Trenord, diario di un pendolare lecchese. Incazzato

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È passata una settimana dall’ultimo sciopero, e ovviamente la situazione non migliora. Anzi, se mai peggiora. Perchè i treni continuano a essere in ritardo, a essere delle volte troppo piccoli per le tratte coperte e a creare disagi. La situazione sembra improponibile, e in effetti così è. Ma Trenord non cambia.

Lo sciopero di venerdì scorso aveva già di per sé causato dei disagi inutili. Perchè van bene le forme di protesta, ma a farne le spese sono sempre i consumatori, che si sono visti cancellare treni all’ultimo minuto o ad ammassarsi nel primo treno disponibile dopo 8 ore di sospensione del servizio. Ma le novità peggiori sono arrivate in settimana.

I ritardi, soprattutto nelle prime ore della mattinata, non sono più una novità. I treni da Lecco e per Lecco hanno ormai da tempo quei consueti 5-10 minuti di ritardo, che danno fastidio ma ci sono quasi sempre. Però in questi giorni il tutto è peggiorato. Il treno delle 7.09 per Milano Porta Garibaldi, zeppo di lavoratori e studenti, accumula sempre più ritardi. 20 minuti, 25, 35 minuti, e chissà fino a quanto si arriverà. E ovviamente i vagoni sono sempre più pieni, con gente in piedi fin dalle prime fermate.

Non mancano anche i disagi dei binari e i comportamenti inopportuni del personale di Trenord. Ai più sfortunati infatti può capitare il vagone senza riscaldamento (cosa che capita spesso purtroppo) ma con addirittura l’aria condizionata: l’ideale per l’inverno che sta arrivando. Oppure si può rimanere per quasi tutto il viaggio al buio, chissà per quali motivi. Mi sembra emblematico il commento di un ragazzo incontrato qualche giorno fa sul treno: “Tutto sbagliato”. Parole sante.

Per quanto riguarda certi comportamenti del personale, mi baso sul racconto di Andrea, studente pendolare da Lecco. “Stavo parlando con una mia amica dei continui disagi di Trenord, quando arriva un controllore, che intromettendosi nella discussione è arrivato a insultarmi, dicendomi che ho il cervello come un culo. Sinceramente queste cose non sono gradite, né tantomeno idonee a una persona con tale incarico”.

Ma tanto non cambia nulla. I disagi li abbiamo NOI, pendolari che si vedono aumentare costantemente il prezzo di biglietti e abbonamenti, per un servizio che non migliora, se mai peggiora. Noi il treno lo dobbiamo prendere, e Trenord sfrutta tutto questo. Una brutta situazione, ma in fondo siamo in Italia: disagi continui e poche soluzioni.

(Davide, che purtroppo va a Milano per studiare)