“Troppi cinghiali, sicurezza a rischio”, l’allarme della Coldiretti

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Le gabbie utilizzate dalla Polizia Provinciale per le catture
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Il passaggio dei cinghiali a Introzzo, pochi mesi fa

 

COMO-LECCO – Quello dei cinghiali è un allarme che, dal territorio, si estende in ambito nazionale”. Lo sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Como-Lecco Fortunato Trezzi e Raffaello Betti, nel ricordare che “sulle strade extraurbane delle due province ben 1 incidente su 6 è provocato dai selvatici – soprattutto cinghiali, ma anche cervi e altri animali”.

Colpa di una incontrollata proliferazione degli animali selvatici, che, stime alla mano, oggi risulterebbero presenti sul territorio italiani in numero superiore al milione.

Coldiretti oggi ha evidenziato ancora una volta il problema in occasione della manifestazione di protesta di duemila agricoltori e allevatori ad Ancona con l’hashtag #bastacinghiali.

“Negli ultimi dieci anni – hanno sottolineato da Coldiretti – il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato poiché secondo l’Ispra sul territorio nazionale sarebbero stati presenti non meno di 600.000 cinghiali nel 2005 per passare a 900.000 nel 2010 e nel 2015 hanno superato il milione secondo le stime della Coldiretti”.

I cinghiali immortalati lungo una strada della Valvarrone
I cinghiali immortalati lungo una strada della Valvarrone

“La sicurezza nelle aree rurali e periurbane – denuncia la Coldiretti – è in pericolo per il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime”.

Non è ormai più solo una questione di risarcimenti ma è diventato – precisa la Coldiretti – un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne ma anche nelle aree periferiche delle città. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte ai pericoli e ai danni provocati da cinghiali ma anche da nutrie, corvi ed altri animali selvatici gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. Oltre a pretendere la necessaria tutela del proprio reddito a fronte di procedure certe di integrale risarcimento dei danni.

“Solo nella provincia di Como – concludono Trezzi e Betti – circa il 20% degli incidenti stradali sulle strade extraurbane è causata da cinghiali, cervi, caprioli, volpi, e altri animali selvatici, la cui presenza è concentrata, come ovvio, fuori dai centri urbani”.

Nel Comasco si verificano in media oltre 100 attacchi in un anno alla zone agricole, mentre nel Lecchese si sfiorano i 150 e per entrambe le zone nel 65% dei casi di tratta di incursioni di cinghiali, che devastano le colture e rivoltano il terreno.