LECCO – Cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia? Da qualche mese il dibattito sulla questione si sta facendo sempre più vivo, con prese di posizioni notevoli come quella del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che già a dicembre dello scorso anno aveva spronato la politica ad intraprendere questa strada.
All’invito del presidente è seguito quello della neo ministro Cecile Kyenge che tuttora spinge per una riforma dei diritti per gli stranieri residenti nel nostro Paese. Nel frattempo però sono già 160 i Comuni che hanno scelto di conferire la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati nati sul loro territorio, tra questi Milano, Napoli, Torino, l’Aquila e in ultimo Sesto San Giovanni.
Ora la proposta arriva anche a Lecco, promossa dal Comitato “Noi tutti migranti” che lunedì a inviato ai sindaci di tutti e 90 i Comuni lecchesi una lettera per chiedere che anche le amministrazioni locali del territorio si muovano in questa direzione.
“Un’intera generazione cresce e rischia di restare straniera nel Paese che sente come proprio, in cui è nata, si è formata, e nel quale intende restare. Nel contempo si scopre straniera anche nei confronti della cultura e spesso della lingua del paese di provenienza dei genitori. Una riforma del diritto di cittadinanza è ormai non più rinviabile” ha spiegato Guerrino Donegà, rappresentante del comitato.
In provincia di Lecco sono circa 27.600 gli immigrati regolari, 7.500 sono minorenni di cui 3.750 nati in Italia; per il capoluogo si parla di circa mille ragazzi e ragazze straniere che non hanno ancora raggiunto la maggiore età e 500 sono nati sul suolo nazionale.
“Hanno abitudini e stili di vita del tutto simili ai coetanei italiani, sono a tutti gli effetti parte integrante della nostra società ma non hanno acquisito la cittadinanza italiana alla nascita perché non è previsto dalla legislazione vigente – prosegue Donegà – Potranno acquisirla solo al compimento dei 18 anni e prima del compimento dei 19 ma solo a determinate condizioni molto restrittive, e pertanto per un lungo periodo costituiranno un gruppo con diritti limitati e identità sospesa. Si tratta di un’occasione perduta perché mette a dura prova il loro desiderio di essere italiani, contrastandolo proprio nell’età della crescita e della formazione dei valori e della identità della persona”.
Grande è la speranza del comitato che anche le amministrazioni lecchesi decidano di abbracciare la proposta e a Lecco qualche risposta potrebbe arrivare già dalla prossima settimana, con l’incontro tra il comitato e il sindaco Virginio Brivio.

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