Valmadrera, l’alpinismo festeggia il 50° della Scuola “Attilio e Piero Piacco”

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VALMADRERA – Oltre 150 persone si sono ritrovate sabato sera nella sala conferenze del Centro Culturale Fatebenefratelli di Valmadrera per assistere alla serata/evento della Scuola Intersezionale di Alpinismo e Arrampicata libera “Attilio e Piero Piacco”, in occasione del 50° anniversario.

 

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Gli Istruttori della Scuola di Alpinismo e Arrampicata Libera “Attilio e Piero Piacco”

 

Un momento speciale che ha riunito il direttivo della storica scuola valmadrerese, i suoi 34 istruttori (di cui sei Nazionali e nove Regionali) ma anche diversi esponenti del mondo dell’alpinismo lecchese e cittadini, tra semplici curiosi e chi invece proprio presso la scuola “Attilio e Piero Piacco” ha avuto modo di avvicinarsi alla montagna. In occasione dell’importante traguardo la Scuola aveva organizzato lo scorso 26-27 settembre un meeting di arrampicata tra i Corni di Canzo e il Moregallo, dov’era stata presentata la nuovissima guida (la quarta “sfornata” dal gruppo) “Arrampicare ai Corni di Canzo e Moregallo”.

 

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Nata nel 1965 su idea di Giordano e Davide dell’Oro, allora rispettivamente presidente e primo valmadrerese nel consiglio direttivo della sezione Cai di Valmarera, la Scuola di Alpinismo e Arrampicata Libera portò inizialmente il nome di Attilio Piacco, alpinista scomparso sulla Punta Torelli. La presidenza fu assegnata al fratello di questo, Piero, scomparso lo scorso 2004: per ricordare la sua opera e il suo impegno i membri decisero di chiamare la scuola con entrambi i nomi dei due fratelli.

 

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Alessandra Piacco e Denis Redolfi, rispettivamente presidente e direttore della Scuola di Alpinismo e Arrampicata sportiva “Attilio e Piero Piacco”

 

 

Presieduta dal 2001 da una delle due figlie di Piero Piacco, Alessandra, e diretta da Dennis Redolfi, la Scuola Intersezionale può ben dire di averne fatta di strada, con oltre 1000 allievi passati in cinquant’anni per le mani degli istruttori valmadreresi e con un’offerta di corsi ampia e ben articolata: 21 i corsi di alpinismo organizzati, 38 quelli su roccia, 19 su ghiaccio, 5 di perfezionamento su roccia e 6 di arrampicata libera.

 

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Da sinistra: Giuliani Fabbrica (Cai di Seregno), Gianin Villa, Gian Battista Crimella, Giorgio Tessari e Giorgio Redaelli

 

L’anima dell’alpinismo valmadrerese si è espressa soprattutto (ma non solo) sul gruppo dei Corni di Canzo e del Moregallo, dove i pionieri della Scuola e negli anni gruppi di giovani amici hanno tracciato diverse ed impegnative vie.  “La scuola è nata con l’obiettivo di insegnare l’alpinismo e allo stesso tempo di preservare un patrimonio man mano arricchitosi in quest’ambiente per noi privilegiato – ha detto Gian Maria Mandelli – e che vorremmo trasmettere a quelli che si avvicinano ai nostri corsi”.

 

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A ripercorrere i cinquant’anni della scuola sono stati proprio gli uomini protagonisti della sua storia, che durante la serata si sono susseguiti sul palco, invitati da Antonio Benini a raccontare le proprie esperienze e avventure. Non senza emozione è toccato così a figure come Giorgio Redaelli, Giorgio Tessari, Gianin Villa, Gian Battista Crimella, Gianni Magistris, Gian Maria Mandelli e diversi altri ricordare il percorso fatto, segnato da soddisfazioni ma anche perdite, di compagni di cordata e amici.

 

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“Per me è un onore presiedere la sezione Cai di Valmadrera e lavorare con la Scuola “Attilio e Piero Piacco” – ha detto Gianfranco Rusconifesteggiamo oggi un importante traguardo raggiunto da alpinisti che sono prima di tutto uomini e che come tali hanno storie da raccontare. Questi hanno contribuito a portare in giro la nostra cultura, una cultura “crapona”, che ben rispecchia lo spirito valmadrerese”. Presente anche il presidente della sezione Cai di Oggiono (diventata indipendente da quella valmadrerese nel 2001) Alessandro Baggioli: “Ammirevole il modo in cui voi vi siete impegnati a trasmettere i valori della montagna e gli insegnamenti su di essa”.

“Tra le ragione per cui Valmadrera è conosciuta c’è anche l’alpinismo – ha detto invece l’assessore Antonio Rusconi, presente alla serata – la vostra è una scuola molto autorevole e che oggi si ritrova a ricordare il passato dando allo stesso tempo un monito alle generazioni future: non abbandonare la tradizione. Complimenti a voi”.

 

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In conclusione di serata sono state ricordate – attraverso le parole di chi ne ha fatto parte – le quattro spedizioni promosse dalla Scuola: nel 1988 il gruppo costituito da Gianni Mandelli, Gian Battista Villa, Mauro Farina, Romano Corti, Domenico Chindamo, Felice Vassena e Lorenzo Sala parte alla volta dell’Himalaya indiano, obiettivo la parete inviolata del Kedarnath Peak (6940 m). La vetta viene raggiunta il 6 settembre 1988 dopo aver superato 3000 metri di parete, da Villa, Chindamo e Sala: la nuova via, denominata Valmadrera 88, è il più prestigioso traguardo dell’alpinismo extraeuropeo valmadrerese. Accanto a una spedizione in Patagonia (tentativo di salita della parete ovest della Torre Egger) le altre due spedizioni (una nel 1993 e una nel 2009) vedono sempre i membri della scuola nell’Himalaya Indiano.

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