Rinasce il Giglio: ex pizzeria della mafia restituita alla città

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LECCO – Ciò che era prima di essere posto sotto sequestro resterà solo un’ombra del passato, perché il Giglio, ex pizzeria confiscata all’ndrangheta negli anni ’90, è rinato trasformandosi in un centro sociale dedicato agli anziani e sabato è stato inaugurato alla presenza delle autorità e di tanti cittadini.

L’immobile ora porta il nome di Emanuela Loi, agente di Polizia originaria della Sardegna caduta in servizio a soli 24 anni nell’attentato al giudice Borsellino. A scoprire la targa commemorativa è stata la sorella della poliziotta scomparsa, giunta a Lecco per l’importante avvenimento.

Confiscata alla criminalità organizzata, l’ex pizzeria di via Ghislanzoni è stata presa in carico dal Comune di Lecco che ha pensato ad un progetto di ristrutturazione e a regalarle un nuovo fine sociale.

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Gabriele Marinoni, presidente del Consorzio Consolida

“Questo luogo è stato chiuso per oltre 20 anni ed oggi ufficialmente torna ad aprire le sue porte – ha sottolineato Gabriele Marinoni, presidente del Consorzio Consolida che ha finanziato in parte il progetto – non ci sono più le serrande ma dei vetri trasparenti, un lavoro simbolico di apertura e restituzione di uno spazio che ha celato una storia ambigua e pervasiva, quella della criminalità organizzata nel nostro territorio”.

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Al centro Cinzia Bettega insieme a Marinoni e a Mario Romano Negri della fondazione Cariplo

Una lunga storia quella che ha portato all’apertura di questo spazio, come ricordato dallo stesso Marinoni, iniziata grazie all’interessamento dell’allora assessore ai Servizi Sociali, Cinzia Bettega, durante il mandato della giunta Faggi: “Non ebbi il tempo di portare avanti questo progetto perché la giunta cadde di colpo ma tentai di attivarmi alla ricerca di fondi. Erano tre i motivi che mi spinsero a questa iniziativa: il rispetto per i beni pubblici che rischiano di finire abbandonati o nel degrado per colpa delle procedure burocratiche che spesso gli amministratori si ritrovano ad affrontare; per l’attenzione verso una parte rilevante della popolazione lecchese, ovvero gli anziani, ed infine per il quartiere storico di Pescarenico che meritava un’attenzione particolare”.

L'assessore Ivano Donato
L’assessore Ivano Donato

Il Giglio riapre dopo 20 anni e il suo nome sarà affiancato a quello di Emanuela Loi, la prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio e scomparsa insieme ad altri quattro poliziotti e al giudice Paolo Borsellino in quella che è stata definita la Strage di via Adamello.

“Intitoliamo questo bene ad una persona che è morta per mano della mafia. Il ricordo non deve però limitarsi a questo, deve essere parte della vita di tutti noi, sentendolo ogni giorno nel vivere la democrazia, il senso di libertà ed appartenenza ad uno Stato civile” ha sottolineato l’assessore ai Servizi Sociali, Ivano Donato, di ritorno insieme alla sorella di Emanuela da Bologna, dove sabato si è tenuta la manifestazione di Libera in ricordo delle vittime della mafia.

Cinzia Loi, sorella di Emanuela, entra nei locali del Giglio subito dopo l'inaugurazione
Cinzia Loi, sorella di Emanuela, entra nei locali del Giglio subito dopo l’inaugurazione

“Per noi familiari è motivo di conforto sapere che la nostra cara Emanuela è ricordata dalla gente – ha spiegato Claudia Loi – mi rivolgo a tutti voi affinché diffondiate questi ideali di giustizia, perché quando saranno patrimonio universale non sarà più necessario morire per difenderli”.

Dalla Sardegna è giunto in città per partecipare all’inaugurazione anche l’onorevole Gianmario Tendas che ha consegnato al sindaco Virginio Brivio una bandiera sarda e uno stendardo.

L'on. Tendas consegna lo stendardo al sindaco Brivio
L’on. Tendas consegna lo stendardo al sindaco Brivio

“Dopo l’appartamento intitolato al sindaco Vassallo, dedichiamo questo centro a Emanuela e contiamo nei prossimi mesi di completare il cantiere di Wall Street, il terzo bene sequestrato all’ndrangheta che restituiamo alla città” ha sottolineato il sindaco Brivio.

Il primo cittadino ha ricordato le difficoltà vissute in questi anni per giungere all’evento odierno, compresa la necessità di togliere le ipoteche che gravavano sul Giglio, cosa resa possibile attraverso gli istituti di credito e all’interessamento dell’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

La tavola che ricorda l'agente Emanuela Loi
La tavola che ricorda l’agente Emanuela Loi

Inoltre nel 2013, durante i lavori, sono emersi alcuni ritrovamenti di rilevanza artistica e archeologica, tra cui i resti di tre scheletri umani, che hanno reso necessario l’intervento della Sovrintendenza ed hanno aumentato sia i costi del progetto che i tempi di realizzazione del restauro. Una scoperta che oggi arricchisce il Giglio e che è ricordata nelle tavole informative collocate all’interno dei locali.

La folla presente all'inaugurazione di sabato
La folla presente all’inaugurazione di sabato

Il sindaco ha poi ricordato, oltre al contributo fondamentale di diversi enti (tra cui fondazione Cariplo, rappresentata da Mario Romano Negri, che ha finanziato il progetto con 200 mila euro) anche l’attività di Libera e delle associazioni di volontariato oggi chiamate a rendere vivo il nuovo centro ricreativo.

“Non sarà solo un centro dedicato agli anziani ma auspichiamo possa essere luogo d’incontro tra generazioni, un centro che dovrà vivere di relazioni anche con il contributo delle associazioni e delle realtà del quartiere. Questo sarà il miglior modo di ricordare persone come Emanuela che erano al servizio, non di uno Stato astratto, ma di una comunità che ha dentro sé questi valori”.

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Il sindaco Virginio Brivio, alla sua sinistra il Ten. Col. Giuliani e il viceprefetto Gennaro Terrusi