VALMADRERA – Sono passati 70 anni da quel 25 aprile 1945, quando l’Italia ha potuto mettere la parola “fine” alla dittatura nazifascista e iniziare a ricostruire il Paese sulle fondamenta della libertà e della democrazia. Anche Valmadrera ha vissuto le pagine nere del ventennio fascista, in quegli anni sono stati molti i valmadreresi deportati nei campi di concentramento o morti combattendo da partigiani, per questo la città oggi ha festeggiato la ricorrenza della Liberazione Nazionale con un corteo per via Roma e una toccante cerimonia commemorativa di fronte al Monumento ai Caduti.
Dopo il ritrovo in Municipio, il sindaco Donatella Crippa Cesana, il vicesindaco Raffaella Brioni, gli assessori Marco Piazza, Antonio Rusconi e alcuni consiglieri comunali hanno invitato i ragazzi delle scuole medie, i rappresentanti delle associazioni Alpini Sezione di Valmadrera, Caduti e Dispersi in Guerra e gli Scout a leggere alcune testimonianze relative alle deportazioni e fucilazioni dei partigiani avvenute durante il ventennio fascista. Presente anche il parroco don Adelio Brambilla e alcune famiglie valmadreresi con i bambini.
Il cielo grigio, una lieve pioggia andata a confondersi con le lacrime di alcuni dei presenti hanno sottolineato il momento più toccante della cerimonia.
“Il 25 aprile è una festa che dobbiamo ricordare in modo particolare – commenta il sindaco Donatella Crippa Cesana – durante gli anni della dittatura l’Italia ha visto un potere basato sulla violenza e sul maschilismo, ma un intero popolo ha saputo resistere e opporsi. Militari, sacerdoti, suore, intellettuali, analfabeti, uomini e donne comuni, si sono uniti per conquistare con fatica e dolore la libertà e la democrazia, valori che oggi diamo quasi per scontati. La liberazione dalla dittatura nazifascista è stata la vittoria di un moto popolare che oggi è doveroso ricordare”.
Durante il ventennio fascista erano vietate tutte le associazioni diverse da quelle proposte dalla dittatura, tra queste anche gli Scout che, però, hanno continuato a esistere in clandestinità e sono potute rinascere in concomitanza della Liberazione Nazionale, come ricorda Roberto Stanzione, fondatore degli Scout Valmadrera e presidente degli Esuli Istriani Lecco: “Durante gli anni della dittatura fascista gli Scout si riunivano di nascosto sul Corno di Canzo perché l’associazione era stata vietata, dopo il 25 aprile gli Scout hanno potuto rinascere e questo grazie a tutti quegli uomini e donne della resistenza. Oggi anche gli Scout festeggiano i loro 70 anni, senza chi ha combattuto per la libertà questo non sarebbe stato possibile”.
“Il 25 aprile di 70 anni fa la mia famiglia ha passato momenti di vero dolore perché mio padre era stato deportato a Mauthausen e da lì non avrebbe più fatto ritorno, ma il Paese era finalmente in festa perché la dittatura era finita e potevamo dirci liberi”, ha ricordato Emilia Dell’Oro, presidente dell’Associazione Caduti e Dispersi in Guerra, figlia di Alessandro Dell’Oro che deportato a Mauthausen, lager austriaco, dove perse la vita.
Dopo le letture e l’ascolto delle testimonianze, le circa 200 persone presenti hanno formato un corteo e dal Monumento ai Caduti hanno raggiunto il cimitero vecchio dove il sindaco Donatella Crippa Cesana ha posato dei fiori sulla lapide che ricorda i valmadreresi morti durante la Resistenza e su quella dedicata ad Alessandro Dell’Oro, morto a Mauthausen nell’agosto del ‘44.
A sottolineare il momento vi era la banda musicale Santa Cecilia che ha eseguito il Silenzio.
Tutti i presenti, infine, hanno partecipato al rinfresco organizzato dalle associazioni presenti al Centro Culturale Fatebenefratelli per concludere in modo festoso le celebrazioni per una delle più importanti ricorrenze della storia italiana.
Ecco alcune immagini del 25 aprile a Valmadrera: