Referendum: partiti in piazza, chi “sì” e chi “no” alle trivelle

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L’on. Tentori al banchetto allestito dal PD a Rogeno

LECCO – Il 17 aprile, giorno del referendum sulle trivellazioni è oramai vicino e la mobilitazione in città e in provincia non ha tardato a manifestarsi. Nel weekend sono stati attrezzati diversi gazebo nelle piazze del centro e in provincia, col preciso intento di informare i passanti sul significato del primo referendum sulle estrazioni in mare ottenuto dalle Regioni (9, col ritiro dell’Abruzzo) che si terrà tra due settimane e, contestualmente, di indurli a votare.

“Tanti italiani non andranno a votare perché non sanno neanche di cosa stiamo parlando – ha detto Roberto Nigriello, consigliere comunale del PD,  al banchetto dei democratici sabato in via Roma a Lecco– ebbene siamo qui per spiegare cosa rappresenta questo referendum: si vota per decidere se cancellare o mantenere la norma che consente alle società petrolifere di estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane fino a esaurimento delle risorse estraibili – ha proseguito Nigriello – Io voterò sì alla cancellazione della norma e anche i Giovani Democratici, ovviamente per tutti singolarmente non posso parlare ma l’orientamento è questo”.

Pare incompreso, a livello locale, l’indirizzo del premier Renzi a boicottare le urne:  “Al cittadino è data la possibilità di esprimere la propria opinione su una tematica ambientale comunque molto discussa – sottolinea Nigriello – lo strumento del voto è prezioso e a nostra disposizione, informarsi e prendere la propria scelta, sia per un sì che per un no, è diritto e dovere”.

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L’on. Fragomeli e il segretario provinciale Fausto Crimella in via Roma

Dello stesso parere il segretario cittadino del PD,  Giovanni Fornoni: “Leggete, informatevi e andate a votare – ha detto – noi voteremo sì, manca poco al 17, si vedranno i risultati”.

Voterà “sì” anche l’onorevole democratica Veronica Tentori, impegnata ai banchetti di Bosisio e Rogeno: “Il voto non cambierà nell’immediato la politica energetica del nostro Paese ma lancerà  un segnale importante rispetto ad un cambio di passo su energia e ambiente, guardando anche all’accordo di Parigi al quale devono seguire impegni concreti. Non si parla di chiudere subito i siti estrattivi, la vittoria del ‘sì” avrebbe impatto nel giro di 5-10 anni e spero che l’Italia nel frattempo abbia pensato a politiche energetiche meno centrate sui combustibili fossili e più sulle energie alternative e rinnovabili”.

Eppure nel PD lecchese , così come a livello nazionale, non la pensano tutti allo stesso modo: il segretario provinciale Fausto Crimella e l’on. Gian Mario Fragomeli, per esempio, si esprimeranno contro l’abolizione della norma.

“Dopo approfondito la questione ho preso questa decisione, ritengo che questo referendum è poco influente, molte cose ci sono già nella legge di stabilità, onestamente ho letto entrambe le posizioni e condivido il no – spiega Crimella – Il problema reale dell’inquinamento nel nostro Paese non sono le trivellazioni, ma il trasporto. Del resto, poi, fa pensare che l’Emilia Romagna, una delle regioni più interessata alla questione, non ha richiesto la votazione”. Il segretario provinciale tiene  a precisare, proprio perché  all’interno del partito convivono posizioni differenti, è stata data libera scelta riguardo la propria espressione di voto. Condivisa è, invece, l’idea di esortare i cittadini a recarsi alle urne. “ Quando si va a fare un voto di questo tipo bisogna distinguere il voto di pancia dal voto meditato, io credo nel voto consapevole”.

Alberto Anghileri sistema i manifesti pro referendum
Alberto Anghileri sistema i manifesti pro referendum

Fragomeli ricorda invece come nella Legge di Stabilità “il problema sia già stato risolto dal Governo, tanto che, dei sei quesiti, solo uno andrà al referendum. L’Italia è sicuramente indietro rispetto allo sviluppo di energie rinnovabili ed è una politica che andrà fatta comunque, i tempi però non saranno brevi. In questo momento è più logico sfruttare le risorse che già abbiamo evitando di incrementare le importazioni e il trasporto che produrrebbe più inquinamento. In ultimo c’è anche una questione di posti di lavoro da mantenere”.

La sinistra lecchese è schiarata per il “Sì” e in questi giorni ha esposto diversi manifesti in favore del referendum. “La cosa brutta è che c’è chi invita a non andare a votare, quando ogni occasione per partecipare è importante” ha spiegato il consigliere comunale Alberto Anghileri di Con la Sinistra Cambia Lecco.

Il caso delle dimissioni del ministro Guidi, secondo Anghileri, “è il sinitomo che le lobby del petrolio quando possono lucrare lo fanno, ma questo fatto non deve essere centrale rispetto al referendum, quello che invece va pensato è che il futuro sarà l’energia rinnovabile e su di essa dobbiamo orientare le nostre politiche energetiche”.

Il gazebo dei Cinque Stelle in piazza XX Settembre
Il gazebo dei Cinque Stelle in piazza XX Settembre

Domenica sono scesi in piazza i militanti del Movimento Cinque Stelle. Il loro è un “sì” convinto.  “Stiamo organizzando dei banchetti informativi visto il boicottaggio del governo a riguardo –  dice Mary Fogli che spiega come la questione stia passando in sordina – molti cittadini addirittura pensavano che la votazione fosse solo nelle regioni promotrici”. Il movimento si dichiara da sempre favorevole alle fonti energetiche alternative, a basso impatto ambientale; “il fossile è un’ energia obsoleta, nonché inquinante, l’Italia importa moltissima energia di questo tipo, non sarebbe comunque un produttore in grado di reggersi esclusivamente sulle proprie risorse”.

Per gli esponenti pentastellati il voto è un segnale che i cittadini possono dare al governo, nonostante il fatto che referendum, andrebbe a impattare solo sulle piattaforme presenti entro le 12 miglia dalla costa, in caso di vittoria del sì, alla domanda riguardo la possibilità che il quorum non venga raggiunto, come si paventa ormai da giorni, rispondono “stiamo facendo informazione proprio per spronare al senso civico, l’importante è esprimere la propria idea, qualunque essa sia” il messaggio è dunque quello di educare il cittadino a partecipare in prima persona e a non delegare altri, di informarsi e recarsi nelle sedi di voto, “deve essere un voto consapevole, astenersi non è la nostra politica”.

I militanti della Lega Nord a Suello
I militanti della Lega Nord a Suello


In campo per il “Sì” anche la Lega Nord la cui sezione oggionese, sempre domenica, ha allestito il proprio gazebo a Suello. “Il nostro è un ‘sì’ semplice e scontato – spiega Giovanni Pasquini – per noi la tutela ambiente è un valore importante a livello territoriale lo abbiamo dimostrato anche riguardo al piano cave in provincia di Lecco. Si parla di trivelle e quindi di un tema legato al mare ma non per questo diventa un problema secondario per noi. Evidente è il tentativo speculativo delle multinazionali del petrolio e Renzi fa loro un favore, senza nessuna ricaduta positiva per gli italiani. Credo che abbiamo già svenduto abbastanza le nostre risorse”.

Anche a Lecco il Carroccio, durante la prossima settimana, effettuerà delle iniziative in vista del referendum, come conferma il segretario provinciale Flavio Nogara.