Taglio del nastro per il monumento Sae ad Acquate

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LECCO – Tanta folla, ex dipendenti, figli di dipendenti e autorità all’inaugurazione del monumento Sae ad Acquate, proprio dove sorgevano fino a 20 anni fa i reparti operativi della storica fabbrica lecchese.

Un taglio del nastro partecipato, in molti in città ricordano con affetto gli stabilimenti, i direttori che si sono susseguiti, il lavoro. Tanto che 3 anni fa è nata l’idea di realizzare qualcosa di concreto in memoria della Sae, di tutti coloro che vi hanno lavorato e che ricordasse quegli anni di una Lecco produttiva e operosa, quell’idea si è trasformata in un monumento che ora appare in bella mostraa lungo via Tonale.

Tra le autorità presenti al taglio del nastro il sindaco di Lecco Virginio Brivio, l’assessore ai Servizi alla Persona Ivano Donato, il vice presidente dell’ Amministrazione provinciale Antonello Formenti, il senatore Antonio Rusconi, il parroco della comunità pastorale di Acquate Olate e Bonacina don Carlo Gerosa, la consigliera territoriale Raffaella Cerrato, il capogruppo Pd in consiglio provinciale e ex dipendente Sae Italo Bruseghini e il direttivo Sae che ha ideato e poi seguito la realizzazione del monumento.

A guidare lo staff di ex dipendenti il presidente onorario Luciano Marelli, assente per ragioni di salute, il suo vice Carlo Canziani, il segretario Giancarlo Pozzi, il tesoriere Angelo Fontana, i consiglieri Gerolamo Fontana e Romano Valsecchi.

Una cerimonia piena, di interventi e di ricordi. A fare da cerimoniere il segretario Pozzi tra un intervento e l’altro. Le autorità che hanno preso la parola hanno sottolineato il carattere internazionale della ditta che ha chiuso i battenti 20 anni fa ma che per ben 60 anni ha diffuso il suo marchio in tutto il mondo.

“Grazie per avere tenuto viva la memoria di questa realtà produttiva – ha detto il primo cittadino Brivio – impasto reale tra dipendenti, dirigenza e città “.

“Una realtà significativa per il nostro territorio – così Formenti ha definito laSae _ un monumento che ricorda l’ingegno e l’operosità del nostro territorio”.

L’intervento di Giuseppe Barlassina, presidente regionale dell’Anmil, l’associazione mutilati e invalidi, e la benedizione affidata a don Carlo Gerosa, dopo un breve excursus storico di Carlo Canziani. Infine il taglio del nastro affidato simbolicamente a Renata Oberti, dipendente ma soprattutto figlia del vice direttore Sae Felice Oberti che nel 1956 ha perso la vita sul lavoro nel tentativo di salvare un collega. Si tratta di una delle 34 vittime sul lavoro che la fabbrica ha conosciuto in più di mezzo secolo di attività. Infine sono state scoperte le tre targhe poste attorno al monumento.

Una delegazione della Sae si è poi recata a posare una corona al Caleotto all’Amnil e fare visita alle tombe di Felice Oberti e al direttore storico della fabbrica Massimiliano Annovi. Un’ultima annotazione: sul basamento del monumento verrà posto un registro con i nomi dei tanti benefattori che hanno reso fattibile la struttura e con i nomi dei soci defunti e che scompariranno.