LECCO – E’ nato il 6 novembre 1924 e oggi compie 90 anni. Di lui Dino Buzzati, scrittore, giornalista, drammaturgo e a sua volta pittore, ha scritto: “E’ di Lecco e descrive, liricamente trasfigurati, i suoi monti, le valli e i paesi… Tutto è visto come attraverso uno schermo brumoso di sogno, ridotto alle linee essenziali. La sua poetica contemplazione, l’unità compositiva accoglie tutto, trasformando ogni cosa con la profondità del pensiero, sino a diventare arte”.
Da sempre residente a Lecco (prima in quartiere Rancio, quindi ad Acquate), Renato Bartesaghi ha girato in verità mezza Italia (anzi, mezzo mondo). Ha vissuto a Rapallo, a Olcio di Mandello per una quindicina d’anni e a Montréal, in Canada, dove ha anche insegnato, così come a Zurigo. E ha esposto, verrebbe da dire, ovunque.
Sue personali sono state allestite a Roma, Milano, Como, Londra, Friburgo, New York, Stoccolma e appunto Zurigo e Montréal, per citarne soltanto alcune, oltre che in vari centri del Lecchese, in particolare a Mandello, a Barzio, ai Piani Resinelli, località che ha tanto amato, e naturalmente nel capoluogo lariano, dove ha allestito una sua mostra anche una decina d’anni fa presso la Biblioteca civica, seguita un paio d’anni dopo da quella di Mandello, fin qui l’ultima in ordine di tempo.
“Andando in giro per l’Italia e per il mondo – dice – trovavo sempre qualcosa di nuovo e di affascinante”. E realizzava, per dirla con le parole di presentazione di una sua antologica, “trame narrative semplici e tali da poter essere comprese senza bisogno di mediazioni estetico-filosofiche, calibrate sul senso più profondo dell’autentica presa di contatto con il mondo, con i paesi, con le cose”.
Sue opere sono esposte in vari locali e strutture pubbliche, ma anche in alcuni edifici di culto. Per citarne uno soltanto, la piccola chiesa lecchese di San Martino, che sul monte omonimo domina la città, accoglie un suo dipinto realizzato in ricordo di padre Augusto Gianola, il missionario del Pime solito salire proprio lassù, quando i suoi molteplici impegni glielo consentivano, per ritemprare lo spirito e rigenerarsi.
E’ artista vero, Renato Bartesaghi, come vera (e grande) è stata la sua carriera. E come vera è stata (ed è tuttora) la sua vita, che fin da quando – ancora bambino – lo vedeva “servire messa” nella chiesa di Rancio l’aveva portato ad amare il latino e ad appassionarsi allo studio delle lingue, al punto che in seguito avrebbe parlato e scritto correttamente il tedesco e il francese.
Molteplici sono i riconoscimenti da lui ottenuti in varie biennali o in premi e concorsi di pittura anche a livello internazionale. A proposito della sua pittura Lucio Breno ebbe a scrivere: “Qualcuno ha detto che Bartesaghi “scrive con il pennello”. Io direi che compone ritmi di pura poesia con segni corti, lievi, trasparenti, inafferrabili…”.
E ancora: “Lui non ha bisogno di particolari citazioni perché la sua pittura si presenta con autorità da sola. La trasfigurazione delle cose in una gamma cromatica di lieve e pura limpidezza parla il linguaggio della natura sentita come base di ricerca compositiva, come esigenza di espressione poetica”.
Padre di cinque figli, Renato Bartesaghi fu un meccanico provetto. Lavorò in varie aziende di Mandello (tra le altre la Moto Guzzi e la Cemb) e di Lecco, ma se la cavava benissimo anche svolgendo altre mansioni che non fossero quelle legate alla sua professione, dunque alla meccanica.
Amante della montagna e in particolare delle Dolomiti (“vivevo molto quelle cime – afferma – e lì andavo forte”), conobbe non pochi esponenti dell’ambiente alpinistico lecchese. Su tutti Dino Piazza, uno degli uomini che hanno fatto la storia dei Ragni. “Con lui siamo praticamente cresciuti insieme a Rancio – ricorda Bartesaghi, che del gruppo “della Grignetta” è da alcuni anni socio onorario – e per me è come un fratello”. Non a caso alcuni anni fa Piazza scrisse di lui: “L’amicizia per Renato ha valore, ma gli amici se li sceglie lui, non possono avere caratteristiche lontane dal suo pensiero. Per lui ciò che più conta è incontrare persone sincere e leali. Il suo comportamento, carico di una semplicità impressionante e accompagnato dalla bontà, mette in risalto la sua persona”.
Poi, rivolgendosi direttamente a Renato, Dino Piazza aggiungeva: “Oltre a essere un artista sei soprattutto un uomo: con i tuoi comportamenti ti sei caricato di una ricchezza interiore, un valore che è dentro di te e che non si può acquistare. E io ti ringrazio per avermi donato la tua amicizia e le sensazioni emotive che provo quando guardo una tua opera”.
Ad avere conosciuto un paio d’anni fa Bartesaghi è anche Fabio Palma, attuale presidente dei Ragni. E di lui il numero uno dei “maglioni rossi” dice: “E’ un personaggio nel vero senso della parola. Un talento autentico, con una carica umana e una forza fisica impressionanti. Sì, una persona di rara qualità. E la casa in cui vive è un museo, anzi il museo”.
Già, è in via Perpetua ad Acquate la casa di Renato Bartesaghi. A due passi dalla piazza sulla quale si affaccia il bar che lui frequenta pressoché quotidianamente, non fosse che per una partita a carte, la sua grande passione da sempre. “Mi piaceva e mi piace giocare – conferma l’artista lecchese – E mi piaceva e mi piace la vita avventurosa, proprio come l’ho voluta io, andando qua e là per il mondo per trovare sempre nuove ispirazioni”.
E nel suo continuo peregrinare in giro anche per l’Italia c’è Rapallo, che lui non esita a definire la sua seconda casa. Anzi, “la mia seconda patria”. Nei suoi ricordi ci sono poi gli anni difficili della lotta partigiana, da lui combattuta tra la Toscana e l’Emilia. E molto altro ancora.
Ma la pittura? Quella resta il suo grande amore e naturalmente vi si dedica tuttora, con esito sempre incredibilmente eccellente. “Non tutti i giorni – spiega – ma abbastanza di frequente”. “Qualche volta – aggiunge guardando due disegni in bella mostra sul suo tavolo – anche di notte. Capita che mi sveglio e fare qualcosa mi aiuta e mi fa star bene”. Questo è Renato Bartesaghi, artista e uomo vero.
DI SEGUITO, UNA SERIE DI FOTOGRAFIE CHE RITRAGGONO L’ARTISTA NELLA SUA CASA DI ACQUATE E ALCUNI SUOI DIPINTI