autentica”.

Antonia, moglie di Paolo Cereda, con gli alunni del Liceo Musicale dell’istituto Grassi

 

E’ “l’antimafia sociale e della cultura” come ha ricordato il prefetto Liliana Baccari, che deve diffondersi nella società a partire dai giovani, “Paolo ha avuto un ruolo fondamentale in questo, noi dobbiamo continuare a parlare ai giovani, dicendo loro che la mafia non è un’associazione benefica, ma opera ai danni dei cittadini, rubano all’economia lecita, alimentando la corruzione e togliendo il denaro a discapito dei cittadini”.  Educare le nuove generazioni, questo il messaggio ripreso anche dal presidente della Provincia, Flavio Polano.

Gli studenti dell’indirizzo Agricolo e Grafico del CFPP

 

Legalità, “come attenzione agli altri, vuol dire vita, la dobbiamo saldare alla responsabilità che viene prima ancor prima della legalità” ha sottolineato Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in un videomessaggio preparato per l’occasione. Solo la scorsa settimana il sacerdote aveva fatto tappa a Lecco per la staffetta di Libera contro le mafie.

Il video messaggio di don Ciotti, fondatore di Libera

 

Su queste parole, su quanto evocato dal loro significato, si sono basati i ventisei gli elaborati presentati in concorso; cinque le classi vincitrici a cui è stato assegnato un contributo di mille euro ciascuna finalizzato all’acquisto di libri e materiale scolastico: a ricevere il premio dalle mani di Luca e Silvia Cereda, con la madre Antonia, dal presidente della fondazione, Romano Negri, sono stati gli alunni della 2A dell’Istituto Don Ticozzi, 2F dell’Istituto Stoppani, della 1 del Liceo Classico dell’Istituto Leopardi, della 3M del Liceo Musicale GB Grassi e della 2A degli indirizzi Agricolo e Grafico del centro formativo CFPP.

La canzone della legalità intonata dagli alunni della Stoppani

 

Interviste, narrazioni, la ‘canzone della legalità’, e un libro game “La scelta” diventato anche una maglietta sono gli elaborati preparati dai ragazzi, “lavori straordinari – ha commentato Luca – che fanno memoria attiva nella lotta alla mafiosità, a quella zona grigia che ognuno di noi rischia di incontrare nella vita, alcuni si voltano dall’altra parte, voi invece l’avete guardata in faccia”.

Luca Cereda, figlio di Paolo, con la giornalista Katia Sala

Gli studenti di Agraria hanno invece abbellito il verde delle aiuole della pizzeria Fiore, ex Wall Street, “in passato il simbolo del potere della criminalità organizzata e oggi restituita ai cittadini grazie all’impegno di persone come Paolo – è intervenuto Lorenzo Frigerio di Libera Informazione – lui è ancora tra noi, ma non mettiamolo sul piedistallo, non è quello che vorrebbe. Paolo è con noi c’è per dirci che dobbiamo darci una mossa, così come lui era sempre di corsa. perché aveva sempre qualcosa da fare, un progetto da realizzare”.

La premiazione degli studenti della Ticozzi

 

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