Treno della Memoria: Cgil, Cisl e scuole insieme per non dimenticare

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LECCO – “Un treno per la memoria” , un progetto che CGIL e CISL propongono, ad una generazione di studenti e di lavoratori e ai pensionati di Lecco e della Lombardia, di percorrere la stessa strada insieme ed incontrarsi ad Auschwitz, il luogo simbolo della folle politica totalitaria del nazismo.

Noi crediamo che “in Treno per la Memoria” sia un’opportunità importante e significativa al fine di creare occasioni di coesione sociale nell’intento di costruire una società migliore – spiegano ai sindacati – anche attraverso la semplice ritualità della commemorazione, ma soprattutto attraverso l’azione di ognuno, perché i cittadini d’Europa non si sentano spettatori di una storia confezionata, ma attori di un destino comune che ha anche radici comuni nella tragica esperienza di Auschwitz. In questo senso, la memoria non è solo “sguardo al passato”. In quest’ottica diventa uno strumento al servizio del futuro”.

Sei scuole superiori del lecchese parteciperanno all’iniziativa (l’Istituto Badoni di Lecco; l’Istituto Parini di Lecco; il Liceo Artistico Medardo Rosso di Lecco; l’Istituto Bertacchi di Lecco; l’Istituto Greppi di Monticello Brianza; l’Istituto Viganò di Merate) accompagnati da insegnanti, da lavoratori e da pensionati che aderiscono ogni anno con entusiasmo. Giovedì da Lecco partiranno 61 persone, 52 tra studenti e professori e 9 tra lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate della Cgil e della Cisl di Lecco.

Il gruppo partirà alle 7.45 da via Castagnera, dopo aver reso omaggio alla lapide che ricorda i deportati lecchesi e gli scioperi del 1944, in bus raggiungerà la stazione di Chiasso per imbarcarsi sul treno della Polonia. Una gita di cinque giorni (il ritorno è previsto per le 18:00 di domenica) per non dimenticare.

“Il “Treno per la memoria” – scrivono i segretari Carnicella (Cgil) e Di Gaetano (Cisl) – rappresenta il nostro impegno per costruire continuamente e mantenere sempre viva la consapevolezza di questi valori, interrogandoci su “ciò che è stato”, sui motivi che hanno consentito il prevalere di sentimenti di rifiuto dell’umanità e di comportamenti di prevaricazione e atrocità verso il prossimo, sui principi che hanno permesso a uomini giusti di resistere, in quel tempo, alla perversione del senso comune e del conformismo, sulla responsabilità che un atteggiamento di passività e indifferenza porta con sé verso il pericolo minaccioso che tutto ciò possa ripetersi”.